L’Ambrì fa fuoco e fiamme e poi gestisce la situazione

Dalla depressione alla gioia più sfrenata, a volte è un attimo. Dai fischi al boato di entusiasmo, a volte è un attimo. Con una decisa reazione d’orgoglio - e ovviamente anche di gioco - l’Ambrì Piotta si è messo alle spalle il brutto incontro con gli Orsi e il successo con il Ginevra Servette è il quarto - in sei uscite - della gestione Landry/Matte. I leventinesi hanno insomma dato un calcio all’aria di crisi e di pessimismo che iniziava ad aleggiare nell’aria fina della Gottardo Arena. I tre punti, oltre che a muovere la classifica, permettono ai biancoblù di fare il pieno di fiducia in vista della difficile trasferta a Losanna.
Un tiro al bersaglio
Ci ha messo venti minuti, l’Ambrì Piotta, a regolare la pratica Servette. Il Ginevra è arrivato tardi in Leventina, a causa del traffico trovato per strada e l’incontro ha dovuto essere posticipato di una mezzoretta. Ed allora vien da dire che un buon numero di giocatori del Servette è rimasto sul bus. O che, magari, avrebbe preferito rimanere sul torpedone. Perché l’Ambrì Piotta ha fatto in pieno il suo dovere: ha subito preso per il collo la formazione di Ville Peltonen e - nei primi venti minuti di gioco - non ha più mollato la presa. Dopo meno di due minuti i leventinesi erano già in doppio vantaggio e al 13’57’’ - dopo una rete capolavoro di Michael Joly, capace di attraversare a velocità supersonica tutta la pista - il Ginevra è stato costretto a chiamare il time-out. Ma non è cambiato nulla: deciso nei contrasti, veloce nelle ripartenze e preciso sotto porta, l’Ambrì Piotta ha proseguito il suo tiro al bersaglio al cospetto di un Ginevra che non ci ha capito nulla. E che ha avuto nel portiere Robert Mayer - ed è tutto dire - uno dei suoi migliori elementi.
Gestione intelligente
La rete di Granlund a fin di sirena non ha scalfito il morale dei leventinesi. Che nel prosieguo della partita hanno gestito con buona intelligenza tattica il cospicuo vantaggio. Certo, ferito nell’orgoglio il Ginevra ha provato a rientrare, ha saputo a tratti mettere sotto pressione la difesa leventinese, che non si è però mai lasciata intimidire più di quel tanto. E dopo la serataccia vissuta contro il Berna , va sottolineata l’ottima prestazione di un Gilles Senn che ha ritrovato immediatamente ottime sensazioni. Insomma, per quaranta minuti l’Ambrì Piotta ha giocato in gestione, senza disdegnare qualche ficcante proiezione offensiva. Per passare dalla depressione alla gioia. Per passare dai fischi al boato di liberazione.
