Hockey

Lorenzo Canonica e le ali della libertà

Nel suo primo assaggio di Nazionale, «Lollo» è stato schierato al centro, ma nel Lugano è esploso giocando alla sinistra di Sanford e Fazzini: «In questo ruolo è tutto un po’ più facile, ho ritrovato quella fiducia a livello offensivo che avevo nelle giovanili»
© KEYSTONE/ANDREAS BECKER
Fernando Lavezzo
17.12.2025 06:00

Per una settimana intera, la SwissLife Arena di Zurigo è stata la sua pista. E chissà che in maggio non possa esserla di nuovo, in occasione dei Mondiali casalinghi. Difficile, certo, ma non impossibile. Nell’attesa, stasera Lorenzo Canonica ci farà ritorno nelle più abituali vesti dell’avversario. Non in rossocrociato, dunque, ma in bianconero. «La prima esperienza con la Nazionale maggiore è stata molto positiva», racconta l’attaccante del Lugano, reduce dalle combattute sfide (perse) contro Svezia, Cechia e Finlandia nell’ambito dell’Euro Hockey Tour. «È andato tutto molto in fretta. Lunedì mattina Patrick Fischer mi ha chiamato, convocandomi per sostituire l’infortunato Tristan Scherwey. La sera stessa ero già a Zurigo. Fortunatamente, io e David Aebischer – che a sua volta ha dovuto rimpiazzare Fabian Heldner – abbiamo fatto in tempo a coordinarci con Calvin Thürkauf e Dario Simion per viaggiare tutti insieme».

Subito in castigo

Il primo cambio di «Lollo» in rossocrociato non è stato memorabile, visto che «Fischi» lo ha mandato in pista per la prima volta al 28’05’’, ma solo per scontare i 5 minuti di penalità rimediati da Andrea Glauser. Poi le cose sono si sono fatte più interessanti: «Quando parti come tredicesimo attaccante, devi essere pronto a tutto, anche a stare fermo parecchio tempo senza muovere le gambe. Non è evidente, ma ho pensato soprattutto a godermi la serata. Nella seconda parte del match, ho effettuato alcuni buoni shift. Poi, contro Cechia e Finlandia, sono stato inserito stabilmente al centro della quarta linea, giocando tra i 10 e i 12 minuti. Come primo assaggio, non posso proprio lamentarmi. È stato speciale».

Volti noti

L’integrazione, per il 22.enne, è stata immediata: «Oltre ai miei tre compagni del Lugano, conoscevo già diversi altri giocatori con i quali ho fatto la trafila nelle selezioni giovanili. Con lo staff tecnico, inoltre, avevo già avuto l’opportunità di lavorare in estate, al Prospect Camp di Davos. Come ho detto prima, in Nazionale sono tornato a giocare al centro, nel mio ruolo originario, e ho impiegato un po’ di tempo per riabituarmi. Soprattutto considerando che a livello internazionale il ritmo è più alto e c’è meno tempo per riflettere».

Adrenalina olimpica

Stesso staff del Prospect Camp, sì, ma con un passaggio di testimone all’orizzonte: «Per ora – afferma Canonica – Cadieux è rimasto in secondo piano, fedele al suo ruolo di assistente. Il timone è ancora saldamente nelle mani di Fischer. Probabilmente, però, Jan avrà già iniziato a osservarci con un occhio diverso, pensando anche al futuro della Nazionale».

Se per «Lollo» il torneo zurighese è stato un primo test, per molti altri rossocrociati si è trattato dell’ultima occasione per mettersi in mostra in vista delle convocazioni olimpiche, attese entro fine mese: «Si percepiva una certa adrenalina, anche in allenamento», conferma Canonica. «A Milano, vista la presenza dei giocatori di NHL, non ci sarà posto per tutti, quindi ognuno ha voluto dare il massimo. Personalmente, sono rimasto molto colpito da Malgin e Andrighetto, due attaccanti di talento, con grande esperienza internazionale e dal ricco palmarès. Da due così si può solo imparare: ho cercato di rubare loro il mestiere, anche nelle piccole cose. E non solo sul ghiaccio».

