Hockey

La nuova dimensione di Calvin Thürkauf

Idolo indiscusso del Lugano due stagioni fa, il capitano bianconero si è calato in un ruolo diverso sotto la direzione di coach Tomas Mitell – Anche Patrick Fischer, in nazionale, non esita ad attribuirgli compiti più difensivi: «Ma io sono sempre contento quando indosso la maglia della Svizzera»
© Ti-Press / Alessandro Crinari
Flavio Viglezio
10.12.2025 06:00

Un anziano signore non sta più nella pelle, nei corridoi della Cornèr Arena: «Non so più – dice – da quanti anni non vedevo giocare così bene il Lugano». Gli amici annuiscono, hanno appena assistito al successo dei bianconeri sul Berna. Il pubblico si è spellato le mani con applausi convinti, la passata stagione sembra lontana anni luce. Già, sta volando, la squadra bianconera. Ed allora si discute dei metodi e delle scelte di Tomas Mitell – il coach che sorride sempre – della classe e del rinnovo di contratto di Zach Sanford, delle reti e dei pali di Luca Fazzini, della metamorfosi di Calle Dahlström. Si parla invece meno – anche un po’ a sorpresa – di colui che rimane un pilastro centrale del gioco bianconero. Un paio di anni fa, capitan Calvin Thürkauf era diventato l’idolo indiscusso della tifoseria bianconera. Non che la gente non lo apprezzi più – ci mancherebbe altro – ma sembra entrato in una sorta di zona più ombrosa, per il popolo del Lugano. Eppure a 28 anni è nel pieno della sua maturità hockeistica e dopo una stagione disgraziata per lui – a causa di un brutto infortunio – e per la squadra, Thürkauf è tornato a essere uno dei punti fermi di questo Lugano. Chissà, forse da lui ci si attendevano nuovamente i numeri che lo avevano portato in una dimensione che gli aveva permesso di vincere il premio quale MVP del campionato 2023-24. Ma a livello di produzione pura sarebbe ingiusto attendersi ciò che gli era riuscito in quella regular season, quando in 52 partite aveva totalizzato la bellezza di 28 reti e 32 assist. Numeri da capogiro, tanto che il club aveva a lungo temuto una sua partenza verso la NHL. Ma era un altro Lugano, che davanti faceva affidamento quasi esclusivamente sulla sua linea, magistralmente completata da Daniel Carr e Michael Joly.

Un nuovo ruolo

Sì, quello di Mitell è un altro Lugano. Una formazione che punta essenzialmente – lo si evince dal tempo trascorso in pista dai vari giocatori – sulla forza e sulla compattezza del gruppo. Non è allora una caso se la quarta linea – formata quasi sempre da Marco Zanetti, Giovanni Morini e Aleksi Peltonen – si stia sempre più guadagnando la fiducia del coach svedese.

E Thürkauf? Se non è più il giocatore altamente spettacolare di due anni fa, forse è perché da lui questo nuovo Lugano si attende un nuovo ruolo, fatto di grandi sforzi – come centro – anche e soprattutto a livello difensivo. Secondo, appunto, la filosofia di Mitell. Eppure il capitano rimane il terzo miglior marcatore della squadra (con 8 gol e 11 assist), dietro a Zach Sanford e a Luca Fazzini. E – sempre dietro a Sanford – è l’attaccante più utilizzato da Mitell con 18’20’’ di ghiaccio a partita. Mirco Müller, il bianconero che rimane di più in pista, viaggia a una media di 19’46’’ a incontro. Nessuno, a Lugano, supera i 20 minuti a partita. Anche questo è uno dei segreti dei successi attuali della formazione bianconera. Ma su questa nuova versione di Thürkauf il tecnico svedese può contare ad occchi chiusi.

Una storia d’amore

Ha mancato tre partite di campionato a causa di un infortunio a un gomito nella tappa finlandese dell’Euro Hockey Tour, Thürkauf. Un infortunio meno grave di quanto si potesse temere, per fortuna sua e del Lugano. Eppure, nonostante tutto, alla nazionale Calvin non rinuncia mai. E Patrick Fischer – che pure, molto spesso, gli attribuisce compiti in prevalenza difensivi – non fa praticamente mai a meno di lui. Da domani a domenica, prenderà parte agli Swiss Ice Hockey Games. Già, Zurigo. La città dove la Svizzera giocherà i prossimi Mondiali e dove Fischer – dopo dieci anni – dirà addio alla selezione elvetica. Sì, quella tra Thürkauf e la nazionale è ormai una vecchia storia d’amore. Non si rinuncia mai, a una storia d’amore.

Fiero e felice

È attaccatissimo alla maglia rossocrociata, Thürkauf: «Io – ci dice – sono sempre fiero e felice di andare in nazionale e di rappresentare il mio Paese. Stavolta – prosegue con un sorriso – spero di poter giocare le tre partite del torneo. Sono molto felice di raggiungere i miei compagni rossocrociati e ho voglia di dare il mio contributo per provare a vincere il torneo. Siamo una buona squadra e guardo con piacere a questo appuntamento». Un torneo che arriva a meno di due mesi dall’inizio delle Olimpiadi: anche per Thürkauf la concorrenza per prendervi parte sarà agguerrita, considerata la presenza degli svizzeri della NHL. Ma sembra non pensarci, per il momento.

Le scelte giuste

Calvin ha accolto con pacatezza l’annuncio dell’addio di Fischer al termine dei Mondiali casalinghi: «È un peccato – spiega – che ‘‘Fischi’’ abbia deciso di lasciare. Ma sono certo che la Federazione abbia fatto le scelte giuste per la squadra nazionale. Hanno valutato bene il profilo del nuovo allenatore e hanno scelto Jan Cadieux. Non lo conosco bene, l’ho incontrato una volta lo scorso anno, ma il curriculum parla a suo favore. Ha svolto un ottimo lavoro a Ginevra, in una squadra che non vinceva da tanto tempo».

Può allora lasciare da soli per qualche giorno i suoi compagni bianconeri, Thürkauf. Li ritroverà per lo sprint prenatalizio del campionato. «Beh – chiosa – le vittorie casalinghe contro Kloten e Berna ci permettono di affrontare questa sosta con il sorriso. Adesso ci godiamo questo momento per qualche giorno e poi riprenderemo a lavorare duro». Come sa fare Thürkauf: sì, anche se se ne parla meno.

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