Ambrì Piotta

Dario Bürgler: «L'hockey è fatto così, si può perdere giocando bene»

Il capitano leventinese analizza la sconfitta contro il Losanna: «Abbiamo lottato tanto, ma dopo il loro raddoppio non siamo riusciti a mantenere alta la pressione sulla loro difesa»
© Keystone/Andrea Branca
Flavio Viglezio
14.09.2025 21:36

Aveva abituato i suoi tifosi a partenze a razzo, l’Ambrì Piotta. Inizi di campionato che facevano sognare – e questo conta poco, in fin dei conti – ma che permettevano soprattutto di mettere importante fieno in cascina. Questa volta no, le prime uscite sono risultate più macchinose. Un successo di misura contro il Kloten – buono da prendere – e poi due sconfitte di fila. Dopo quella a Langnau – «Siamo stati dei polli», aveva sentenziato Luca Cereda – è arrivata anche quella con il Losanna alla Gottardo Arena.

Un weekend in bianco, come in bianco sono andati i leventinesi al cospetto della formazione vodese. «Ovviamente – spiega Dario Bürgler – non è stato un bel weekend. Fa male uscire con zero punti da queste due partite. In questo senso c’è parecchia delusione. Bisogna anche però dire che contro il Losanna la nostra non è stata una brutta prestazione. È dura, allora, ma come si dice in questi casi se non si segna nemmeno una rete è impossibile vincere. È frustrante. Possiamo e dobbiamo solo tornare a lavorare in modo da ritrovare la nostra efficacia».

Il ragno e il buco

No, non è stata una brutta prestazione, quella offerta dai biancoblù al cospetto di una delle migliori formazioni del campionato. Un Losanna solido, compatto, scaltro e scafato. Eppure l’Ambrì Piotta può mangiarsi le mani per un primo tempo letteralmente dominato, ma durante il quale non è stato in grado di cavare il classico ragno dal buco. E anzi, sono stati gli ospiti a sfruttare una delle poche occasioni avute grazie ad Austin Czarnik. Davanti alla porta di Kevin Pasche, ai leventinesi è mancata la necessaria freddezza. E contro squadre come il Losanna, chi sbaglia paga. «Sì – prosegue capitan Bürgler – abbiamo dominato i primi venti minuti di gioco. Questo è il lato brutto del nostro sport: si può anche perdere una partita pur giocando bene. Ritengo però che sia un limite guardare solo al risultato. Bisogna imparare dai nostri errori, prendere ciò che di buono abbiamo comunque fatto e portarlo sul ghiaccio nella prossima uscita».

Bentornato, Alex

Non è insomma bastato, all’Ambrì Piotta, l’esordio di Alex Formenton. Cereda ha deciso di gettare il canadese nella mischia, sacrificando Chris Tierney e confermando sul ghiaccio l’evanescente Petan, per ora una sorta di oggetto misterioso. Formenton si è mosso subito bene, si è creato alcune buone occasioni per fare esplodere di gioia la Gottardo Arena. Alla lunga è un po’ calato, ma è un calo che ha del fisiologico. «Formenton – commenta Bürgler – è un bravo ragazzo, si è immediatamente integrato di nuovo bene nel gruppo. Ha subito riallacciato contatti stretti con chi già conosceva e sta imparando a conoscere i suoi nuovi compagni. Contro il Losanna si sono già viste le sue qualità: talento, pattinaggio, ottime mani. È un giocatore molto forte, potrà aiutarci parecchio. D’altro canto è fermo da tanto e quindi ci vorrà un po’ di tempo per vederlo rendere al massimo delle sue potenzialità. Toccherà alla squadra aiutarlo e sostenerlo nel suo processo di crescita».

Fatto è che all’Ambrì Piotta in queste prime partite sta mancando l’apporto offensivo degli attaccanti stranieri, tutti finora ancora a secco di reti. Una situazione che i biancoblù non si possono naturalmente permettere. Da DiDomenico, Petan, Joly e Tierney è insomma lecito attendersi di più, quel ruolo di trascinatori per i quali sono stati ingaggiati.

Leggerezza e arroganza

In una sfida che con il passare dei minuti si è fatta tutto sommato equilibrata, non basta l’eccellente prestazione di Pasche a spiegare le difficoltà incontrate sotto porta dai leventinesi. E sarebbe sbagliato appellarsi solo alla cattiva sorte. Capitan Bürgler prova ad analizzare con lucidità l’anemia offensiva della sua squadra: «Certo, Kevin Pasche ha fornito una prestazione eccellente e bisogna fare i complimenti al portiere del Losanna. Serve più cattiveria sotto porta? È sempre difficile, quando si va al tiro, mantenere una certa leggerezza mentale e al tempo stesso avere quella cattiveria che ti permette di tirare nel modo migliore. È complicato, ve lo assicuro, anche per chi è abituato ad andare in rete con regolarità. In un certo senso – non so se il termine è giusto – ci vuole un po’ di sana arroganza». Un termine condizionato dalla traduzione dal tedesco, ma che rende bene l’idea veicolata da Bürgler.

Non tutto nero

Nonostante il campanello d’allarme, sarebbe comunque sbagliato fasciarsi la testa già fin d’ora, a campionato appena iniziato. E in fondo una sconfitta contro il Losanna può anche essere messa in conto. «Non scopriamo di certo oggi le qualità del Losanna. Quella vodese è una squadra forte, di qualità, e non è arrivata per due volte in finale dei playoff per caso. Sanno gestire in maniera molto intelligente e matura le partite. Noi abbiamo lottato tanto, ma loro hanno trovato il modo di limitarci e ci hanno impedito di rientrare in partita. Indipendentemente dalla prestazione di Pasche, di cui si diceva prima. Ecco, forse dopo il loro raddoppio il nostro problema è stato quello di non riuscire a mantenere alta la pressione sulla loro difesa».

Bürgler e l’Ambrì Piotta non intendono insomma lasciarsi prendere dal panico quando alla fine della stagione regolare mancano addirittura 49 giornate: «Ognuno di noi vuole dare il massimo e quindi si tratta di rimanere positivi. Quella leggerezza di cui parlavo prima va cercata soprattutto negli allenamenti. Non tutto è da buttare. Difensivamente per esempio abbiamo lavorato piuttosto bene: mi piace il modo in cui siamo riusciti ad uscire dal nostro terzo di difesa».