Zach e Fazz

Denis Malgin e Sven Andrighetto saranno tra gli avversari più pericolosi di questa sera. Alla SwissLife Arena, il Lugano ha la ghiotta occasione di volare a +7 sul settimo posto, occupato proprio dagli ZSC Lions. Per provarci, i bianconeri potranno contare sull’affiatata linea composta da Canonica, Sanford e Fazzini: «Il Fazz ha ragione quando dice che Zach non ha quasi bisogno del nostro supporto», spiega Lorenzo sorridente. «Sanford svolge un enorme lavoro attorno alla porta e sa proteggere benissimo il disco: quando ha il puck nell’angolo, io provo sempre ad andare nello slot per sfruttare il suo lavoro, sapendo che probabilmente nascerà un’occasione da rete».

Cucito su misura

Centro della quarta linea in Nazionale, dunque, ma sempre più ala offensiva in bianconero. «Devo ammettere che l’intuizione di Tomas Mitell si sta rivelando pagante», afferma Lorenzo Canonica. «All’inizio non lo pensavo, ma all’ala è tutto un pochino più facile e riesco anche a giocare in maniera più libera e propositiva. Come centro, invece, tendo spesso a essere molto difensivo e conservativo. Anche se poi, domenica contro la Finlandia, sono riuscito a sfruttare l’esperienza maturata all’ala nel Lugano per essere più offensivo anche in mezzo».

Insomma, Canonica sta maturando sotto ogni punto di vista e le sue cifre stagionali – 8 gol e 5 assist – riflettono benissimo questa impressionante progressione: «A inizio campionato non mi sono fissato un traguardo in termini di punti personali, volevo semplicemente fare meglio della passata stagione (4 gol e 7 assist, ndr.) e ci sono già riuscito (ride, ndr.). Ricordo bene cosa mi disse Mitell nei primissimi giorni di lavoro insieme, durante la preparazione estiva: ‘‘Vai di più sulla porta!’’. È quello che sto cercando di fare. La maggior parte delle mie reti, infatti, sono arrivate proprio davanti alla gabbia, sfruttando rimbalzi e deviazioni. Prima tendevo a stare all’esterno e a cercare il passaggio perfetto, ora mi procuro più chance. A livello giovanile avevo doti di scorer e riuscire a fare punti anche in National League mi sta dà tanta fiducia in me stesso. Voglio affermarmi come giocatore completo, che sappia anche produrre. Se poi alla fine i punti saranno 20 o 30, poco importa, ma l’obiettivo è quello: rendermi utile anche attraverso le reti e gli assist».

Quel gol a Porrentruy...

Come quella del suo numero 14, anche la progressione del Lugano è stata impressionante. Riavvolgendo il nastro della stagione, torna alla mente un episodio importante. Forse il vero punto di svolta: il 12 ottobre a Porrentruy, i bianconeri sconfissero 2-1 l’Ajoie al termine di una partita complicata, rognosa, decisa da una rete in inferiorità numerica di Canonica. Da quel momento, la squadra si è sbloccata, a livello di prestazioni e di risultati, risalendo la classifica in maniera inimmaginabile. «Mi piace pensare che quel mio gol possa aver contribuito a liberare la squadra mentalmente, ma il merito è del collettivo. Quando abbiamo iniziato a mettere insieme la solidità difensiva, il bel gioco e le vittorie, la fiducia è cresciuta parecchio. Abbiamo preso la direzione giusta e la stiamo mantenendo, ma dobbiamo continuare». L’obiettivo di qualificarsi per i quarti di finale senza passare dai play-in è a portata di mano: «Singolarmente ci si pensa, ma come squadra non possiamo distrarci», conclude il ticinese. «Dobbiamo restare ancorati nel presente».