Kodie Curran: «Seguo sempre il cuore, odio le cose fatte a metà»
È arrivata anche l’ora di Kodie Curren. Il difensore canadese ha fatto il suo esordio in biancoblù a Zugo, disputando una partita solida e concreta. Dopo aver girato mezza Europa, rimarrà in Leventina almeno fino a novembre: «Ho lasciato la KHL per la mia famiglia, qui sto benissimo e non penso troppo al futuro. Come sempre, andrò dove mi porta il cuore».
L’attesa è stata lunga, ma alla fine Kodie Curran ha potuto festeggiare il suo esordio con la maglia dell’Ambrì Piotta. Un esordio vincente, inoltre. Il 34.enne difensore canadese è stato tra i protagonisti del successo biancoblù a Zugo: «Non giocavo da praticamente sei mesi – spiega Curran – e allora alla Bossard Arena ho cercato di fare le cose nella maniera più semplice possibile, senza strafare. Mi sono concentrato soprattutto sulla fase difensiva. Per me si trattava pure di conoscere un po’ meglio i miei compagni, sul ghiaccio, e credo che sia andata piuttosto bene. Abbiamo affrontato una squadra forte come lo Zugo e siamo riusciti ad imporci: è questo che conta di più».
Per il bene della famiglia
Ha atteso con pazienza il suo momento, Curran, senza lasciarsi prendere dal nervosismo: «Non direi che è difficile rimanere sempre pronti, anche quando non si gioca. Per me è semplicemente qualcosa di nuovo. Non sono mai stato in sovrannumero in carriera, a parte in NHL, e quindi è qualcosa a cui devo abituarmi. Un professionista deve sempre essere pronto, questo è semplicemente un modo diverso di esserlo. In questo momento ad Ambrì siamo in otto stranieri, tutti bravi, per sei posti. Ognuno di noi vuole ovviamente sfruttare al meglio le proprie occasioni: la cosa più importante è rimanere sempre positivi e dare una mano al gruppo in ogni circostanza. Per il bene dello spogliatoio è fondamentale essere un buon compagno di squadra».
Dopo due stagioni in KHL, il canadese ha deciso di lasciare il campionato russo e di accettare un contratto che – per ora – scadrà in novembre: «Si è trattato di una decisione familiare. Ho trascorso due stagioni nella KHL da solo, senza mia moglie e le nostre due figlie di 5 e 3 anni. Abbiamo deciso di rimanere uniti, quest’anno, e non volevamo portare le nostre figlie in Russia. L’Ambrì Piotta mi ha dato la splendida opportunità di trasferirmi in Svizzera e l’ho colta al volo.
Novembre è però dietro l’angolo: «No, non è evidente sapere che il mio contratto scadrà così presto, ma in carriera ho dovuto attraversare momenti ben più complicati. Sono grato al club biancoblù per avermi dato la possibilità di giocare nel campionato svizzero e desidero davvero investirmi al massimo per questa maglia. Come ho detto, voglio essere un buon compagno di squadra e un elemento sul quale lo staff tecnico possa fare affidamento quando lo ritiene opportuno. Voglio darmi tutte le chance di rimanere ad Ambrì anche dopo novembre: per ora nella mia mente c’è questo. Sto benissimo qui: l’ambiente è meraviglioso, vado molto d’accordo con i compagni e con lo staff tecnico e i tifosi sono fantastici. Non ho mai fatto le cose a metà, nella mia vita: per ora penso dunque solo all’Ambrì e in seguito vedremo quel che succederà».
Un percorso atipico
Nel 2016 Kodie Curran lascia la AHL e si trasferisce in Danimarca. Non certo il campionato più prestigioso al mondo: «Devo essere sincero: mi sono trasferito in Danimarca perché in quel momento era l’unica possibilità concreta che avevo. L’ho accettata però con entusiasmo, senza pregiudizi. Mi sono impegnato al massimo e questo mi ha permesso non solo di avere successo nel campionato danese, ma anche di aprirmi nuove porte. Per questo, lo ripeto, non amo fare le cose a metà. Ho sempre preso le mie decisioni seguendo ciò che mi suggeriva il mio cuore, mai per altre ragioni. Per questo credo di aver avuto successo praticamente ovunque io abbia giocato». Ora il 34.enne sta scoprendo il campionato svizzero: «Che è davvero di ottimo livello. Ogni squadra ha una profondità davvero impressionante. In passato mi avevano detto che le due prime linee, quelle con gli stranieri, erano buone, ma che poi mancasse qualcosa a livello appunto di profondità. Mi sono subito dovuto ricredere: qui ci sono tantissimi giocatori abilissimi tecnicamente e fisicamente molto ben messi. Ho visto pure un gran numero di giovani estremamente promettenti. Quella svizzera è di sicuro tra le quattro-cinque migliori Leghe al mondo con la NHL, la AHL, la KHL e il campionato svedese. Non necessariamente in quest’ordine».
La gioia della Spengler
In realtà Curran ha già frequentato le piste svizzere. Nel 2018 ha preso parte alla Coppa Spengler con il Team Canada: «È stata un’esperienza fantastica, inoltre mia moglie in quel periodo era incinta della nostra prima figlia e quindi i ricordi legati alla Coppa Spengler sono ancora più dolci. Mi piacerebbe tantissimo partecipare di nuovo al torneo e, questa volta, andare a Davos insieme a tutta la famiglia. Per noi canadesi vestire la maglia con la foglia d’acero è qualcosa di speciale, nessuno si sognerebbe mai di dire di no. È stato insomma bellissimo trascorrere le feste natalizie disputando quel torneo: ho appeso la maglia indossata alla Spengler in casa mia».