Hockey

«In NHL con Elvis? Io e lui non parliamo d’altro»

Gregory Hofmann ci parla del suo infortunio e dell’interessamento dei Columbus Blue Jackets, la squadra dell’amico Merzlikins
Hofmann e Merzlikins in uno scatto del 2019. © CdT/Chiara Zocchetti
Fernando Lavezzo
23.02.2021 21:23

Gregory Hofmann ha vissuto un San Valentino agrodolce. L’amore non c’entra, quello va a gonfie vele. È stato l’hockey a giocare con i suoi sentimenti, proprio il 14 febbraio. Prima con una notizia buona, poi con una cattiva. La buona: i Columbus Blue Jackets hanno acquisito i suoi diritti per la NHL da Carolina. La cattiva: un infortunio lo terrà fermo fino a fine marzo.

Insieme, nel 2018, hanno sfiorato un titolo con il Lugano. Il primo a suon di parate, il secondo con raffiche di gol. Insieme, nel 2019, hanno lasciato il Ticino, uno per il Nordamerica, l’altro per lo Zugo. Un giorno, a riunire Elvis Merzlikins e Gregory Hofmann, potrebbe pensarci la NHL. I Columbus Blue Jackets, la squadra del portiere lettone, hanno infatti acquisito dai Carolina Hurricanes i diritti per il 28.enne attaccante rossocrociato. «Significa tantissimo», ci dice Greg. «I Blue Jackets hanno manifestato molto interesse nei miei confronti. Mi hanno tenuto d’occhio, hanno visto quello che sono riuscito a fare nelle ultime stagioni ed evidentemente qualcosa li ha colpiti. È gratificante, lo considero un riconoscimento per il lavoro svolto, ma anche uno stimolo e un’opportunità per ciò che voglio fare in futuro».

Un futuro che Hofmann sogna oltre oceano: «Fino a fine stagione avrò in testa soltanto lo Zugo. Del resto, con Columbus non ci sono ancora state delle discussioni serie su un possibile contratto o sui prossimi passi da compiere. Però, rispetto alla situazione precedente con Carolina, sento che qualcosa è cambiato. Non percepivo vere attenzioni da parte degli Hurricanes, tutto si era un po’ bloccato. Non c’erano più stati messaggi, dialoghi o feedback riguardanti ciò che ho fatto e sto facendo».

© Keystone/Urs Flüeler
© Keystone/Urs Flüeler

Sulla scia di Kubalik e Suter
In Ohio, come detto, Gregory ritroverebbe un vecchio amico: «Io ed Elvis ci sentiamo spesso e l’argomento, nelle ultime settimane, è stato sempre quello. Da quando gioca in NHL, lo seguo con grande attenzione, emozionandomi per ogni sua conquista. Già da qualche mese si sapeva di un interessamento di Columbus nei miei confronti, per cui è da un po’ di tempo che io e lui scherziamo su questa possibile reunion nel campionato più bello del mondo. Elvis mi ha già parlato della squadra, della città, di come funziona la vita da quelle parti. Quando la notizia è diventata ufficiale, era felice quanto me».

Oltre a Merzlikins, negli ultimi tempi diversi altri ragazzi sono riusciti a farsi largo in NHL partendo dalla Svizzera: Kubalik, Suter e Kurashev, tutti approdati a Chicago, hanno aperto un nuovo varco in cui anche Hofmann potrebbe infilarsi. «Ogni giocatore segue un suo percorso personale e il mio è certamente diverso da quello dei tre attaccanti citati. Loro, tanto per cominciare, sono più giovani di me. Kurashev ha addirittura sette anni in meno. Io ho vissuto delle esperienze diverse, ma il loro successo è comunque indicativo. Mi dà fiducia, mi fa credere che anche per me ci possa essere uno spazio in NHL. Kubalik e Suter hanno entrambi vinto la classifica dei marcatori qui da noi e ora sono molto produttivi anche oltre oceano, dove spesso e volentieri riescono a fare la differenza. La considero anche un’ottima pubblicità per tutto l’hockey svizzero e per il nostro campionato».

© Keystone/Marcel Bieri
© Keystone/Marcel Bieri

L’infortunio e la nuvoletta
La priorità di Hofmann, ora, è recuperare dall’infortunio: «È il secondo problema fisico serio della mia carriera», ci racconta Greg. «Nel gennaio del 2014, durante la penultima stagione con il Davos, mi era andata molto peggio: rottura del legamento crociato del ginocchio destro e pausa forzata di otto mesi. Stavolta me la caverò con sei settimane di stop, ma è comunque difficile da accettare. È capitato tutto in un momento un po’ delicato: la squadra stava girando alla grande, io mi sentivo bene, avevamo trovato un ottimo ritmo e una bella intensità. Dovrò avere pazienza e lavorare duramente per poter tornare al 100% nei playoff».

Nonostante la prolungata assenza di Gregory Hofmann, lo Zugo è ben attrezzato per proseguire il suo volo in testa alla classifica. Rispetto alla concorrenza, i Tori sembrano vivere su una nuvoletta: «Ma non è affatto così, i piedi li teniamo per terra. Le cose sono difficili anche per noi e non siamo mai soddisfatti. Tutto parte da uno staff tecnico molto esigente, attentissimo ai dettagli. Discutiamo moltissimo su cosa fare per migliorare ulteriormente. Vinciamo spesso, è vero, ma non è tutto evidente. Ci sono serate complicate e non sempre giochiamo bene. Anche in quei casi, però, troviamo un modo per imporci e questo, classifica alla mano, fa la differenza. Vogliamo diventare una squadra capace di vincere ogni partita. È un concetto ben radicato nella testa di tutti. Non accettiamo le sconfitte, lottiamo come dei leoni anche in allenamento».

La prova del nove, per lo Zugo, arriverà nei playoff: «Si sa, ogni campionato è diviso in due stagioni. Dopo 52 partite, ripartiremo tutti da zero. La regular season, però, resta importante anche per accumulare fiducia, consapevolezza, automatismi. Imparare a vincere adesso, si rivelerà utile anche nei giochi per il titolo».

Lo Zugo sfonderà quasi certamente il muro dei 100 punti. E chissà fin dove potrà arrivare. «Sinceramente non ci pensiamo più di tanto. L’obiettivo è vincere il titolo, tutto il resto fa parte del percorso. Tra metà novembre e fine gennaio siamo andati a punti per 21 partite consecutive. Lì, effettivamente, si è iniziato a parlare di un record storico, stabilito nel 1988 dal Lugano. I bianconeri arrivarono a 23 risultati utili consecutivi. Ci è mancato poco, non nego che fosse diventato un obiettivo, ma ripeto: ogni partita è difficile, anche per noi. In questo campionato nessuno ti regala niente. Quando tutto va così bene, poi, capita di rilassarsi un pochino e di togliere il piede dall’acceleratore. Qualche piccolo schiaffo fa sempre bene per ritrovare il giusto ritmo e la miglior attitudine».

Momento gossip. In novembre, Gregory si è sposato con Jessica: «La nostra vita è bellissima. È stato un passo importante, emozionante. Dopo quasi sei anni insieme, abbiamo suggellato il nostro amore».