L’intervista

Domenichelli: «Ambrì e Lugano, credeteci»

L’ex attaccante biancoblù e bianconero analizza gli imminenti playoff
Hnat Domenichelli. (Foto Maffi)
Flavio Viglezio
08.03.2019 06:00

Tra un viaggio di lavoro in Nordamerica e l’altro, Hnat Domenichelli non si è perso il volatone finale per i playoff. E come tuttti gli appassionati anche l’ex attaccante di Ambrì Piotta e Lugano è pronto a vivere con curiosità ed interesse la fase decisiva del campionato: «Abbiamo assistito – afferma – ad una regular season incredibile, caratterizzata da un equilibrio mai visto prima. Fino a qualche anno fa si sapeva che c’erano almeno due tre squadre non all’altezza di competere con le altre. Nel campionato appena terminato solo il Rapperswil ha fatto molta fatica, ma ci sta quando sei una neopromossa. E qualche soddisfazione i sangallesi se la sono pure tolta. Anche il Davos è rimasto escluso dalla grande battaglia intorno alla linea, ma soprattutto nella seconda fase della stagione i grigionesi sono cresciuti e hanno dimostrato di poter battere tutti. E così alla fine è rimasto incredibilmente fuori lo Zurigo, escluso dai playoff per un solo punto».

Che è successo agli ZSC Lions campioni svizzeri in carica?

«Credo che Zurigo e Lugano abbiano vissuto una situazione comparabile. Non è mai facile per le due finaliste del campionato precedente ripartire con il piede giusto. Entrambe, a causa della Champions League, hanno avuto a disposizione un’estate corta per ricaricare le batterie e per prepararsi al meglio. Inoltre sono stati bersagliati fin da subito dagli infortuni. Tutti questi fattori hanno fatto perdere alle due formazioni tanti punti prima di Natale e ciò ha permesso ad altre squadre di approfittarne e di inserirsi nel discorso playoff».

Cosa pensa Domenichelli della scelta dei Lions di puntare su Arno Del Curto quando Serge Aubin stava iniziando a raccogliere i frutti del suo lavoro?

«In generale in Svizzera i grandi club non accettano di essere «solo» sesti o settimi in classifica. A volte un cambio di allenatore può rappresentare una valida soluzione, ma è più facile che accada il contrario. È ciò che è successo allo Zurigo, mentre il Lugano – sempre sostenuto dai suoi tifosi che non hanno mai contenstato la squadra – ha continuato a puntare su Ireland e alla fine è stato premiato. Non so se Arno Del Curto avrebbe fatto meglio a rimanere fermo almeno fino al termine di questa stagione, è difficile da dire. Quando sei un allenatore e ti chiama lo Zurigo è dura rifiutare, anche perché Arno ha un rapporto particolare con i Lions: ha esordito con loro come allenatore in Serie A. Ma nmmeno io pensavo che si rimettesse in gioco così presto».

Per uno Zurigo che piange c’è un Ambrì Piotta che ride. Come spiega Domenichelli l’incredibile percorso dei leventinesi?

«La qualificazione dei biancoblù è meritatissima e a mio avviso sono due i fattori principali che l’hanno resa possibile. Il primo si chiama Dominik Kubalik: l’Ambrì Piotta con il ceco ha potuto contare su un grandissimo straniero. La sua linea, con Zwerger e Müller, ha da subito trascinato tutta la squadra. Il secondo è l’immenso lavoro svolto da Paolo Duca e Luca Cereda. In questi due anni hanno portato avanti il loro progetto, andando a scovare e a valorizzare giovani giocatori poco conosciuti. In più il ritorno di Michale Fora è stato un bonus per i leventinesi, che hanno altresì potuto contare su due ottimi portieri. Daniel Manzato ha dato una grossa mano a Benjamin Conz, soprattutto in occasione dei doppi turni. L’Ambrì Piotta ha spesso vinto il secondo incontro del weekend proprio grazie all’alternanza degli estremi difensori. Novotny? Cereda ne ha sempre parlato benissimo e se lo dice lui... Il ceco ha portato alla Valascia la sua esperienza accumulata in tanti anni di NHL e di KHL. Mi ricorda un po’ il suo connazionale Josef Mahra: anche lui non era spettacolare e non segnava tante reti, ma per i successi del Davos di quei tempi è stato fondamentale».

