Ghiaccio bollente

Le chiavi del derby

Venerdì la quarta sfida stagionale tra Lugano e Ambrì Piotta
Si torna a respirare aria di derby ©CDT/GABRIELE PUTZU
Flavio Viglezio
17.11.2021 20:29

La pausa novembrina consascrata agli impegni della nazionale rossocrociata costitusice un naturale spartiacque della stagione. C’è un prima e un dopo Deutschland Cup, insomma. Termina la fase di studio – chiamiamola così – del campionato: da adesso si inizia a fare davvero sul serio. Le squadre approfittano della sosta per fare il punto della situazione, ricaricare le batterie e lavorare su ciò che ancora non funziona. È questo il periodo in cui saltano pure le prime panchine: a rispettare la tradizione quest’anno ci ha pensato il Ginevra, che ha cacciato Pat Emond incoronando al suo posto Jan Cadieux.

È invece ancora saldamente al suo posto Chris McSorley, nonostante i pessimi risultati del Lugano. Ha puntato tutto sul tecnico canadese, il club bianconero, offrendogli un contratto di tre anni e le chiavi dello spogliatoio. È lui l’allenatore chiamato a riportare in alto il nome del Lugano. L’ipotesi di un suo possibile esonero al momento è puro fantahockey.

Le prossime settimane – da qui a Natale i bianconeri disputeranno dieci partite – saranno fondamentali. Dieci occasioni per provare a rimettersi in carreggiata e per capire se McSorley è l’uomo giusto al posto giusto. Il problema – se così si può dire – è che il Lugano dopo la pausa ripartirà immediatamente dal derby. Se è vero che una vittoria contro l’Ambrì Piotta potrebbe di colpo rilanciare le quotazioni dei bianconeri, un’eventuale sconfitta rischierebbe di minare ulteriormente le poche certezze di cui dispone attualmente la squadra. Senza parlare del crescente malumore della piazza, messo provvisoriamente e provvidenzialmente a tacere dalla sosta. In palio alla Cornèr Arena non ci saranno insomma solo i tre punti. La pressione – stavolta per davvero – sarà tutta sulle spalle dei bianconeri. E di McSorley in particolare.

Al di là del prestigio e del desiderio di battere gli storici rivali, l’Ambrì Piotta scenderà in pista con una relativa serenità. In altre parole, i biancoblù possono vincere il derby, ma non devono vincerlo ad ogno costo: la classifica al momento è più che tranquilla, contro l’Ajoie sono arrivati tre punti importanti e la serie negativa di otto sconfitte consecutive con il Lugano è stata spezzata grazie al successo ottenuto alla Gottardo Arena il 15 ottobre scorso. Sono riunite tutte le condizioni per fare bene, in buona sostanza, e questo Luca Cereda lo sa perfettamente.

Il Lugano invece – lo ha affermato lo stesso direttore sportivo bianconero, Hnat Domenichelli – non ha più alibi. Cambiare in fretta passo è un obbligo, anche e soprattutto perché la sosta ha permesso a McSorley di recuperare praticamente tutti gli infortunati. E anche Daniel Carr – toccando ferro – è ormai vicinissimo al rientro. E che a nessuno in casa bianconera salti in mente di dire che servirà un po’ di tempo per inserire nuovamente nei meccanismi del sistema chi è stato fuori a lungo. Di pazienza per quest’anno il popolo bianconero ne ha già avuta abbastanza. Le incognite però, figlie della prima parte della stagione, non mancano. A partire dal rendimento di un pacchetto straniero fin qui deludente. A Lugano ci si augura che Mark Arcobello abbia ritrovato smalto e brillantezza, mentre su un risveglio di Mikkel Boedker scommettono in pochi. Ma è soprattutto a livello di attitudine e di sforzo collettivo che ci si attende un deciso salto di qualità da parte dei bianconeri. L’Ambrì Piotta medita il colpaccio che può amplificare ulteriormente la crisi bianconera: forti di un sistema di gioco ormai collaudatissimo i biancoblù daranno l’anima per vincere il loro secondo derby di fila. Poco ma sicuro. Toccherà al Lugano dimostrarsi all’altezza della situazione.