Il Lugano va Bienne, anzi benissimo

Cosa aveva lasciato, fino ad ora, la pausa per la nazionale al Lugano? Una brutta sconfitta a Langnau e un successo importante ma risicato a Kloten. Il Bienne era insomma un ottimo test per capire lo stato di forma della formazione bianconera. Per capire se questa squadra avrebbe presto ritrovato la verfve che le aveva permesso di vincere sei partite di fila prima della sosta internazionale. Ancora senza capitan Thürkauf, il Lugano ha recuperato Luca Fazzini – bloccato a Kloten da problemi di stomaco – ma ha perso l’ammalato Marco Zanetti. Tomas Mitell ha così spostato Jesper Peltonen nella quarta linea d’attacco e – per la prima volta – ha schierato in qualità di 13. attaccante il 17.enne Anton Basanidis. Ragazzo nato a Mosca, ma che ha fatto tutta la trafila nel settore giovanile bianconero.
Esame superato
Un bel test – si diceva – al cospetto di un Bienne facente parte del gruppone che lotta per un posto nei play-in e arrivato a Lugano al gran completo. Un test che i bianconeri hanno superato a pieni voti, impartendo una vera e propria lezione di hockey ai seeländer: 6-0 il risultato. «Siamo soddisfatti – dice Connor Carrick – perché abbiamo disputato una partita solida. Abbiamo sfruttato le nostre occasioni, segnando anche in power-play, ma tutto parte dalla difesa. Quando si è solidi dietro, è più facile avere successo. Ora dobbiamo restare con i piedi per terra, ma non sarà difficile. Quando si vince si deve continuare a fare quello che porta ad avere appunto successo. È quando si perde che si cercano spesso soluzioni complicate».
Nel primo periodo si è visto un bel Lugano, disciplinato dietro – ha concesso pochissimo al Bienne – e aggressivo al punto giusto davanti. Logica, allora, la rete del vantaggio realizzata da Luca Fazzini al 7’00’’.
L’unica pecca è di non aver concretizzato maggiormente le tante occasioni avute. L’allungo è stato però solo rimandato, in un periodo centrale in cui bianconeri si sono scatenati. La squadra di Tomas Mitell ha preso alla gola il Bienne e non ha più allentato la morsa, andando a segno ancora con Fazzini – e per fortuna che la sera precedente era malato… – e poi due volte con un finalmente convincente Mike Sgarbossa. Concretizzando anche – abbastanza raro per sottolinearlo – un power-play. Un Lugano insomma che nel periodo centrale ha lasciato solo le briciole ai seeländer, offrendo trame di gioco che hanno ricordato quelle regalate al pubblico prima della pausa della nazionale. E un Lugano che nel terzo periodo ha gestito con tranquillità la situazione, colpendo ancora una volta in power-play con Canonica. E poi ancora con Sgarbossa. Due reti di Fazzini, una tripletta di Sgarbossa e pure due gol realizzate in situazione di superiorità numerica. Era davvero difficile chiedere di più, a questo Lugano.
