Mondiali di hockey

La grinta di Glauser, capitano per caso ma non troppo

La Svizzera affronta l'Austria nei quarti di finale - Il difensore numero 43, definito «leader incredibile» da Fischer, ha ereditato la «C» da Nico Hischier: «Pensiamo solo a noi stessi: giocando come sappiamo, avremo buone possibilità di vincere»
© KEYSTONE/Salvatore Di Nolfi
Fernando Lavezzo
22.05.2025 06:00

Tre capitani rossocrociati in sette partite. La via per l’oro è lunga e tortuosa, è prematuro chiedersi chi alzerebbe la coppa in caso di trionfo. Ma su chi porterà la «C» oggi pomeriggio, nel quarto di finale con l’Austria, non ci sono dubbi. Sarà Andrea Glauser. Intronizzato dopo l’infortunio di Nico Hischier, l’ormai ex difensore del Losanna ha ricoperto il ruolo contro la Norvegia e l’Ungheria. Lasciato a riposo contro il Kazakistan, martedì il futuro friburghese è stato sostituito da Andres Ambühl. Ma Patrick Fischer non ha cambiato idea: «Dopo il k.o. di Nico con la Germania, abbiamo subito pensato a ‘‘Glausi’’. È un leader incredibile, un giocatore tutto cuore. Porta in pista emozioni, energia e grinta».

Il diretto interessato è onorato: «Sono fiero della fiducia accordatami da staff tecnico e compagni. Prima della sfida con la Norvegia, Fischer mi ha detto che ero stato scelto per sostituire Hischier nel ruolo di capitano. Lo considero un attestato di stima. È la conferma che sto facendo qualcosa di buono per la Nazionale. Allo stesso tempo, ritengo che molti miei compagni avrebbero potuto trovarsi al mio posto. Nel nostro spogliatoio, infatti, i leader non mancano. Ed è anche per questo motivo che siamo una buona squadra».

Nessuna pressione

Una buona squadra, eccome. Infatti la Svizzera affronta i quarti da logica favorita. Più che mai, vien da dire. Un aspetto, questo, che potrebbe nascondere delle insidie. Capitan Glauser, però, tira dritto: «Personalmente, non subisco la pressione esterna. Nessuno può mettermene addosso più di quanta me ne metta da solo. E credo che per i miei compagni sia la stessa cosa. Siamo concentrati solo su noi stessi. La fase preliminare è andata bene, abbiamo raggiunto i nostri obiettivi, ma adesso si tratta di vivere o morire. Giocando il nostro hockey per 60 minuti, avremo una buona possibilità di vincere, ma l’Austria è un avversario da rispettare».

Ripartire da zero

Giocare i quarti da favorita non è una novità per la Svizzera. Per la terza volta negli ultimi quattro anni, i rossocrociati hanno chiuso il girone al primo posto. «Abbiamo costanza e sappiamo di essere forti, ma tutto si decide in una gara secca, in cui tutto va veloce», dice Patrick Fischer. «Devi essere pronto e intelligente. L’anno scorso, contro la Germania, ci siamo riusciti. In passato, invece, non è sempre andata così. Siamo contenti di come abbiamo giocato fin qui. Ci dà fiducia, sappiamo cosa fare. Ma quanto è capitato nei primi dodici giorni del Mondiale non conta più. Oggi si riparte da zero, contro un avversario in gran forma».

Grande stima

Patrick Fischer ha grande stima dell’Austria e del suo allenatore, il 60.enne svizzero Roger Bader: «Non posso immaginare cosa provi lui, da svizzero, ad affrontare la Nazionale del suo Paese. Sicuramente sogna di batterci. Da noi, Roger non ha sempre ricevuto il rispetto che avrebbe meritato. È un bravissimo allenatore. Ogni tanto ci sentiamo, ci scambiamo delle idee. Sono contento per lui e per l’Austria. Già l’anno scorso erano arrivati vicini ai quarti di finale e stavolta ce l’hanno fatta giocando un hockey propositivo, creativo e coraggioso. Noi siamo i favoriti, non vogliamo nasconderci, ma la partita è ancora tutta da giocare. Tra le cosiddette ‘‘piccole’’, l’Austria è quella che ha fatto più passi in avanti negli ultimi anni. A livello collettivo hanno cambiato mentalità. Non pensano solo a difendersi, amano andare all’attacco. E a livello di individualità possono contare su alcuni giocatori che troverebbero spazio anche nella nostra squadra».

Questione di feeling

Dopo aver cambiato ripetutamente i suoi terzetti d’attacco, complici l’infortunio di Hischier e gli inserimenti in corso d’opera di Fiala e Niederreiter, Fischer sembra aver individuato il line-up definitivo. Al centro di Fiala e Niederreiter, come nel terzo tempo con il Kazakistan, ci sarà Ambühl: «Ho abbastanza esperienza per sapere con chi preferiscono giocare i miei ragazzi», spiega il tecnico rossocrociato. «Kevin e Nino hanno sempre avuto un feeling molto speciale. Per quanto riguarda Büehli, beh, tutti vogliono giocare con lui». Nella speranza che la sua carriera non finisca oggi.

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