Hockey

Joly: «Lugano poco professionale con me, ad Ambrì mi sento davvero voluto»

L'attaccante canadese è felice della nuova avventura in Leventina, ma non ha apprezzato il modo in cui l'HCL ha gestito la sua situazione: «Voglio dimostrare che i bianconeri si sono sbagliati, ma soprattutto intendo dare prova ai tifosi biancoblù che sono uno di loro»
© KEYSTONE/MASSIMO PICCOLI
Fernando Lavezzo
05.08.2025 15:45

Michael Joly appare molto sereno. Alla Gottardo Arena, del resto, si è sempre trovato bene, anche quando giocava per il Lugano. Il 3 novembre del 2023, in questa pista, il canadese firmò addirittura una tripletta in un derby poi vinto dai biancoblù. Il 7 marzo del 2024 fu invece tra i protagonisti della clamorosa rimonta bianconera in gara-1 dei play-in, quando l’Ambrì Piotta buttò via quattro reti di vantaggio davanti ai suoi increduli tifosi. Storie del passato, certo, che però testimoniano l’importanza del fantasista québécois nella squadra allora allenata da Luca Gianinazzi. Ecco perché il suo trasferimento in Leventina, dopo la brusca rottura decisa dal nuovo general manager bianconero Janick Steinmann, continua a far rumore.

Addio improvviso

Lo strappo non è stato indolore. «Lo scorso giugno, quando il Lugano mi ha fatto sapere di non volermi più (nonostante un altro anno di contratto, ndr.), ho vissuto un momento emotivamente forte. Steinmann è stato molto chiaro: per me, alla Cornèr Arena, non ci sarebbe più stato posto. Personalmente, credo che il modo in cui è stata gestita questa situazione non sia stato professionale, ma non intendo aggiungere altro. È andata come è andata, ora bisogna guardare avanti. Ovviamente mi è dispiaciuto per i tifosi bianconeri, mi sono trovato bene e ho sempre cercato di dare il massimo per loro. Adesso, però, non voglio più pensarci. Sono semplicemente felice di essere ad Ambrì e di poter iniziare un nuovo capitolo».

Questione di feeling

Michael Joly è il primo straniero nella storia a passare direttamente dal Lugano all’Ambrì Piotta. «Quando Paolo Duca ha manifestato il suo interesse, ho capito subito che sarebbe stata la soluzione ideale per me e per mia moglie Laura (sposata un mese fa, ndr.). Il Ticino ci è sempre piaciuto, ma la cosa più importante è poter giocare in una squadra che ti vuole veramente, con un allenatore che desidera lavorare con te. Parlando con Luca Cereda, ho subito capito che ci teneva ad avermi e che avrebbe saputo sfruttare al meglio le mie caratteristiche. Qui ho ricevuto un benvenuto molto caloroso, sia dai tifosi, sia dalla squadra. Darò il massimo per questa maglia e sento che tutto andrà per il verso giusto».

Uno stimolo in più

Lo scorso 10 giugno, avevano colpito le parole con cui Janick Steinmann si congedava ufficialmente da Joly: «Ho grande rispetto per le qualità offensive di Michael e per la sua persona. Ma, quando immagino il Lugano del futuro che sto cercando di disegnare, non vedo come il suo modo di giocare si possa adattare». L’ala canadese era già stata messa ai margini sul finire della scorsa stagione da coach Uwe Krupp. Ora il québécois avrà uno stimolo in più per il prossimo campionato: dimostrare al GM bianconero che si sbagliava. «È così», conferma il trentenne di Gatineau. «Ma soprattutto voglio dimostrare ai tifosi dell’Ambrì Piotta che adesso sono uno di loro e che darò il massimo per questa maglia. Negli scorsi anni, ho sentito solo cose positive sull’HCAP. Conosco bene la famiglia Landry, in estate mi sono spesso allenato con Eric e Manix, e anche questo è stato un fattore nella mia scelta di giocare qui. Loro due vengono dalla mia stessa città e ci intendiamo a meraviglia. Da quando sono arrivato in Leventina, ho percepito soltanto gentilezza e apprezzamento. Adattarmi al nuovo sistema di gioco non sarà un problema. In 9 anni di professionismo, ho lavorato con tanti allenatori diversi e ognuno aveva le sue idee. L’Ambrì gioca un hockey fatto di transizioni veloci, uno stile che a me piace molto».