Hockey

Linus Omark: «Quella volta scelsi il Ginevra e adesso il Lugano, perché no?»

Il nuovo attaccante bianconero è pronto per l'esordio contro il Berna: «Adoro giocare a hockey, voglio aiutare il Lugano a vincere il più partite possibili senza pensare troppo al futuro»
©Gabriele Putzu
Flavio Viglezio
22.09.2025 17:30

Se la coperta offensiva del Lugano è corta, ecco quella di Linus. Battutaccia, certo, ma che fotografa senza troppi margini di errore la situazione bianconera. Con Sekac e Kupari in infermeria e alla disperata ricerca di reti che tardano ad arrivare, il Lugano si affida a Linus Omark. Il 38.enne svedese oggi ha svolto il primo allenamento con i suoi nuovi compagni: Mitell lo ha inserito nella linea completata da Zach Sanford e Luca Fazzini e lo ha pure subito provato in un quintetto di power-play.

Giorno dopo giorno

Sorridente e rilassato, Omark spiega le ragioni che lo hanno spinto ad intraprendere la sua terza avventura in Svizzera, dopo quelle vissute con Zugo e Ginevra Servette: «Perché ho scelto il Lugano? Perché non avrei dovuto (ride, Ndr)? Quando Janick Steinmann mi ha chiamato e mi ha offerto un accordo fino a novembre, mi sono detto che per me si trattava della situazione ideale. È un giusto lasso di tempo per disputare un buon numero di partite, per cercare di aiutare la squadra e per vedere cosa posso fare di buono. Parlando anche con la famiglia, non ci sentivamo di firmare subito un contratto per tutto l’anno con un club. Sei settimane è un periodo perfetto per cominciare».
Sei settimane. Per adesso la mente dello svedese non si spinge oltre. Al momento, in altre parole, Omark non è arrivato a Lugano con l’idea fissa di trascorrere tutta la stagione in maglia bianconera. Si vedrà, insomma: «La mia concentrazione adesso come adesso è quotidiana. Voglio prendere giorno per giorno, insomma, senza pensare troppo a quello che accadrà. Adoro giocare a hockey, voglio aiutare il Lugano a vincere il più partite possibili senza pensare troppo al futuro». Si sente pronto, lo svedese: «Devo imparare a conoscere i miei compagni, di molti non conosco nemmeno il nome… Ma ho voglia di giocare, di fare le cose giuste in pista e di concentrarmi su cambi corti ma intensi». Nel primo allenamento Omark è stato inserito nella linea completata da Fazzini e Sanford. «Speriamo di fare buone cose insieme. Ho visto che a Fazzini piace tirare in porta e allora spero di offrirgli qualche disco interessante».

In buone condizioni

Non ha ancora giocato, in questa stagione, Linus Omark. Ma – almeno a parole – non sembra preoccupato dalla mancanza di ritmo: «È vero – conferma – non gioco dalla fine della passata stagione, ma non sto per disputare la prima partita della mia carriera. So come funzionano le cose. Come ho detto, il mio obiettivo è crescere giorno dopo giorno per fornire un contributo importante. Durante la fine della primavera e l’estate ho fatto quello che faccio sempre da vent’anni a questa parte. Certo, giocare è un’altra cosa. I medici mi hanno però appena detto, dopo i test, che sono in buone condizioni. Mi fa piacere (ride, NdR)». Lugano non è una città sconosciuta a Omark. «Ero venuto qui a 19 anni per disputare un torneo con il Lulea. Mi era piaciuta molto l’atmosfera della città e mi ero detto che sarebbe stato bello un giorno giocare qui. Ecco, è successo quasi 20 anni dopo».

La chiusura del cerchio

Dopo aver vinto il titolo con il suo club storico – il Lulea – Omark ha deciso di non giocare più in Svezia. Una scelta strana, per certi versi, che l’attaccante spiega però con semplicità. «Il mio sogno era quello di vincere il campionato con il Lulea ed è un sogno che ho potuto realizzare. Tre anni fa avevo perso la finale proprio contro il Färjestad allenato da Tomas Mitell e dopo essere tornato a Ginevra volevo davvero chiudere il cerchio vincendo con il mio club. Ci sono riuscito e ne sono felicissimo, ma era tempo di guardare avanti e di raccogliere nuove sfide. Se ho pensato al ritiro? Ho pensato a molte cose, ma giocare a hockey mi dà ancora molti stimoli».

Avventura rinviata

Soprattutto in Svizzera, un paese che Omark afferma di adorare: «Mi piace la Svizzera, adoro i suoi paesaggi. Mi piace la mentalità della gente. Inoltre, ovviamente, il campionato di hockey è bellissimo. C’è tanta qualità, c’è velocità, tutte cose che mi piacciono molto. Adesso dopo un’esperienza nella Svizzera tedesca e una in Romandia si chiude un altro cerchio con questa avventura in Ticino». Un’avventura che avrebbe potuto vivere già qualche anno fa: «Quando mi sono trasferito in Svizzera per la seconda volta, la scelta era tra il Ginevra e il Lugano. Perché ho scelto il Servette? Perché avevo sentito cose molto brutte di Lugano (ride di gusto, Ndr). Sto scherzando, ovviamente. Forse in quel periodo il Ginevra mi aveva voluto un po’ di più rispetto al club bianconero, ma era destino che un giorno io arrivassi qui».

Prime impressioni

Nonostante un inizio di stagione non facilissimo per il Lugano, Omark ha trovato uno spogliatoio unito e con tanta voglia di fare bene: «Ho avvertito sensazioni positive, anche se ho trascorso solo due o tre ore con i miei nuovi compagni. So che nonostante qualche sconfitta la squadra ha giocato un buon hockey e c’è fiducia. È solo una questione di tempo, arriveranno anche i risultati».

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