Per la squadra del momento ci sono ampi margini di crescita

Ventuno, ventidue o ventitré. No, non sono i numeri vincenti del lotto, ma le partite già disputate dalle squadre di NL. Dopo poco più di un mese e mezzo, il campionato si ferma per la prima volta con un numero già impressionante di incontri giocati. Il giro di boa della stagione regolare, insomma, non è lontano. E intanto la classifica sta già assumendo una sua ben precisa fisionomia. È allora tempo di andare ad analizzare rendimento e “trend” delle due formazioni ticinesi, con il Lugano che ha ufficialmente iniziato la caccia alle prime sei della classifica, mentre l’Ambrì Piotta (che analizzeremo nell’edizione di domani del nostro giornale) – dopo il cambio di guida tecnica – sta cercando di risalire verso una zona play-in non più così lontana. La sosta dovrà insomma servire a riordinare le idee e a sistemare ciò che ancora non funziona in casa bianconera e biancoblù.
Che rimonta!
Dopo una prima parte di campionato complicatissima, condita da molte sconfitte – soprattutto in casa – il Lugano ha avuto il merito di non perdere la testa. Tomas Mitell e Stefan Hedlund hanno insomma potuto lavorare con il pieno sostegno della dirigenza, dei giocatori e della tifoseria. Non ha mai dato segnali di panico, Mitell, che ha ora iniziato a raccogliere ciò che ha seminato. All’improvviso – quasi da una partita all’altra – i bianconeri si sono sbloccati, si sono tolti la famosa “scimmia dalle spalle” e sono ora reduci da addirittura sei successi consecutivi, otto nelle ultime dieci uscite. Non accadeva da ben otto stagioni. La media punti globale (1.619) paga ancora le difficoltà incontrate nelle prime settimane, ma nelle ultime dieci uscite il Lugano ha conquistato addirittura 23 punti e viaggia alla stessa media della capolista Davos. Attualmente all’ottavo posto della classifica, i bianconeri possono insomma guardare con fiducia al prosieguo della stagione: il nuovo messaggio portato da Mitell e Hedlund appare infatti ora definitivamente assimilato. Incredibile, ma vero, il Lugano si ritrova con la miglior difesa del campionato (47 reti subite come Davos e ZSC Lions), mentre il nono attacco (59 reti fatte) è figlio della sterilità offensiva iniziale.
Il gruppo e le individualità
Il lavoro di Mitell – basato ovviamente sulla crescita del gruppo – ha fatto bene anche a molte individualità irriconoscibili lo scorso anno, a cominciare da capitan Calvin Thürkauf, di nuovo protagonista con 7 reti e 9 assist (+6) in 21 partite. A livello di attaccanti stranieri, Zach Sanford impressiona per qualità e quantità (6 gol, 10 assist, + 10), mentre ha dato segni concreti di risvegio anche Brendan Perlini (2/6; + 8). Dietro Connor Carrick sta rispondendo alle aspettative della vigilia (4/5, + 5), mentre Calle Dahlström con il coach che aveva avuto in Svezia ha ritrovato una parvenza di calma e di solidità. Senza parlare – tanto per fare un esempio – di David Aebischer, che sembra il fratello bravo del giocatore pasticcione e fragile visto all’opera un anno fa.
Eppure questo Lugano ha di sicuro ulteriori margini di crescita, pensando in particolare alle situazioni speciali.
Il power-play - che si è finalmente sbloccato con il Ginevra grazie ad una rete di Simion - rimane il tallone d’Achille della formazione bianconera. Sì, il Lugano è all’ultimissimo posto della speciale classifica, con una misera percentuale di riuscita del 13.46%. Funziona un po’ meglio il box-play – un po’, solo… – con i bianconeri al nono posto (77.97%) di penalità “uccise”. Insomma, è un Lugano che sta volando in cinque contro cinque – e questo è senza dubbio un fattore positivo – ma che potrebbe compiere un deciso salto di qualità se migliorasse i numeri delle situazioni speciali. Anche perché i portieri – grande preoccupazione alla vigilia del campionato – stanno svolgendo bene il loro lavoro. Niklas Schlegel – è lui a disputare il maggior numero di partite – viaggia ad una media del 92.34%. E Joren van Pottelberghe – che ha bisogno di ritrovare il giusto ritmo – si attesta comunque al 90.91% di interventi riusciti.
Con o senza Linus?
Ma la grande questione a Lugano, in questi giorni, riguarda la permanenza o la partenza di Linus Omark. Per ora né il club né il giocatore hanno voluto sbottonarsi e una risposta al quesito è attesa a breve. In 15 partite con lo svedese in pista, il Lugano ha totalizzato addirittura 32 punti. Se Omark decidesse di rimanere a Lugano, i bianconeri dovranno allora trovare la formula giusta per reintegrare Mike Sgarbossa (e forse, chissà, Rasmus Kupari).
Se scegliesse invece di andarsene, Mitell dovrà ritrovare un equilibrio tra le sue linee offensive. E pensare che lo scandinavo era arrivato in Ticino in evidente ritardo di condizione, ma è riuscito a totalizzare un bottino personale di 4 gol e 7 assist (+3) in 15 partite. Qualsiasi cosa accadrà, a Lugano ci si augura che la pausa non venga a rompere il momento magico della squadra.
