Eric Landry: «Nel terzo tempo abbiamo cambiato attitudine»

Da penultimo a decimo nel giro di 24 ore. Dalla rimonta subita venerdì a Zugo a quella inflitta stasera al Friburgo. La classifica resta evidentemente strettissima, ma almeno tre avversarie dirette - Langnau, Bienne, Kloten - hanno rallentato. E l’Ambrì Piotta può approfittarne, cullando scenari fino a qualche settimana fa inimmaginabili. Oggi la squadra di Eric Landry e René Matte ha ribaltato i burgundi nel terzo tempo: da 1-2 a 4-2. Passati subito in vantaggio con Zwerger, i biancoblù si sono poi fatti troppo passivi, creando poco o nulla in attacco fino alla seconda sirena (appena 9 tiri) e subendo il sorpasso ospite nel periodo centrale, ad opera di De la Rose e Wallmark (in power-play e con la sfortunata deviazione di Zgraggen). Nemmeno due superiorità numeriche consecutive, all’inizio del secondo tempo, sono servite a svegliare i padroni di casa. Ma nella terza frazione, capitan Grassi e compagni sono tornati in pista determinati, con tanta voglia di prendere in mano la partita. E ci sono riusciti. «Non abbiamo dovuto dire chissà cosa nel secondo intervallo», ci spiega Eric Landry. «A livello tattico non abbiamo apportato accorgimenti. Semplicemente, i ragazzi sono stati bravi a cambiare attitudine appena hanno toccato il ghiaccio per il terzo tempo. Siamo riusciti a riprendere il controllo del match e a sfruttare le nostre occasioni. Nei primi 40 minuti il Friburgo ha certamente gestito il disco meglio di noi, concedendoci pochi spazi per ripartire, ma siamo comunque riusciti a limitare i danni».
Proprio una ripartenza micidiale di Joly è stata all’origine del 2-2. Abbattuto da Johnson, il topscorer canadese si è procurato un rigore che ha poi trasformato con freddezza, infilando il puck tra i gambali di Galley. Da quel momento, i biancoblù hanno continuato a spingere, trovando il 3-2 con un’azione rocambolesca: palo di De Luca, guantone di Nemeth, testa di Dorthe e schiena di Lukas Landry. Il più giovane dei figli del coach ha così segnato la sua terza rete stagionale, nonché il suo terzo «game winning goal». «Probabilmente non verrà ricordata come la sua rete più bella, ma conta solo che il disco entri», dice papà.
Cinque squadre tra Paradiso e Inferno
Nel finale, con Galley richiamato in panchina da Rönnberg, il Gottéron è tornato a spingere, ma Philip Wüthrich, autore di un’ottima partita a difesa della gabbia biancoblù, non ha tremato. E Miles Müller ha infine chiuso i conti a porta vuota, proiettando i leventinesi in zona play-in. Un traguardo che va difeso con i denti e che fa bene soprattutto al morale, dopo due mesi oggettivamente complicati. «La classifica può cambiare ogni sera, l’equilibrio è totale, ma del resto eravamo già abituati dalla scorsa stagione», afferma Landry. «Sin dall’inizio eravamo consapevoli di dover lottare ad ogni partita per regalarci un posto al sole. Ora siamo cinque squadre in cinque punti, comprese tra la zona play-in e i playout. Non resta che pensare alla prossima sfida, giovedì a Davos, e continuare a progredire». I margini di miglioramento non mancano di certo, in casa leventinese. A cominciare dalla continuità all’interno della stessa partita. Il primo tempo di Zugo e il terzo di stasera rappresentano il livello a cui ambire.
