Il panettone ha un retrogusto amaro

Davos Bianco Natale o Natale in bianco? A Davos inizia a nevicare tra il primo e il secondo tempo, poi smette. L’Ambrì Piotta, invece, smette (di volare) a tre minuti dalla terza sirena. Sul più bello. In doppio vantaggio fino al 57’07’’ grazie alle reti di Müller e Jelovac, i leventinesi si fanno riagguantare nel giro di 53 secondi, perdendo poi ai rigori. Un bel regalo per i grigionesi di Vitolins, che chiudono un weekend da cinque punti lanciando al meglio la loro Coppa Spengler. Per i biancoblù, in attesa di addentare un morbido panettone, non resta che mangiarsi le mani per quello che poteva essere ed invece non è stato. «Abbiamo imparato un’altra lezione», dice Michael Fora, tra i migliori in pista.
Il punticino salvato alla Vaillant Arena permette comunque ai leventinesi di scalare altre due posizioni e di installarsi al quarto posto. Non proprio il modo peggiore per chiudere il 2018. «Ma neanche il migliore», prosegue l’ex capitano. «L’ideale sarebbe stata un’altra vittoria. È andata così, ne faremo tesoro. Avremo di che riflettere durante le feste natalizie, così da tornare più forti a gennaio. Il Davos è stato bravo ad alzare il ritmo nel finale e a prendere fiducia dopo il primo gol. Noi, invece, ci siamo tirati troppo indietro. Non siamo stati disperati come sabato sera contro il Berna e l’abbiamo pagato. È importante come finisci una partita. E noi, pur mostrando delle belle cose, non l’abbiamo finita bene».
Insomma, l’Ambrì non si accontenta. E questo, di per sé, è già un segno di maturità. Anche se stavolta, nell’immaginario, restano soprattutto le ingenuità che sono costate due punti. «Questo per noi era un test molto difficile dopo una giornata ricca di emozioni come quella che abbiamo vissuto sabato», dice Luca Cereda. «Prima c’è stata l’apertura del cantiere della nuova pista, poi una bella vittoria in un ambiente caldissimo. Svuotare la pancia in così poche ore e presentarci affamati a Davos non era scontato, ero proprio curioso di vedere come avrebbe risposto la squadra. Credo che l’esame sia stato superato solo a metà. Ne trarremo insegnamento, cercando di migliorare per il futuro».
L’Ambrì ha tirato tanto, più del Davos. E ha segnato le sue reti in due momenti importanti, all’inizio del secondo e del terzo tempo. Un doppio vantaggio gestito bene per diversi minuti. Fino al 2-1, infatti, Elias Bianchi e compagni non hanno concesso quasi nulla ai grigionesi. Cereda, però, non è molto soddisfatto della prestazione: «Non avevamo giocato bene neanche prima di subire la rimonta. Sin dall’inizio ho avuto la percezione che non fosse una grande partita. Siamo stati poco fisici e molto lenti, proponendo cambi troppo lunghi. La voglia c’era, ma abbiamo cercato di vincere con il minimo sforzo e giustamente siamo stati puniti. Siamo coscienti di aver preso la buona strada, ma la via che ci attende è ancora lunga e dobbiamo crescere. Mancano tante partite, è inutile parlare di playoff. Il nostro obiettivo resta la salvezza e non lo diciamo per scaramanzia. Sappiamo da dove arriviamo e dove vogliamo andare. La partita di oggi ci ricorda che il lavoro non manca. Siamo felici di vedere i nostri giocatori contenti. Soprattutto sabato sera, oggi un po’ meno. Percepiamo di avere una buona base su cui rimettere i piedi ogni volta che cadiamo. Lavorando in modo costante e serio possiamo sempre ripartire ed è quello che faremo a gennaio, dopo un po’ di riposo».
Ieri l’Ambrì ha dovuto fare a meno di Christian Pinana, infortunatosi la sera prima alla Valascia. Si è fatto di nuovo male alla spalla e oggi verrà visitato dai medici. «Speriamo non sia nulla di grave - dice Cereda - ma per lui è un periodo molto sfortunato». In compenso, Michael Fora sta tornando sui livelli ai quali aveva abituato tutti la scorsa stagione: «Mi sento sempre meglio, è normale. Ma c’è ancora da lavorare». Prima, però, il panettone. E magari la neve.
Il termometro
I tre migliori
Michael Fora: pian piano sta tornando ai livelli della scorsa stagione. Autoritario e concreto.
Fabio Hofer: Senn gli nega la gioia del gol, ma l’austriaco gioca con vivacità ed è spesso pericoloso.
Jgor Jelovac: corona con la rete del 2-0 una prestazione solida. Si assume diverse responsabilità.
Il peggiore
Bryan Lerg: non riesce ad accendere l’interruttore e sbaglia anche il rigore, una sua specialità.