Janik Steinmann, ancora nel nome della cultura

È lui il grande stratega della primavera bianconera. Arrivato in Ticino dopo l’esonero di Luca Gianinazzi e la rescissione del rapporto con Hnat Domenichelli, Janik Steinmann sta rivoltando il Lugano come un calzino. Si sta insomma imponendo come un direttore sportivo dalle idee chiare e senza mezzi termini. Lo si era già intravisto nei playout con l’Ajoie, quando – non ancora ufficialmente in carica – aveva preso in mano la situazione imponendo una sorta di silenzio stampa alla formazione allora guidata da Uwe Krupp.
Il giusto equilibrio
Il suo primo passo concreto è poi stato di fatto la scelta del nuovo staff tecnico composto da Tomas Mitell e Stefan Hedlund, quest’ultimo già suo pupillo a Rapperswil. «Gli allenatori – ci aveva spiegato pochi giorni prima dell’annuncio del nuovo coach – dovranno impostare un tipo di gioco che si sposi con la mia filosofia hockeistica. La formazione la decideranno ovviamente loro, ma io sarò sempre presente in tribuna, negli allenamenti e durante le partite. Abbiamo chiuso al penultimo posto il campionato: significa che facciamo schifo e che bisogna creare una nuova cultura a Lugano». Alla parola “cultura” – e alle mosse fino ad oggi messe in atto – non si può non pensare a Roland Habisreutinger, con il quale Steinmann non ha insomma in comune solo il fatto di essere svizzero tedesco. Tutti si rammentano delle eclatanti prime parole di Roland: «Porterò una nuova cultura del lavoro». Il rapporto tra l’ex ds e l’esterno – tifosi e media – era poi stato sovente conflittuale e complicato, a causa dello spigoloso carattere di Habisreutinger. Il Lugano di oggi ha invece bisogno soprattutto di serenità ed allora Steinmann – con tutte le componenti del club, ma anche con chi sta intorno – dovrà essere bravo a trovare un giusto equilibrio nelle sue dichiarazioni e nei modi di fare.
Una certa logica
Dichiarazioni che, in fin dei conti, non costituiscono la pietra miliare per un salto di qualità. Importano molto di più – bella scoperta... – le mosse di mercato. E, come si diceva in precedenza, il general manager sta rivoltando questo Lugano come un calzino. L’ultima notizia non è stata propriamente un fulmine a ciel sereno, ma ha comunque del clamoroso. La separazione da Michael Joly ha fatto storcere il naso a una fetta del popolo bianconero e ha di fatto definitivamente cancellato il terzetto composto da Carr – anch’egli sacrificato -, Thürkauf e dallo stesso Joly. Un terzetto dominante, in Svizzera, due campionati fa. Ma non si può vivere nel passato e l’addio a Joly – elemento comunque spettacolare – può rispondere a una certa logica. Quella di un Lugano che sta prendendo forma più sul carattere e la leadership dei suoi elementi che sulla loro classe individuale, senza nulla togliere alle qualità prettamente sportive dei nuovi stranieri. «Joly – ha commentato Steinmann - crede in qualcosa di diverso dalla nostra filosofia. Per costruire una nuova cultura – rieccola qui… - il mio ruolo mi impone di prendere decisioni anche dure».
Ma vale per tutti?
Se il sacrificio di Joly non è insomma scandaloso, l’augurio è che la riflessione di Steinmann tocchi anche altri elementi che hanno deluso – e parecchio – lo scorso anno. Il general manager non ha mai ufficialmente confermato né Jiri Sekac né Calle Dahlström, ma non ha nemmeno mai lasciato intendere una loro partenza. Il «ci aspettiamo di rivederli tutti a Lugano alla ripresa degli allenamenti» era stato pronunciato da Steinmann quando Joly ancora faceva parte della rosa bianconera. E tutti hanno visto come è andata a finire. Con l’addio del canadese, la netta impressione è che il Lugano abbia comunque bisogno di un nuovo attaccante straniero in grado di trovare la rete con regolarità. Un elemento capace di risolvere – magari con un guizzo – una certa tipologia di partite. E questi non può di certo essere Aleksi Peltonen, a cui Steinmann ha dato a sorpresa una nuova opportunità. Dietro il difensore import è arrivato: una separazione da Dahlström appare allora auspicabile, se non addirittura necessaria.