Luca Fazzini: «I primi segnali sono buoni, ma davanti dobbiamo crescere»

Era stato uno dei pochi a salvarsi, nella scorsa stagione. Anzi, era stato l’unico giocatore del Lugano ad esprimersi su livelli di eccellenza. Luca Fazzini a Friburgo è ripartito da dove si era fermato. Non ha segnato, il bomber di Arzo, ma in fase offensiva è probabilmente stato il bianconero che ci ha provato di più. E si è guadagnato il premio della BCF Arena quale miglior giocatore della formazione di Tomas Mitell. «Ormai gioco nel Lugano da tanti anni ed ho acquisito esperienza. Da ragazzo ero diverso, più nel modo di giocare che caratterialmente. A livello difensivo avevo grandi lacune: non che adesso sotto questo punto di vista sia diventato un fenomeno (ride, ndr), ma ritengo di aver compiuto degli importanti passi avanti».
A mente fredda, l’analisi del Fazz non si discosta molto da quella fatta pochi minuti dopo la sfida con il Gottéron: «Di questo esordio ci rimane un punto, che ci siamo portati a casa più che volentieri. Non siamo soddisfatti di quanto mostrato nel primo tempo, abbiamo sofferto e in alcuni frangenti abbiamo avuto anche un po’ di fortuna. Ma, come ho già avuto modo di sottolineare, siamo stati bravi a reagire. Abbiamo avuto più coraggio rispetti ai primi venti minuti di gioco. Siamo addirittura passati in vantaggio e con un po’ più di attenzione avremmo anche potuto portare a casa la posta piena. Ma nel complesso per quaranta minuti siamo stati bravi, anche se i margini di miglioramento sono tanti».
Un errore evitabile
Uscire dalla BCF Arena con un pizzico di rammarico significa aver messo in difficoltà i padroni di casa. Peccato allora per aver concesso a Johnson la rete del pareggio pochi minuti dopo il vantaggio trovato da capitan Thürkauf. In quel breve istante, si è rivisto il Lugano incapace di gestire in maniera matura un risultato: «Sono abbastanza d’accordo – prosegue Fazzini –. In certi frangenti si tratta di giocare in maniera più intelligente, ma sul ghiaccio c’è anche un avversario e bisogna dare credito al Gottéron di aver trovato una gran bella rete. In ogni caso, avevamo l’opportunità di gettare il disco fuori dalla nostra zona di difesa e non ci siamo riusciti. Non è mai evidente, ma quando si è in vantaggio a pochi minuti dal sessantesimo bisogna fare di tutto per evitare questo tipo di errori».
Assetto incoraggiante
In fase difensiva il Lugano ha comunque evidenziato segnali incoraggianti. Nonostante un’esitazione in occasione della rete di Wallmark, Schlegel è stato all’altezza. E Calle Dahlström – incredibile, ma vero – ha disputato una delle sue migliori partite da quando veste la maglia bianconera. Dietro il Lugano sembra insomma aver già trovato un buon assetto. Davanti, invece, a Friburgo c’è stata un po’ troppa approssimazione. Questa, per lo meno, è stata l’impressione. «In effetti è così, i terzetti offensivi stanno ancora cercando il giusto feeling tra i loro componenti. Ma è normale e in questo periodo è meglio poter contare su una solidità difensiva all’altezza. In inferiorità numerica, per esempio, abbiamo svolto un ottimo lavoro. Tornando all’attacco, non sono preoccupato. Anche perché durante il precampionato non siamo stati molto fortunati. Abbiamo dovuto fare i conti con diversi infortuni e il nostro coach non ha di fatto mai potuto lavorare con la squadra al completo. Comunque è vero. A livello offensivo ci manca ancora qualcosa».
Arrabbiato, ma il giusto
Tomas Mitell, che ovviamente ancora non mastica l’italiano, ascolta comunque il Fazz con attenzione. Ogni tanto sorride e dà l’impressione di essere una persona calma e riflessiva: «Comunque – sottolinea il Fazz sorridendo – dopo il primo tempo a Friburgo non è che il coach fosse particolarmente felice. Ma si è arrabbiato nel modo giusto, senza urlare come un pazzo o spaccando tutto. Ci ha semplicemente detto ciò che si aspettava da noi. Certo è che se vorremo avere successo, contro lo Zugo dovremo essere pronti fin dal primo ingaggio».
Senza pensare troppo
Ecco, lo Zugo alla Cornèr Arena. E poi gli ZSC Lions in trasferta. Due altri test particolarmente impegnativi: «All’inizio del campionato ogni squadra cerca di capire a che punto è, ma non è mai facile saperlo. Ritengo che avere una primissima parte di stagione sulla carta complicata sia anche un bene. Ma, lo ripeto, sarà fondamentale iniziare queste sfide in maniera diversa da quanto fatto a Friburgo». Nonostante i mugugni della scorsa stagione, Fazzini non ha dubbi: i tifosi torneranno a sostenere a gran voce la formazione bianconera. «La prima partita di campionato in casa è sempre particolare. Sono certo che i nostri tifosi risponderanno presenti: ci hanno sostenuto a gran voce già nell’amichevole contro il Rapperswil. Ad ogni modo non dobbiamo caricarci di troppa pressione: si tratterà di non pensare troppo e di dare il massimo l’uno per l’altro. Mitell non ci chiede nulla di impossibile».