Hockey

Lugano di nuovo volenteroso ma ancora una volta battuto

Contrto lo Zugo arriva la seconda sconfitta in altrettante uscite, ma lo spirito dello spogliatoio è positivo - Dario Simion: «Non siamo ovviamente felici, ma siamo tutti convinti di aver davvero imboccato la strada giusta»
Dario Simion, Calvin Thürkauf e Carl Dahlström delusi dopo la rete dello 0-1 dello Zugo. © CdT/Gabriele Putzu
Flavio Viglezio
12.09.2025 23:02

Solo qualche mese fa, da queste parti, dopo una sconfitta dominavano i fischi. Ma nello sport si può anche perdere e ricevere applausi. È successo al Lugano, battuto anche alla sua seconda uscita di questo nuovo campionato. Se da Friburgo i bianconeri erano tornati a casa con almeno un punticino, stavolta sono rimasti a secco. Ma non è il caso di fasciarsi la testa: la prestazione, al cospetto di una super potenza del campionato come lo Zugo, induce ad un cauto ottimismo.

Niente panico

Sì, perché il Lugano - senza fare sfracelli - se l’è giocata dal primo all’ultimo minuto. E come dice l’ex di turno Dario Simion, «se l’avessimo vinta noi nessuno avrebbe avuto nulla da ridire». Vero, anche se ancora il Lugano non riesce ad abbinare un rigore tattico benaugurante alla necessaria concretezza. Per dirla in parole più povere, fatica a crearsi nitide occasioni da rete. Perché davanti è ancora troppo lento e prevedibile. «Ci manca ancora un po’ di velocità di esecuzione - prosegue Simion - e anche la giusta precisione nei passaggi per sorprendere la difesa avvaresaria. Ma siamo tutti sicuri di aver intrapreso la strada giusta e nessuno si sogna di lasciarsi prendere dal panico dopo due sconfitte maturate in questo modo».

Diverse, ma simili

Due battute d’arresto sostanzialmente differenti, ma per certi versi paradossalmente simili. Perché anche questa volta il Lugano - come acaduto alla BCF Arena - ha fatto gioco pari con il suo avversario. Per rigore tattico e mole di gioco, si è anzi fatto preferire ad uno Zugo più che altro scaltro e scafato.

«Ritengo - dice Simion - che abbiamo giocato decisamente meglio rispetto a Friburgo. Abbiamo pattinato molto di più e difensivamente abbiamo concesso poco. Lo ripeto, fa male perdere così, ma dobbiamo mantenere uno spirito positivo. Quando davanti ci complicheremo meno la vita, arriveranno anche le reti, ne sono sicuro».

Stranieri cercasi

Intanto - ribadiamolo, dopo solo due partite - all’appello manca ancora l’apporto degli attaccanti stranieri. Perlini, Sanford e anche Sgarbossa sono ancora lontani da un rendimento accettabile. Intanto alla seconda di campionato il Lugano è già stato costretto a scendere in pista con soli cinque import. A Sekac, sulla lista degli infortunati si è aggiunto anche Rasmus Kupari. La diagnosi? Parte alta del corpo. E chissà che Janick Steinmann non stia già facendo qualche telefonata oltre oceano.