Mondiali di hockey

«Nessuna semifinale è facile, ma siamo forti»

Soddisfatto della prestazione offerta contro l'Austria, Patrick Fischer sa che ora il livello si alzerà - Timo Meier: «Abbiamo imparato dagli errori del passato»
© KEYSTONE/Salvatore Di Nolfi
Fernando Lavezzo
22.05.2025 20:47

«Si potrebbe andare a Stoccolma». Detto, fatto. Non sappiamo quanti giocatori della Nazionale conoscano questo brano di Rino Gaetano. Dallo spogliatoio, il più delle volte, esce musica dance svizzero-tedesca. Ma l’obiettivo è sempre stato quello: andare a Stoccolma per giocarsi le medaglie, nella stessa pista che vide la Svizzera diventare grande. Era il 2013 e i rossocrociati di Sean Simpson stupirono il mondo conquistando un argento fin lì solo sognato. Il vice allenatore era Patrick Fischer. Che nei suoi nove anni da head coach ha portato a casa altri due secondi posti (2018 e 2024) e che oggi ha condotto la sua squadra alla seconda semifinale consecutiva. Una cosa mai vista nell’era moderna (nel 1950 e nel 1951 la Svizzera vinse due bronzi di fila) e che testimonia la crescita della nostra massima rappresentativa. Un traguardo che - a giudicare dalla calma con cui è stato accolto - non fa quasi più effetto. Questa Nazionale vuole di più. Dopo la terza sirena di un quarto di finale senza storia, il più facile che si ricordi, la mente di Kevin Fiala e compagni era già rivolta al penultimo atto di sabato.

Disposti al sacrificio

La sfida con l'Austria non ha avuto storia. Dopo meno di un quarto d’ora, i rossocrociati erano già avanti 3-0. Al termine del primo tempo, la conta dei tiri in porta diceva 16 a 3. «Sapevamo di essere i favoriti, ma era importante giocare il nostro hockey sin dall’inizio», afferma Patrick Fischer. «Eravamo pronti e segnare il primo gol ci ha aiutati. Siamo stati subito aggressivi e veloci e abbiamo continuato a giocare nel modo giusto fino alla fine. Quando tutti sono disposti a sacrificarsi per la squadra e a lavorare in difesa, affrontarci è difficile per qualsiasi avversario. Sappiamo di avere abbastanza giocatori in grado di fare la differenza in attacco». A sbloccare la situazione è stato Bertschy, al suo primo centro in questo torneo. Il friburghese era già stato decisivo dodici mesi fa nel quarto di finale con la Germania, nel quale realizzò una preziosa doppietta. Contro l’Austria, anche Jäger e Knak hanno firmato la loro prima rete. Ora sono 18 i rossocrociati ad aver segnato almeno un gol in questa edizione della rassegna iridata. Ben 30 su 40 quelli realizzati da giocatori di National League. Numeri importanti, ma - al netto di avversari non sempre attrezzati - è la solidità difensiva a far gongolare il nostro allenatore: «Siamo la squadra che concede meno occasioni da rete in tutto il Mondiale». Ora, però, il livello di difficoltà aumenterà esponenzialmente. «E anche noi dovremo crescere, come sempre. Una semifinale mondiale non può essere una partita facile. Affronteremo una squadra forte. Ma lo siamo anche noi».

Non ci si accontenta

In questa Svizzera ci sono giocatori come Niederreiter, alla sua quarta semifinale in dodici anni. E tanti altri già presenti nelle ultime due campagne argentate. Ma ci sono anche sei esordienti. Come il 24.enne Sandro Schmid, autore del 5-0 contro le Aquile. Anche lui, però, non si accontenta: «È una sensazione speciale, ma non siamo ancora soddisfatti. Il primo obiettivo era andare a Stoccolma e lo abbiamo raggiunto. Troveremo un’atmosfera incandescente e un avversario forte, ma non dobbiamo cambiare il gioco che ci ha portati ad avere successo fino a qui. A cominciare da quello difensivo, che è stata la nostra chiave. Siamo cresciuti sull’arco del torneo e sabato saremo affamati».

Anche Timo Meier guarda già avanti: «Faremo tutto ciò che è necessario per farci trovare pronti. Sarà una partita molto speciale, piena di emozioni forti, ma in spogliatoio abbiamo tanti giocatori esperti capaci di portare la calma. Contro l’Austria abbiamo dimostrato maturità. Andare in semifinale per due anni di fila conferma che abbiamo imparato da alcune dure lezioni del passato. Penso in particolare alle due eliminazioni nei quarti contro la Germania. Ora proveremo ad andare il più lontano possibile». Con una certezza: la carriera di Andres Ambühl si chiuderà domenica. Speriamo nel match delle 20.20.

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