Ora l'Ambrì deve decidere che squadra vuole essere

A volte ci prova e ci riesce, come venerdì contro il Ginevra. Benone. A volte ci prova ma non ci riesce, come sabato a Losanna. Maluccio. E a volte non ci prova neppure, come martedì scorso contro il Berna. Malissimo. Cinque giorni, tre identità diverse. Ambrì Piotta, chi sei veramente? Intendiamoci: quattro vittorie nelle ultime sette gare non sono poche per una squadra di fondo classifica. Ma se vorranno scalare qualche posizione, i leventinesi dovranno trovare più costanza nelle prestazioni, unendo impegno, concretezza e attenzione difensiva. Non sempre ce la fanno e questo preoccupa. Da quando Landry e Matte sono al timone (da sette giornate, appunto), i biancoblù non hanno praticamente mai giocato due partite di fila allo stesso livello. Disorientati ma vincenti contro l’Ajoie nell’immediato dopo-Cereda; estremamente compatti e cinici il giorno dopo a Zurigo; spreconi e fragili con il Langnau; confusi ma opportunisti a Kloten; svogliati e fischiati contro il Berna; determinati e implacabili contro il Servette. E infine, a Malley, nuovamente spreconi e vulnerabili.
Severo ma giusto
Alla Vaudoise Arena, l’Ambrì Piotta ha avuto le sue belle occasioni: prima per passare in vantaggio, poi per pareggiare, infine per rientrare. Non le ha sfruttate. E quando è riuscito a rifarsi sotto, con il 3-1 di Virtanen all’inizio del terzo tempo, ha immediatamente riconsegnato le chiavi ai padroni di casa. Un errore in impostazione di Isacco Dotti ha infatti spianato la strada a Caggiula per il 4-1. Una rete sul filo del fuorigioco, che ha spinto i leventinesi a chiamare un rischioso e infruttuoso «coach challenge», da cui è poi scaturita la penalità che ha propiziato il definitivo 5-1 di Rochette. «Un risultato severo», afferma Tommaso De Luca. «Nel complesso è stata una buona prestazione. Ci sono mancate le reti e in alcuni episodi siamo stati poco concentrati».
Una storia che si ripete
Il Losanna, che nelle sue precedenti quattro partite non era mai riuscito a segnare più di due gol, ha fatto valere la sua maggior classe, colpendo con regolarità e gestendo al meglio i momenti importanti. L’Ambrì Piotta ci ha provato, ma ancora una volta ha dovuto fare i conti con la sua sterilità, con i suoi limiti e con la sua incostanza. «Non è una storia nuova, è così da inizio stagione», afferma Eric Landry. «Stiamo lavorando per migliorare e in alcune partite si sono visti dei progressi. Dobbiamo però imparare a essere performanti su un intero weekend, per due partite di fila. Trovare la costanza è molto difficile. A Malley abbiamo giocato un bel primo tempo, senza però sfruttare le numerose chance che ci siamo creati. Appena prima dell’1-0 vodese, abbiamo avuto un ghiotto due contro uno a nostro favore. Basta poco per cambiare il corso di un match. Dopo il vantaggio, il Losanna ha preso fiducia e per noi le cose si sono fatte più complicate». L’occasione sprecata a cui fa riferimento Landry ha avuto come protagonista in negativo Nicolas Petan. Il canadese ha vissuto un’altra brutta serata, tra decisioni sbagliate con il disco e atteggiamenti passivi senza il disco. Per una squadra che già deve fare i conti con l’impalpabilità di Tierney e con un DiDomenico irriconoscibile rispetto all’anno scorso, l’impiego di Petan si giustifica soltanto con l’assenza dell’infortunato Formenton. Viene però da chiedersi quale margine di manovra abbia il direttore sportivo ad interim Alessandro Benin, che prima o poi dovrà prendere qualche decisione di peso a livello di contingente straniero per provare a dare una vera sterzata alla stagione. Interrogato su Petan, Landry non si scompone: «Abbiamo fiducia in tutti i nostri giocatori».
Aspettando il derby
Ma quale sarebbe, dunque, l’Ambrì Piotta ideale dal punto di vista dei suoi due allenatori? Quello tatticamente impeccabile visto a Zurigo, che occupa intelligentemente gli spazi impedendo all’avversario di esprimere il suo gioco, aspettando il momento giusto per colpire? Oppure quello furioso di venerdì contro il Ginevra, implacabile dal primo cambio e poi abile a gestire un comodo vantaggio? Insomma, meglio la pazienza o l’aggressività? «Idealmente, vorremmo metterci sempre nella condizione di gestire una situazione favorevole», spiega Landry. «Per riuscirci, però, bisogna imparare a cogliere l’attimo sfruttando le occasioni. Raramente abbiamo vinto il primo tempo. In casa non c’eravamo mai riusciti prima di venerdì con il Servette. Sarebbe importante farlo più spesso, per poter prendere il controllo del match, giocare più liberi e insinuare qualche dubbio nella squadra rivale. Il primo passo è però trovare la costanza».
Dopo un primo derby illusorio, che non aveva affatto cambiato i destini della loro stagione, i biancoblù sperano in quello di domani per un vero rilancio: «Saremo pronti».
