Il Lugano va a infrangersi sul muro eretto dal Friburgo

La scalata verso uno dei primi sei posti della classifica del Lugano, per ora, si interrompe qui. Meno brillanti del solito, i bianconeri sono infatti stati battuti dal Friburgo con un 4-0 che non ammette discussioni. Forse, direbbe Mitell, anche queste sconfitte fanno parte del processo di crescita. Fatto è che, primo tempo a parte, mai il Lugano ha dato l’impressione di poter dare davvero fastidio ad un Gottéron sceso in Ticino motivato e agonisticamente cattivo al punto giusto. Un Friburgo che ha decisamente meritato i tre punti.
Per vie periferiche
Solo nel corso dei primi venti minuti di gioco - si diceva - il Lugano ha fatto gioco pari con il suo avversario e la rete di svantaggio al 20’ puniva oltremodo la squadra di Tomas Mitell. In seguito però, il Friburgo ha preso in mano il pallino del gioco e non l’ha di fatto mai mollato. Il Lugano ci ha provato, ma è andato regolarmente a sbattere contro il muro eretto dai friburghesi a centro pista e poi davanti a Reto Berra. Un muro invalicabile, per un Lugano meno preciso e più pasticcione del solito. Il Gottéron ha insomma costretto i bianconeri a procedere sopratutto per vie periferiche, evitando così grossi pericoli. E quando il Lugano è riuscito a scardinare il sistema difensivo burgundo, ci ha pensato il già citato Berra a chiudere la saracinesca.
Scaltro e cinico
Il Friburgo è stato poi scaltro e cinico a sfruttare le sue occasioni da gol. Un pasticcio della difesa bianconera, un inutile fallo di Sekac e il Lugano si è ritrovato con la necessità di recuperare due reti prima di metà partita. Ma praticamente mai - occorre ribadirlo - ha dato la sensazione di poter compiere la rimonta. Forse perché, a causa dell’infortunio di Perlini, Mitell è stato colstretto a modificare il volto di alcuni dei suoi terzetti d’attacco.
Sconfitta fisiologica
Forse ha ragione, il tecnico svedese del Lugano, quando afferma che i bianconeri non sono ancora una squadra da top 6. Il Friburgo ha invece dimostrato - anche con tanto «mestiere» - di meritare la posizione in classifica che occupa. Niente drammi, insomma. A Zugo c’è subito la possibilità di ritentare l’assalto. Sperando di non trovare un altro muro. «Dopo il primo loro gol - spiega Canonica - ci siamo disuniti e abbiamo cercato troppo le giocate individuali. Il Friburgo è stato bravo a tenerci fuori dallo slot: per noi è una lezione da imparare».
