Hockey

Lombardi e il peggior autogol nella storia recente dell’Ambrì

L’attuale allenatore Luca Cereda e il direttore sportivo Paolo Duca – venuti a conoscenza della possibile decisione dell'esonero - non hanno evidentemente preso bene la notizia
©Andrea Branca
Flavio Viglezio
07.10.2025 19:45

Un fulmine a ciel sereno? No, molto di più se le notizie trapelate nelle ultime ore dovessero trovare conferma. Si tratterebbe di una vera e propria bomba pronta ad esplodere da un momento all’altro. Sono ore caldissime, in Leventina: stando ai portali Watson.ch e contropiede.ch, il presidente Filippo Lombardi avrebbe segretamente incontrato a Zurigo Christian Dubé. Il tema dell’incontro? La panchina dell’Ambrì Piotta – exit Cereda, dunque – e forse anche la scrivania occupata da Paolo Duca. Boom. Fatto è che l’attuale allenatore e il direttore sportivo – venuti a conoscenza del fatto - non hanno evidentemente preso bene la notizia. Potrebbe insomma succedere di tutto, nelle prossime ore, alla Gottardo Arena. Certo, i biancoblù hanno iniziato malissimo il campionato e non c’è club in cui, ad un certo punto, non ci si interroghi sul futuro di un coach. Ma di colpo salterebbe in aria la teoria della grande famiglia leventinese, della fiducia cieca in Cereda e Duca. Una fiducia confermata da Lombardi solo pochi giorni fa, dopo il successo alla Cornèr Arena. Salterebbero in aria quei valori che il club ed il presidente Lombardi pretendono di veicolare in una sorta di unicum nell’hockey svizzero. «Cereda resterà al suo posto anche se dovessimo perdere venti partite di fila. Per chi non è contento, ci sono altre tredici squadre di NL per cui tifare», aveva tuonato un paio di anni fa Lombardi.

Ecco invece che, come in ogni famiglia, quando le cose non vanno per il verso giusto ci si rimangia facilmente la parola. Incontrare in segreto un potenziale nuovo tecnico – e forse anche ds – non è una sorpresa. Sono i tempi e i modi a fare storcere il naso. La stagione è appena iniziata e il tempo per raddrizzarla c’è tutto. E l’Ambrì Piotta visto all’opera contro il Davos – o nel derby con il Lugano – sembra tutto fuorché una squadra che gioca contro il suo allenatore. Caro presidente Lombardi, dove sono finiti i concetti di identità, di leggenda unica leventinese, dove è oggi il «chi siamo e da dove veniamo»? Non c’è mai da scandalizzarsi per l’eventuale avvicendamento di un coach, ma se l’era Cereda-Duca era giunta al capolinea la dirigenza avrebbe potuto e dovuto prendere decisioni drastiche al termine della passata stagione, quando era stata promessa una profonda analisi della situazione. Comunque andranno le cose, qualcosa oggi si è con ogni probabilità irrimediabilmente rotto tra la dirigenza leventinese e la guida sportiva. Una frattura che arriva tra l’altro sull’onda di una partenza in campionato che era difficile immaginarsi tanto complicata.

Comunque andranno le cose, come reagiranno i giocatori? Se tutto corrisponde al vero, quella di Lombardi sarebbe una vera e propria pugnalata nella schiena del Cere e di Duke. Soprattutto del direttore sportivo, al quale spetta normalmente il compito di scegliere il tecnico. E non aiuta il mantra dello staff sportivo portato avanti negli anni: non c’è Duca senza Cereda e non c’è Cereda senza Duca. Ma forse ad Ambrì, spesso accecati dalla leggenda del piccolo paese che sfida le grandi città, si è perso il senso della misura. Senza capire – o facendo finta di non capire – che tutto il mondo è paese. Duca e Cereda non sono riusciti a far compiere all’Ambrì Piotta un ultimo salto di qualità, ma in questi lunghi anni hanno portato stabilità e una certa chiarezza di intenti. No, sportivamente non sarebbe uno scandalo se prima o poi dovessero uscire di scena. E c’è chi – come è normale che sia – ne sarebbe pure felice. Ma umanamente il presidente Lombardi ha realizzato un incredibile e grottesco autogol. Il peggiore da quando guida le sorti del club leventinese.

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