Elvis Merzlikins: «La mia vita a Columbus»

Se fosse una canzone, Elvis Merzlikins potrebbe tranquillamente essere «Io vagabondo» dei Nomadi. Dopo l’eliminazione dai playoff con la maglia bianconera, l’ormai ex portiere del Lugano è volato a Columbus per una prima presa di contatto con il magico mondo della NHL. E ora che i Blue Jackets sono stati estromessi dalla caccia alla Stanley Cup dai Boston Bruins, attraverserà di nuovo l’oceano: ad attenderlo ci sono i Mondiali in Slovacchia, dove domenica sera potrebbe difendere la gabbia della Lettonia contro la Svizzera.
Ma andiamo con ordine: Elvis, come va la vita a Columbus?
«Non mi posso di certo lamentare. Durante le prime due settimane di permanenza qui nell’Ohio ho girato il più possibile la città. Volevo scoprire il più possibile di Columbus. Quando non ero impegnato con l’hockey ho fatto il turista, insomma. Columbus è abbastanza carina: come in ogni grande centro urbano ci sono zone belle e altre che è meglio non frequentare. In generale mi sembra che non ci sia molto da fare, ma probabilmente è quello che direbbe un giocatore americano sbarcando a Lugano (ride, ndr). Per fortuna con me c’è la mia ragazza: da solo sarebbe stata molto più dura. La gente in generale è comunque simpatica, sono stato accolto nel migliore dei modi. Ho trovato anche un bell’appartamento, ma lo avrò a disposizione solo a partire da luglio. All’inizio non si sapeva quanto sarei rimasto e così sto ancora vivendo in albergo. Sinceramente sono un po’ stufo di questa situazione e non vedo l’ora di poter traslocare. Quando i Blue Jackets hanno eliminato Tampa Bay mi è stato offerto un appartamento di proprietà del club, ma non ne valeva la pena solo per qualche settimana».
Come si svolge una tua giornata tipo?
«Nei giorni in cui i Blue Jackets giocano – o meglio giocavano... – in mattinata andavo dapprima in palestra e in seguito sul ghiaccio insieme all’allenatore dei portieri e ai giocatori in sovrannumero o infortunati. Quando la partita iniziava tornavo in palestra per lavorare a livello di potenziamento muscolare e poi di “cardio”. Come è facile immaginare qui è tutto molto professionale e organizzato nei minimi dettagli. Gli altri giorni mi sono allenato solo la mattina. Non ho avuto modo di lavorare con la prima squadra, ma questo già lo sapevo fin dall’inizio. Coach John Tortorella è un tipo tosto: già prima del mio arrivo disse che fino al termine della stagione avrebbe contato solo sui portieri già a disposizione. Ed è stato giusto così».
Come si para in NHL, Elvis?
«Dico solo che nel corso della prima settimana di allenamento non riuscivo a bloccare un solo disco (ride di gusto, ndr). È una questione di posizione, di centimetri che però a questi livelli fanno la differenza. Qui va tutto molto più veloce rispetto alla Svizzera, i giocatori appena ricevono il puck sanno già dove tirare. E raramente sbagliano la mira. Per un estremo difensore la componente atletica diventa allora fondamentale: bisogna sempre essere pronti a fare il “paratone”, magari in spaccata, è impensabile giocare in modo preciso e composto come in NL. È una maniera di stare in porta e di vivere il ruolo di portiere che mi piace, anche se fisicamente è davvero più dura rispetto alla Svizzera».


Felice, dunque, dell’esperienza fatta?
«Assolutamente sì, sono molto contento di aver avuto questa opportunità. Sono certo che mi servirà per il mio futuro. Lavorando con gli allenatori dei portieri dell’organizzazione ho avuto tanto tempo a disposizione per studiare e per capire di cosa ho bisogno per potermi affermare come estremo difensore in NHL. Questo periodo è stato utilissimo anche in vista della preparazione estiva. Mi sono reso conto che mi ci vuole ancora del tempo per essere davvero al cento per cento, ma avrò appunto l’estate per lavorare ancora sodo».
E di vacanze non se ne parla?
«Per ora no, niente vacanze. Anzi, ora che la stagione di Columbus è ufficialmente terminata volerò in Slovacchia per disputare i Mondiali con la Lettonia. Se i Blue Jackets fossero andati avanti sarei invece rimasto in America. Partirò dopodomani e arriverò a Zurigo venerdì. In seguito andrò direttamente a Bratislava e mi aggregherò al resto del gruppo: sinceramente non so come farò con il fuso orario, meglio non pensarci per adesso. Ma non potevo dire di no alla mia nazionale, è sempre un onore vestire la maglia della Lettonia. Solo dopo i campionati del mondo mi concederò qualche giorno di vacanza con la mia ragazza, insieme ai miei grandi amici Elia Mazzolini e Sacha Tosques. Prima però farò un salto in Lettonia per stare un po’ con mia mamma e mio fratello. Ho insomma ancora qualche viaggio in programma prima di staccare la spina. Il mio “campo base” estivo, prima di tornare in Nordamerica, sarà comunque Lugano».
Intanto sui social media spopolano le tue foto in compagnia di un simpaticissimo cagnolino...
«Sì, è il mio nuovo amico Koby, un cuccioletto di tre mesi. Da tempo la mia ragazza ed io volevamo un cane, ma siccome entrambi soffriamo di allergia avevamo sempre esitato. Koby è un cane... “antiallergico” (ride, ndr), non perde i peli e siamo felicissimo di averlo con noi. Quando l’ho visto non ho resistito e l’ho preso immediatamente: ormai io sono fatto così, o tutto o niente. Lo porterò a Lugano e non vedo l’ora di fare lunghe passeggiate con lui sul lungolago».
Elvis Merzlikins nella prossima stagione sarà il portiere dei Columbus Blue Jakcets?
«Sinceramente ancora non lo so. Anche perché Columbus ha da poco ingaggiato un altro portiere, il russo Daniil Tarasov. Ha 20 anni e la concorrenza non mi spaventa, ma non si sa mai cosa può succedere in NHL. Qui è davvero tutto un business: puoi alzarti la mattina a Columbus e ritrovarti la sera a Chicago perché sei stato scambiato con un altro giocatore. Inoltre bisogna vedere cosa farà la franchigia con Sergei Bobrovsky: ha disputato dei playoff incredibili, se la squadra è arrivata così lontana il merito è in gran parte suo. Ha giocato su livelli fenomenali. Per il momento non ho insomma la minima idea di ciò che mi aspetta: non mi rimane che stare tranquillo e attendere le decisioni del club. Come ho detto, in NHL le cose funzionano in questo modo. Ma a proposito, il Lugano ha trovato un portiere per il prossimo campionato?».
Non ancora, Elvis. Non ancora.