Il terzo tempo è da incubo, Joren van Pottelberghe pure

No, niente rimonta, questa volta. Se contro il Kloten il Lugano era riuscito a riprendere in mano la partita negli ultimi cinque minuti di gioco, con il Langnau non c’è stato nulla da fare. No, non è sempre domenica. Per i bianconeri, in casa, è ora di darsi una bella mossa. Perché va bene il processo di crescita, va bene il nuovo staff tecnico e va bene l’integrazione complicata di alcuni giocatori. Ma certe basi, nell’hockey, non dovrebbero mai mancare. Per nessuna ragione al mondo.
Attitudine inconcepibile
Non dovrebbe mai mancare la giusta attitudine, per esempio. Ed invece il terzo tempo del Lugano - in questo senso - è stato uno scempio. Molli, confusi, incapaci di dare un minimo di ritmo alla sfida, i bianconeri si sono fatti dominare dal Langnau. Inconcepibile e imperdonabile. «Purtroppo - sottolinea l’ex di turno Brian Zanetti - non è la prima volta che succede. In casa, nell’ultimo periodo, viene a mancarci la costanza di rendimento. A caldo è difficile spiegarne ne ragioni, ma è chiaro che siamo stati imprecisi e abbiamo commesso troppi errori».
No, in casa - con il Kloten, lo ribadiamo, era andata bene - il Lugano ancora non c’è. «Credo - prosegue Zanetti - che sia un caso. Noi cerchiamo di giocare allo stesso modo sia in trasferta che davanti ai nostri tifosi».
Un bel dilemma
A peggiorare il tutto c’è un dilemma che ha nome e cognome: Joren van Pottelberghe. Sarebbe ingeneroso attribuire al portiere tutte le colpe per la sconfitta, ma almeno tre reti dei tigrotti sono sue. Lo si vede ad occhio nudo: lento negli spostamenti, ha vissuto pure lui una serata da incubo. E se da un lato deve giocare per ritrovare il ritmo partita, dall’altra il Lugano non può permettersi di concedere - diciamo così... - l’estremo difensore agli avversari. Brian Zanetti, ovviamente, lo difende: «Non serve a nulla puntare il dito contro qualcuno, nel terzo tempo il Langnau ci è stato superiore. Tutto qui».
E dire che dopo quaranta minuti di gioco il Lugano mertiava probabilmente qualcosa di più di un pareggio. Ma, ancora una volta, sono emerse le difficoltà degli attaccanti a trovare la via della rete. Ha fallito alcune chiare occasioni, il Lugano, a cui non è bastato il rientro di Jiri Sekac, preferito a Brendan Perlini. Le difficoltà tattiche in fase di transizione si stanno pure trasformando inuna bella gatta da pelare. Sì, è stata davvero una serataccia, per i bianconeri.