Hockey

Niente panico, ma ora serve un Lugano più concreto

Dopo la sconfitta di Zurigo, i bianconeri devono resistere alla negatività - L'associate coach Stefan Hedlund: «La squadra ha carattere ed esperienza, non si lascerà andare»
© Keystone/WALTER BIERI
Fernando Lavezzo
14.09.2025 21:36

Il carattere dei singoli, lo spirito di gruppo, la fame di rivalsa. Concetti su cui il Lugano ha insistito per tutta l’estate e sui quali deve subito fare affidamento. Perché la vera sfida, dopo la prima settimana di campionato, è proprio quella: restare uniti e positivi. Usciti con un solo punticino dall’infernale trittico di inizio stagione, i bianconeri devono aggrapparsi alle buone prestazioni e dimenticare i cattivi risultati, evitando di entrare in quella spirale di negatività che i superstiti dello scorso campionato conoscono fin troppo bene. Come nell’esordio di Friburgo, come venerdì in casa contro lo Zugo, anche ieri a Zurigo i bianconeri hanno tenuto testa a uno squadrone. Ma dopo il 3-1 di Balcers al 48’, Thürkauf e compagni hanno lasciato la presa, incassando un passivo fin troppo severo. Peccato anche per van Pottelberghe, protagonista di un ritorno tutto sommato incoraggiante e rimasto sul pezzo finché la squadra ci ha creduto. Poi ha mollato pure lui. Tra le altre note positive ci sono l’atteggiamento propositivo, la buona intesa tra Thürkauf, Simion e Bertaggia, la solidità con la difesa schierata. Tra gli aspetti negativi, invece, vi sono l’apporto ancora insufficiente dei nuovi stranieri, la scarsissima vena realizzativa, il power-play e i troppi spazi concessi in contropiede a un avversario talentuoso e cinico come gli ZSC Lions.

La via da seguire

Alla SwissLife Arena, entrambe le squadre sono scese in pista con soli cinque stranieri. Ma la differenza tra le due realtà si vede anche da queste cose. Senza Kupari e Sekac, il Lugano è costretto a rimpolpare il suo line-up con Tanner (ancora in prova fino a fine settembre) e Lee (subito richiamato dal prestito al Sierre). Senza Grant e Andreoff, lo Zurigo può invece rispolverare un certo Denis Hollenstein, fermo da più di un anno ma subito decisivo con la rete del 2-1. Insomma, la profondità delle due rose è semplicemente imparagonabile. Eppure, come detto, il Lugano ha lottato. Ci ha provato, ci ha creduto, ha reagito immediatamente alle reti dell’1-0 e del 2-1. Nei primi due tempi, si è fatto preferire ai duplici campioni in carica, andando però a sbattere ripetutamente contro l’intrattabile Simon Hrubec. «Abbiamo creato parecchio, avremmo meritato di più», conferma l’associate coach bianconero Stefan Hedlund. «Ora dobbiamo guardare le cose in maniera un po’ distaccata e mettere da parte la frustrazione. Non siamo contenti dei risultati, ci mancherebbe, ma sappiamo che questa è la via da seguire».

Scontro diretto

Martedì il Lugano sarà impegnato nella sua terza trasferta in quattro giornate. Quella di Bienne, contro un altro avversario a secco di vittorie, sarà una gara delicatissima. Sarà fondamentale non farsi subito prendere dal panico: «Il nostro gruppo ha molto carattere e tanta esperienza, non penso che ci saranno particolari problemi dal punto di vista mentale», afferma il braccio destro di Mitell. «Detto questo, sappiamo che restare positivi è una sfida: in estate, quando splende il sole, è facile vedere tutto a colori. Quando invece bisogna affrontare delle avversità, le cose si fanno più complicate. Sul lungo periodo, le difficoltà a concretizzare le occasioni da rete potrebbero essere dettate da un problema di fiducia, ma in questo momento dobbiamo semplicemente lavorare di più per portare i rimbalzi dalla nostra parte».

Assenze di peso

Se in difesa le alternative abbondano, con Meile girato al Visp e Guerra finito tre volte in tribuna, altrettanto non si può dire dell’attacco. Sgarbossa, Perlini e Sanford sono ancora lontani dal rendimento auspicato, Fazzini è sempre a secco e le assenze di Kupari e Sekac si fanno decisamente sentire. «Anche questa è una sfida, ma è pure un’occasione per quei giocatori che normalmente giocherebbero meno», dice Hedlund. «Chi è sceso in pista – aggiunge lo svedese – ha svolto un lavoro eccellente. Ci mancano due buoni giocatori, è dura, ma credo che il nostro roster ci permetta di sopperire a queste assenze».

Tornando alla partita di Zurigo, Hedlund sottolinea la prestazione confortante di van Pottelberghe: «Joren sta facendo un grande lavoro per tornare sui suoi migliori livelli. Sta andando nella giusta direzione e siamo convinti che farà passi avanti ogni volta che scenderà in pista. Abbiamo fiducia in lui, merita di essere ricompensato per l’impegno che ha messo nella sua lunga riabilitazione». Anche Calle Dahlström sta inviando segnali positivi: «So che lo scorso campionato, per lui, è stato difficile, ma sta lavorando sodo», spiega il vice bianconero «Ci conosciamo da tempo e ha già avuto Tomas come allenatore. Insieme hanno vinto il titolo in Svezia e questo lo sta sicuramente aiutando. Quando un giocatore percepisce la fiducia dello staff tecnico, il suo rendimento cresce. Personalmente, non ho mai avuto dubbi su di lui e sul suo gioco. Calle termina costantemente con un bilancio +/- positivo e nonostante le critiche lo ha dimostrato anche nella passata stagione».