Marco Zanetti: «Mi sono tolto un pensiero»

Avrebbe potuto vivere la giornata perfetta, Marco Zanetti. La vittoria del Lugano contro la capolista Friburgo e la sua prima rete stagionale hanno riempito di gioia l’attaccante bianconero. Poi però, in tarda serata, è arrivata la sconfitta del suo Milan contro la Juventus. Il 21.enne italiano se la ride: «Sono ovviamente felicissimo per il nostro successo, e un po’ triste per la sconfitta del Milan in casa con la Juve. Mio nonno è juventino, dopo la partita mia ha pure scritto un messaggio per prendermi un po’ in giro. Peccato, ma noi rossoneri ci rifaremo. Ma l’importante è che il Lugano adesso stia andando bene».
Le sgridate di Arttu
La parentesi calcistica si ferma qui. Si torna a parlare solo ed esclusivamente di hockey e di quel gol firmato da Zanetti che ha permesso ai bianconeri di trovare il primo vantaggio con il Gottéron. Per un attaccante segnare regala sempre emozioni fortissime: «Nella passata stagione avevo fatto davvero bene, quest’anno invece ho iniziato un po’ così così ed infatti non ho giocato tutte le partite. Ho cercato però di rimanere sempre tranquillo e positivo: alla mia età non si può pretendere di ottenere tutto e subito. Sono contento di aver trovato il mio primo gol in campionato contro una grande squadra come il Friburgo: è stata una rete importante, che ci ha permesso di passare in vantaggio e di impostare la sfida in un certo modo. Mi sono tolto un pensierino dalla testa, non lo nascondo».
Gli infortuni hanno portato Luca Gianinazzi a creare una linea con due giovani – Roberts Cjunskis e Marco Zanetti – guidati da Arttu Ruotsalainen. Un terzetto che sta facendo bene: «Roberts ed io ci conosciamo, abbiamo giocato qualche partita insieme nelle categorie giovanili. Siamo molto diversi, come giocatori: io porto un po’ più di velocità, mentre lui è più fisico. Arttu, dal canto suo, sta in mezzo e ci smista i dischi. Lui è davvero un grandissimo giocatore, ogni tanto ci sgrida quando sbagliamo qualcosa (ride, NdR). Speriamo di continuare a crescere».
Troppa pressione
In queste settimane è salito alla ribalta il terzetto formato da Carr, Thürkauf e Joly. Con il Friburgo il Lugano ha dimostrato di possedere anche valide alternative: «Il Gottéron è una squadra molto fisica e ha affrontato con tanta aggressività la nostra prima linea. Questo ha permesso agli altri blocchi di andare a punti: in questo momento tutta la squadra sta facendo il suo». Il superblocco bianconero resta comunque devastante, in questo momento: «Tecnicamente, a livello individuale, sono tutti e tre incredibili. A colpirmi maggiormente è però come riescono a giocare insieme: non è scontato che tre elementi fortissimi formino una linea che funzioni al meglio. Si tratta poi di giocatori che possiedono un’incredibile velocità di pensiero: Daniel Carr, per esempio, sa sempre dove andrà a finire il disco».
Zanetti torna su un inizio di stagione complicato, a livello personale: «Le prime due partite di campionato le ho giocate piuttosto bene. In seguito mi sono messo addosso un po’ troppa pressione. Ero in prima linea, ho voluto fare troppo e così ho cominciato a commettere degli errori. Sono rimasto fuori in un paio di occasioni, ma alla fine Gianinazzi ed io ci consociamo bene: il nostro coach mi aiuta molto, abbiamo parlato e pian piano le cose sono migliorate. A questi livelli un giovane deve giocare nel modo più semplice possibile, anche se poi nell’hockey tutti fanno degli errori. Il segreto è non pensare troppo e continuare a lavorare duramente».
Evitare il trabocchetto
Tre settimane fa il Lugano perdeva malamente in casa contro il Rapperswil. Oggi è reduce da quattro vittorie di fila ed è salito al quinto posto in classifica. È cambiato tutto, in questi venti giorni o poco più: «Quella partita con il Rappi era stata davvero molto brutta, però abbiamo sempre avuto fiducia nel nostro sistema di gioco. Forse, come è successo per me, in quel periodo anche qualche mio compagno si è caricato di troppe aspettative. Il sistema non è cambiato molto, ma stiamo giocando in maniera più semplice: siamo più tranquilli e pensiamo a fare bene tutte le piccole cose che permettono di avere successo. Anche nei momenti più complicati delle partite in questo periodo manteniamo un’attitudine positiva. Nello spogliatoio c’è un’energia positiva che riusciamo a portare anche sul ghiaccio».
Alle porte c’è una trasferta a Porrentruy che potrebbe trasformarsi in un trabocchetto, se il Lugano non l’affronterà con la mentalità giusta: «Ne siamo coscienti e ne abbiamo parlato tra di noi. Dovremo cercare di giocare nel modo più semplice possibile: non è mai semplice battere l’Ajoie in casa sua e loro saranno gasati per il successo ottenuto a Davos. Ma noi sappiamo che se giochiamo come sappiamo avremo buone possibilità di portare a casa altri tre punti pesanti».