Hockey

Müller e Zwerger, i gemelli diversi dell’Ambrì

I due grandi amici sono stati gli artefici del successo sul Langnau: «Sappiamo che il club conta su di noi, ma a vincere è tutta la squadra»
© Keystone/Samuel Golay
Fernando Lavezzo
01.03.2021 22:46

Nell’immaginario di molti tifosi biancoblù, Zwerger e Müller sono quasi una cosa sola. Due parole della stessa frase. Un dolce scioglilingua che fino a due anni fa veniva completato dal nome di Kubalik. Una linea affiatata, letale, di cui ci si ricorderà per sempre.

Zwerger e Müller, Müller e Zwerger. È stata la Leventina ad unirli. I due vi approdarono nella stessa estate, quella del 2017. Quella, per intenderci, della rinascita targata Luke&Duke. Con Marco l’accordo era già stato siglato sette mesi prima dal precedente direttore sportivo, Ivano Zanatta. Dominic, invece, fu uno dei primi colpi di Paolo Duca, appena entrato in carica dopo aver appeso i pattini al chiodo. «Un giovane austriaco all’Ambrì», si leggeva negli articoli di quel 29 maggio. Entrambi firmarono un triennale. Entrambi lo rinnovarono fino al 2022, alla fine di gennaio del 2019.

Inseparabili, anzi no
«Ricordo che all’inizio non sapevo chi fosse Zwergy», ci confessa Marco Müller. «Lui giocava negli Stati Uniti, io ero al Berna. Non ci conoscevamo. Appena ci siamo incontrati in Ticino, però, siamo subito andati d’accordo. Ancora oggi, dopo quattro anni, continuiamo a passare parecchio tempo libero insieme. La nostra è un’amicizia molto forte».

Zwerger e Müller, Müller e Zwerger. Inseparabili anche sul ghiaccio? Non proprio. In questa stagione - sottratte le cinque gare saltate da Marco per infortunio a novembre - Luca Cereda li ha schierati nello stesso terzetto «solo» 22 volte su 34. «Dipende tutto da loro», ci spiega il coach. «Se giocano con i valori dell’Ambrì, sono delle pedine molto importanti per noi. Domenica, ad esempio, Zwerger ha bloccato quattro tiri, dando un grande esempio. La ricompensa sono stati i punti offensivi».

Contro il Langnau, complice forse l’assenza di Julius Nättinen, i due «gemelli diversi» biancoblù sono stati divisi dopo tre gare insieme. Con ottimi risultati: «Mullo», spostato all’ala con Novotny e Grassi, è finalmente tornato a segnare dopo 15 partite di digiuno, trovando addirittura una doppietta decisiva per la vittoria. «Zwergy», dal canto suo, ha realizzato una rete di rara bellezza, con il bastone tra le gambe. «Alla PlayStation un gol così non mi riesce mai», ci ha raccontato.

La squadra prima dei singoli
«In fin dei conti, non è così importante se io e Zwergy giochiamo insieme oppure no», afferma ancora Müller. «Restiamo comunque amici», aggiunge divertito. «A volte in pista troviamo un’intesa perfetta, la stessa che abbiamo al di fuori del ghiaccio. Altre volte, invece, le cose non funzionano come vorremmo ed è giusto provare qualcosa di diverso. Domenica il coach ha deciso di separarci ed è andata molto bene per entrambi. È stata una scelta saggia».

A dirla tutta, sul primo gol di «Mullo», nato sulla scia di un’inferiorità numerica, l’assist è stato proprio di Zwerger. La speranza è che i due gioiellini di famiglia - in coppia o no - continuino ad esprimersi su questi livelli: «Sappiamo che l’Ambrì conta su di noi, ma a vincere è la squadra», afferma il 27.enne Marco, due anni e mezzo più grande di Dominic.

Niente da perdere
In questa stagione, prima di domenica, solo il 4 dicembre a Davos (vittoria per 6-4) Zwerger e Müller erano andati a segno nella stessa partita. «È bello essere di nuovo riuniti sul tabellino», ammette l’attaccante austriaco. «Giochiamo insieme da quattro anni e il nostro rapporto non smette di crescere. Quando lui segna, io sono felice, e viceversa. Siamo consapevoli del nostro ruolo: se giochiamo al meglio, possiamo aiutare l’Ambrì a vincere. Contro il Langnau siamo stati separati, ma entrambi abbiamo trovato un modo per essere decisivi. Non parlo solo delle tre reti: abbiamo lavorato a tutta pista, in ogni situazione».

Martedì sera l’Ambrì è chiamato all’impresa in casa della capolista Zugo. «Non abbiamo niente da perdere», conclude Dominic Zwerger. «È sempre così, perché l’hockey è puro divertimento. È il miglior lavoro del mondo». Luca Cereda riunirà i due «gemelli diversi»? Difficile dirlo, ma probabilmente Nättinen non ci sarà neppure alla Bossard Arena.