Paolo Duca: «Abbiamo fatto di tutto per tenere Kubalik con noi»

Mentre in NHL i playoff stanno entrando nella loro fase calda, il resto del mondo guarda con interesse e passione alla rassegna iridata in corso di svolgimento in Svezia e Danimarca. In particolare alle vicende legate alla nazionale rossocrociata. Osservano il tutto con attenzione anche i vari direttori sportivi ancora in cerca della perla rara, con la speranza di poter scovare l’elemento – o gli elementi – che consentano di effettuare il salto di qualità.
Paolo Duca non è volato in Scandinavia, quest’anno, ma i campionati del mondo restano un appuntamento imprescindibile anche per il direttore sportivo dell’Ambrì Piotta: «In effetti – ci conferma Duca – i Mondiali rappresentano sempre un’opportunità importante per valutare cosa offre il mercato. Ci sono dei giocatori a fine contratto con le loro rispettive squadre e altri che – nonostante un accordo ancora valido – desiderano magari dare una nuova svolta alla loro carriera. Durante il torneo la situazione è piuttosto calma, ma dopo il campionato del mondo e prima delle “free agency” i giocatori si muovono in vista della stagione a venire. Alcuni non ricevono ciò che si attendono: il mio ruolo è di monitorare costantemente queste situazioni, valutando anche quanti posti liberi ci sono in Svizzera. In altre parole, quante sono le squadre che ancora devono completare il loro contingente straniero».
Un addio annunciato
Nella Cechia campione del mondo in carica, quest’anno non c’è Dominik Kubalik, tra i grandi protagonisti della passata edizione. L’attaccante in questi giorni ha finalmente deciso di lasciare la Leventina e di firmare un ricco contratto di due anni con lo Zugo. Non è stato un fulmine a ciel sereno, ma ovviamente una parte della tifoseria biancoblù ha appreso con tristezza la notizia: «Sì – conferma Duca – questo cambiamento era nell’aria già da un po’ di tempo e ora è arrivata anche l’ufficialità. Speravamo di convincerlo a rimanere con noi: Kuba è un fuoriclasse. Purtroppo non ci siamo riusciti: queste sono le regole del gioco di un campionato a più velocità. Abbiamo lavorato duramente, dapprima per farlo tornare in Leventina all’inizio della passata stagione e in seguito per averlo con noi anche in futuro. Abbiamo fatto il possibile e l’impossibile per prolungare il suo contratto, ma alla fine la sua scelta è stata diversa. Sono le regole del gioco e dobbiamo accettarle, ringraziamo comunque Kuba per quanto fatto in Leventina e gli auguriamo ogni bene per il futuro».
Due nuovi attaccanti
L’addio di Kubalik apre obbligatoriamente nuovi scenari nella strategia di mercato di un Ambrì Piotta che ha già scelto di puntare su due portieri svizzeri. Resta da vedere ora come completerà ora il puzzle degli stranieri Paolo Duca: «Lo scorso anno avevamo deciso di ingaggiare un difensore supplementare, Codie Curran, per dare una maggiore stabilità alla retroguardia ma anche perché Kubalik aveva atteso a lungo un’eventuale opportunità per proseguire la sua carriera in NHL. Dieci giorni dopo la firma di Curran si è aperta la possibilità di riavere con noi l’attaccante ceco, e questo in un certo senso ha scombussolato un po’ i nostri piani. Abbiamo iniziato il campionato con otto stranieri, uno scenario che alla lunga non ci potevamo permettere. Oggi abbiamo tre import sotto contratto: Jesse Virtanen e Tim Heed per la difesa e Chris DiDomenico in attacco. Posso dire che stiamo cercando due nuovi attaccanti stranieri, mentre per il sesto ci prendiamo un po’ di tempo di riflessione. Abbiamo naturalmente la nostra idea, ma quando si opera sul mercato bisogna anche mantenere una certa elasticità. È fondamentale trovare un equilibrio tra la strategia societaria, gli obiettivi della squadra e le imposizioni del budget. Quando si ha comunque l’impressione di aver individuato il profilo giusto, si parte con la trattativa».
Conta anche l’intuito
Elasticità e anche una buona dose di intuito. La fretta non è mai una buona consigliera, ma attendere troppo potrebbe anche rivelarsi controproducente. «Il mercato è in continua evoluzione. Al momenti ci sono probabilmente più possibilità in Nordamerica che in Europa, ma non c’è una regola chiara e fissa. Bisogna capire quando è il momento di attendere e quando, invece, bisogna agire. Per una realtà come la nostra è altresì fondamentale sapere – come ho già avuto modo di spiegare – quanti club svizzeri, in particolare quelli con maggiori disponibilità economiche, stanno cercando profili che potrebbero interessare anche a noi».