Fischer: «La Danimarca non è solo Ehlers»

Ieri Herning si è svegliata incredula per l’impresa della Danimarca contro il Canada. Poi è tornata alla sua imperturbabile quiete. In mattinata la nazionale svizzera ha lasciato l’albergo nei pressi della stazione e alle 11.50 è decollata da Billund per raggiungere Stoccolma. Nel tardo pomeriggio, dopo un allenamento facoltativo poco gettonato, i rossocrociati hanno rilasciato delle interviste sulla sfida che li attende. Nessuno di loro aveva probabilmente preso in considerazione l’ipotesi di affrontare la Danimarca in una semifinale mondiale: «È una bella storia, afferma Patrick Fischer. «Hanno disputato una partita incredibile, battere il Canada non è facile». Rispetto alla partita vinta 5-2 due settimane fa, nella seconda giornata del torneo, sarà un’altra sfida. «Noi siamo cresciuti, loro anche. A livello tattico, però, non ci sono più segreti. Il nostro piano di gioco è sempre lo stesso. Vogliamo aggredirli, metterli sotto pressione, lavorare intensamente in difesa. Saranno importanti i dettagli e la disciplina. Chi avrà più energia, avrà più possibilità di andare in finale. E sono sicuro che noi, di energia, ne abbiamo molta».
Nikolaj Ehlers, arrivato da Winnipeg per l’ultima partita della fase a gironi, come il suo compagno ai Jets Nino Niederreiter, ha cambiato il volto della squadra, segnando reti fondamentali contro la Germania e il Canada. «È il loro miglior giocatore, il pericolo numero uno, dovremo essere pronti a contenerlo, ma affrontiamo un’intera squadra e non un solo uomo. Dobbiamo rispettare ogni giocatore danese, hanno tutti dimostrato di saperci fare. Molti di loro militano nel campionato svedese e si sentiranno a casa anche qui. Altri giocano in Finlandia o, nel caso di Jensen, in Svizzera. Noi abbiamo più esperienza nelle semifinali e questa ci aiuterà, come è successo contro l’Austria. Saremo più calmi e pazienti. Ma dovremo comunque giocare il miglior hockey di cui siamo capaci».