Lugano, che bello fuori casa

La frustrazione, in 48 ore, si è trasformata in pura gioia. Con questo Lugano è un attimo passare dalle zero reti contro il Davos alle cinque pappine rifilate al Losanna. O tutto o niente, con la squadra bianconera. Certo, già al cospetto dei grigionesi i bianconeri avevano disputato una prestazione convincente, ma alla Vaudoise Arena sono arrivate anche le reti. E che il Losanna non stia attraversando un periodo particolarmente brillante non c’entra nulla. E al Lugano non frega nulla La verità è un altra: la squadra di Tomas Mitell rende molto di più in trasferta che davanti ai propri tifosi. Ed allora - anche se si tratta di un esercizio noiosetto - serve snocciolare qualche numero. Che fa capire come il Lugano, alla Cornèr Arena, stia fin qui soffrendo le pene dell’inferno. Delle otto partite disputate lontano dai suoi tifosi il Lugano ne ha vinte quattro «piene», ne ha pareggiate due (perdendo unicamente all’overtime a Friburgo e a Bienne) e ne ha perse solo due entro il sessantesimo, a Zurigo con gli ZSC Lions e a Davos. Un ruolino di marcia che vale il quinto posto – idealmente sinonimo di qualificazione diretta ai playoff – nella speciale classifica delle sfide in trasferta. Al contrario, Thürkauf e compagni in casa sembrano un colabrodo. Alla Cornèr Arena sono arrivati la miseria di due successi: uno contro il derelitto Ajoie e l’altro – ai rigori – contro il Kloten dopo una di quelle rimonte che ti riescono una volta ogni cento partite. Solo i giurassiani, tra le mura amiche, hanno fatto peggio. Già, vallo a capire, questo Lugano. Che la squadra sia in chiara crescita non c’è dubbio, ma per abbellire la classifica ora servono i punti casalinghi. Già a partire – se possibile – dall’incontro con gli ZSC Lions. Anche i campioni svizzeri – come il Losanna – stanno attraversando un periodo delicato e sono reduci da quattro sconfitte di fila. Ma al Lugano ciò non deve fregare nulla, proprio come alla Vaudoise Arena.