HC Lugano

Per ritrovare il sorriso bisogna stringere i denti

I bianconeri vincono a Kloten al termine di una partita sofferta fino all'ultimo, dopo un inizio positivo Fazzini fermato da un virus intestinale nel primo tempo
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Fernando Lavezzo
15.11.2025 00:05

Seduto nei corridoi della Swiss Arena, Luca Fazzini soffre e vomita, ma non perde il buon umore. Colpito da un virus intestinale, lo sniper di Arzo ha dovuto alzare bandiera bianca dopo il primo tempo. Non si è invece arreso il Lugano, costretto a stringere i denti e a sudare fino all’ultimo secondo, ma capace di conquistare tre punti d’oro su una pista tradizionalmente ostica. Dal ritorno degli aviatori in National League, nel 2022, i bianconeri non avevano mai ottenuto una vittoria piena a Kloten, accontentandosi di un successo ai rigori nel febbraio del 2024. Tomas Mitell ce l’ha dunque fatta al primo tentativo. Con una prova di sacrificio, più che con una prestazione di qualità. «Questa sera non mi è sembrato di giocare a hockey, ma di lavorare hockey», ci dice il difensore David Aebischer, evidenziando lo sforzo profuso. Tonico e aggressivo nel primo quarto d’ora della partita, nel quale si è portato agevolmente sul 2-0 con le reti di Simion e Aleksi Peltonen (su assist di Henry, al primo punto in NL), il Lugano ha subìto l’1-2 nel primo vero momento di pressione degli avversari. In seguito, ha lasciato il gioco in mano ai padroni di casa. Stufo di vedere la sua squadra inseguire il disco nella propria zona di difesa, il coach svedese ha pure chiamato il time-out alla mezz’ora, ma sul piano offensivo il Lugano non ha più creato nulla. La miseria di 11 tiri in porta (uno solo nel terzo tempo!) la dice lunga. Eppure, il risultato non è più cambiato. Merito di una difesa ordinata e attiva, ma anche di van Pottelberghe, sempre reattivo. Senza dimenticare il box-play, determinante per superare tre penalità in un periodo centrale vissuto in apnea.

Classe operaia

«È stata durissima», ribadisce Aebischer. «Nel primo tempo ci abbiamo messo l’intensità che era mancata mercoledì a Langnau, poi il Kloten è venuto fuori. Non abbiamo giocato bene, ma abbiamo lavorato sodo negli angoli e davanti alla nostra porta. La solidità del box-play e le parate di Joren hanno fatto il resto. Credo che il nostro portiere si sia meritato il premio di migliore in pista». Per ripartire dopo la controprestazione della Ilfis, va certamente bene anche una vittoria operaia: «Neppure questa è stata una bella partita, ma rispetto a quella di Langnau ci abbiamo messo tutti un 10% in più nelle battaglie. E questo ha fatto la differenza».

Stasera il Lugano ospita il Bienne, nella speranza di recuperare Thürkauf e Fazzini, senza che il virus mieta altre vittime. «Resisteremo anche a quello», scherza Aebischer.