Da domani i biancoblù se la vedranno con il Bienne...

«I «seeländer» sono una formazione molto tecnica, i suoi giocatori sono dotati di un ottimo pattinaggio. C’è però da dire che quando la lotta per i playoff si è trasformata in una guerra il Bienne ha iniziato a fare fatica. In altre parole quando le cose vanno bene il Bienne è in grado di offrire un gioco di assoluta qualità. Ma nei momenti difficili è una formazione che tende a lasciarsi andare. Per l’Ambrì Piotta saranno fondamentali gli speial teams: i «seeländer» dispongono di un power-play estremamente efficace. A mio avviso i biancoblù possono farcela, anche se in questa stagione sono sempre stati battuti dal Bienne. I playoff si giocano ad un altro livello di intensità rispetto alla regular season e tanti giovani dell’Ambrì Piotta li disputeranno per la prima volta: sarà interessante osservare come i leventinesi si adatteranno a questa nuova situazione».

Dall’Ambrì Piotta al Lugano: come arrivano i bianconeri a questi playoff?

«Tutto dipende da quale volto della squadra bianconera vedremo. Se sarà quello della squadra che ha recentemente battuto il Friburgo, lo Zugo o il Berna i bianconeri possono ambire ad andare lontano in questi playoff. Il Lugano che ha perso male a Zurigo o a Davos non ha invece nessuna chance di eliminare lo Zugo. I bianconeri hanno davvero evidenziato troppi alti e bassi nel corso di questa stagione e saranno opposti ad una formazione reduce da un ottimo campionato. Lo Zugo schiera quattro stranieri in attacco e con Suri e Martschini il top-6 dei Tori è impressionante. D’altra parte però il Lugano è una squadra costruita per i playoff, con tanta esperienza. La serie tra Zugo e Lugano potrebbe tranquillamente essere una finale dei playoff: chi la vincerà avrà concrete possibilità di andare lontano. Credo che la decisione non giungerà prima della sesta o della settima partita di una serie tiratissima».

Cosa farà la differenza a favore di una o dell’altra squadra?

«A cinque contro cinque Zugo e Lugano si equivalgono ed entrambi possono contare su un ottimo portiere. Ed allora è facile immaginare che saranno le situazioni speciali a decidere la serie. Il Lugano dovrà assolutamente evitare di subire penalità stupide o inutili, che rischia di pagare a carissimo prezzo. Il power-play dello Zugo è stato il migliore di tutta la regular season: questo i bianconeri non dovranno mai dimenticarlo. Dopo un torneo complicato per Chiesa e compagni sarà fondamentale rimanere concentrati senza lasciarsi condizionare da fattori esterni».

Senza voler anticipare i tempi, la sensazione è che il Berna quest’anno sia quasi intoccabile. È d’accordo, Hnat Domenichelli?

«Beh, il Berna fa davvero paura a tutti. Impressiona il fatto che ancora una volta abbia terminato la stagione regolare subendo meno di cento reti in cinquanta partite. Gli Orsi sono insomma solidissimi e hanno un’organizzazione difensiva pressoché perfetta. Ed è ciò che solitamente fa vincere i campionati. Dopo una prima fase di stagione imperiale il Berna ha un po’ rallentato, ma rimane il principale favorito alla conquista del titolo. Questo è poco ma sicuro. Poi nello sport non si sa mai quello che può succedere. Il quarto di finale con il Ginevra? Il Servette è una squadra sempre difficile da affrontare, ma non credo che possa minimamente impensierire il Berna. Mi sbilancio e pronostico un passaggio del turno degli Orsi per 4-1».