Ambrì Piotta

Il primo derby in biancoblù di Joly: «Più che cercare vendetta, voglio ritrovare il mio miglior hockey»

L'attaccante canadese, scaricato dai bianconeri a inizio estate, non è ancora riuscito a lasciare il segno in Leventina: «Sto giocando con tanta frustrazione, ma so che prima o poi le cose cambieranno»
© CdT/Gabriele Putzu
Fernando Lavezzo
30.09.2025 06:00

Scaricato dal Lugano a inizio estate, Michael Joly si appresta a vivere il suo primo derby in biancoblù. Ammesso che Cereda glielo faccia giocare. Sabato a Friburgo, infatti, l’attaccante québécois è finito in sovrannumero. Immagine perfetta di un periodo negativo.

Destini incrociati

Otto partite, zero gol, un assist. E alcuni errori madornali che hanno regalato reti pesanti agli avversari. Insomma, il primo mesetto di Michael Joly in Leventina non è andato benissimo. L’Ambrì annaspa e lui non emerge. Voleva farsi rimpiangere dal Lugano, dimostrare al ds bianconero Janick Steinmann che su di lui si era sbagliato. Non c’è riuscito. Non ancora. Ma chissà, forse è un segno del destino. Forse, deve essere proprio il derby a rilanciare la stagione del trentenne di Gatineau. «Io credo che ogni cosa succeda per un motivo», ci dice. «Se poi questo significhi credere nel destino, non lo so. Le cose non stanno andando come vorrei, per me e per l’Ambrì. Sto giocando con tanta frustrazione, ma conosco il mio potenziale e quello della squadra. Continuando a insistere, prima o poi le cose miglioreranno. Magari già nel derby. Oggi la situazione è questa, ma ogni giorno offre una nuova chance. Io voglio ancora dimostrare al Lugano che ha sbagliato a rinunciare a me, ma adesso si tratta soprattutto di tornare a giocare il mio miglior hockey».

Tornare alla Cornèr Arena da avversario non lascia Michael indifferente: «Sarà un po’ strano, ma anche molto emozionante. Ho ancora degli amici a Lugano, ma ultimamente non ci siamo sentiti. Preferisco passare il tempo con i nuovi compagni. Di sicuro sarà una partita difficile, ma anche divertente, tra due squadre che non hanno iniziato bene il campionato e che vogliono riscattarsi».

Il peso del disco

Come detto, sabato è toccato a lui restare fuori. Da inizio stagione, Cereda sta alternando i suoi cinque attaccanti canadesi. Ma se nelle prime sette giornate la tribuna era toccata solo a Tierney, Petan e Formenton, nelle ultime due gare gli esclusi sono stati DiDomenico (venerdì contro lo Zugo) e appunto Joly. «Ho accettato la decisione del coach senza problemi. All’interno del nostro spogliatoio non sono l’unico a provare frustrazione per come stanno andando le cose sul ghiaccio, ma sono convinto che invertire la tendenza sia solo una questione di tempo. Siamo un bel gruppo, andiamo d’accordo tra di noi e con lo staff. Per questo sono fiducioso. Le occasioni per segnare non ci mancano. Io, ad esempio, ne ho avute già diverse. Anche venerdì, sullo 0-0. Ma in certi momenti il disco è più pesante del solito. A volte sei convinto di aver effettuato un tiro impeccabile, ma poi non entra. Altre volte, invece, sbucci malamente il puck, eppure finisce in rete lo stesso. Periodi meno fortunati possono capitare a tutti, anche ai migliori giocatori di NHL. Ripeto: è solo una questione di tempo. Io continuerò a lavorare e a provarci».

Semplificare l’arte

La sterilità offensiva non è l’unico problema di Mike, che si è fatto notare per i troppi dischi persi pericolosamente. L’1-0 dello Zugo, venerdì alla Gottardo Arena, è nato proprio così. È inevitabile, dunque, pensare che la sua esclusione 24 ore dopo sia dipesa anche da quell’errore: «Non è così», assicura Joly. «Lo staff tecnico non ha preso questa decisione per punirmi. Semplicemente, vista la frustrazione di cui parlavo prima, ha ritenuto che per me fosse utile liberare un po’ la mente, per poi ripartire più leggero in vista del derby».

Artista sul ghiaccio, inventore di finte spettacolari, nelle ultime due stagioni Joly ha incantato il pubblico della Cornèr Arena. Soprattutto nel 2023-24, nel corso della sua prima esperienza in Ticino, quando ha formato un micidiale terzetto con Daniel Carr e Calvin Thürkauf, firmando 20 gol e 28 assist in regular season. L’anno scorso, complici alcuni problemi fisici, ha giocato solo 40 partite, totalizzando 12 gol e 20 assist. Poi l’improvviso addio, da lui definito «poco professionale». «Ho grande rispetto per le qualità offensive di Michael, ma quando immagino il Lugano del futuro, non vedo come il suo modo di giocare si possa adattare», aveva detto Steinmann a fine giugno. Ora è Cereda a chiedere a Joly – e a tutto l’Ambrì – di semplificare il gioco. Per accontentarlo, Mike dovrà snaturarsi? «Non si tratta di cambiare il mio stile. Cereda sa che mi piace creare e non mi chiede di rinunciare alle mie qualità. Si tratta semmai di scegliere il momento giusto per provare una giocata». E magari decidere un derby.