Quei trentuno secondi di troppo

Trentun secondi di troppo. Fosse finita prima, la partita tra Ambrì Piotta e Zugo avrebbe scritto una storia speciale. Quella di Isacco Dotti, autore di un gol prezioso da dedicare al nonno, Giordano Coppa, giocatore biancoblù negli anni ’50 e ’60, scomparso pochi giorni fa all’età di 90 anni. «Dopo la rete ho pensato subito a lui», ci racconta Isacco. «A lui e alla nonna, che adesso è rimasta sola». Valso il provvisorio 2-1 al 19’23’’, quel gol stava per condurre i leventinesi alla vittoria. Invece lo Zugo - senza rubare nulla, va detto - ha pareggiato al 59’29’’ con Senteler. Lo stesso Senteler, nell’overtime, ha poi trovato il contropiede decisivo, sfuggendo proprio a Dotti. Peccato. L’Ambrì meritava un finale diverso. Isacco, protagonista di una prova generosa, ancora di più.
L’amaro in bocca
Dopo la pesante sconfitta rimediata a Bienne, i biancoblù hanno reagito nel modo migliore, sfoderando una prestazione fatta di sacrificio, compattezza, carattere e sofferenza. Il tutto, non dimentichiamolo, con due soli stranieri e senza il miglior difensore, Fora, squalificato. La squadra di Cereda ha giocato nell’unico modo possibile contro un avversario di grande valore, anche se un filo supponente con quel suo possesso assai sterile. «Un punto è meglio di niente, ma resta l’amaro in bocca», ci dice ancora Isacco Dotti. «Abbiamo disputato una partita solida, nel primo tempo siamo anche riusciti a mettere gli avversari sotto pressione, poi abbiamo resistito fin quasi alla fine». Pesano, con il senno di poi, le occasioni mancate a porta vuota, in particolare con Zwerger e Müller. «Spesso queste situazioni si pagano, peccato. Ma ci teniamo stretta la prestazione e la reazione del gruppo».
Un coach fiero
Luca Cereda è decisamente soddisfatto, nonostante i punti persi nei secondi finali. «Per lo sforzo fatto, i ragazzi meritavano un punto in più. Lo Zugo, dal canto suo, ha meritato di arrivare all’overtime, ma noi abbiamo interpretato bene la partita. Sento e leggo alcuni tifosi che si lamentano della squadra e che criticano lo sforzo dei giocatori in questo periodo. A me non va giù: chi non capisce cosa stanno facendo i ragazzi in questi mesi, durante la pandemia, nelle condizioni in cui abbiamo deciso di lavorare per mancanza di soldi, non ha capito la nostra realtà e manca di rispetto ai giocatori. Io sono fiero di far parte di questo gruppo. Abbiamo tenuto testa allo Zugo con due soli stranieri, facendo debuttare il giovane Michael Pastori: questo è l’Ambrì».