Hockey

Se ci si mette anche Tim Heed per l’Ambrì diventa impossibile

Con i suoi errori l’irriconoscibile topscorer svedese dei leventinesi propizia quattro reti zurighesi su cinque - Gli attaccanti stranieri continuano a non segnare e per i biancoblù di Luca Cereda arriva la quarta sconfitta consecutiva
Due caschi gialli agli antipodi: Denis Malgin è stato il migliore in pista, Tim Heed il peggiore. © Keystone/Andrea Branca
Fernando Lavezzo
19.09.2025 23:30

Gli attaccanti stranieri continuano a non segnare. Gli esperimenti di Cereda, che stravolge nuovamente il line-up, continuano a non funzionare. Se poi ci si mette anche Tim Heed, autore di una partita da incubo, per l’Ambrì Piotta le cose si fanno terribilmente complicate. E battere uno squadrone come lo Zurigo, forte e cinico anche senza gli infortunati Grant e Andrighetto, diventa impossibile. Quattro reti avversarie su cinque sono state propiziate dal difensore svedese. Invece di indicare la via come un faro nella nebbia, il casco giallo del topscorer è diventato un allarme lampeggiante: dalla sfortunata deviazione per lo 0-1 (ma all’origine c’era già un suo errore) ai regali per l’1-2 di Frödén, il 2-4 di Malgin e il 2-5 di Aberg. «Tutti sbagliano», ci dice Dario Bürgler, che da buon capitano non punta il dito contro il compagno: «I migliori giocatori passano più tempo sul ghiaccio e hanno più possibilità di fare bene o male. Alcune serate nascono storte e vanno avanti così. È la vita degli sportivi. Ma il bello è che abbiamo subito una nuova partita per rialzare la testa. Tutti quanti, non solo Tim».

Esperimento fallito

Stasera i leventinesi rendono visita al Bienne, ieri a riposo. Vedremo quali soluzioni cercherà il «Cere», che con i suoi continui cambiamenti non sta favorendo la stabilità della squadra. A questo giro è rimasto fuori Tierney, con Petan inserito al centro di una linea tutta canadese con DiDomenico e Formenton. Un mezzo fallimento, visto che i maggiori pericoli sono arrivati dagli altri terzetti. I biancoblù hanno vissuto il loro momento migliore nella seconda metà del periodo centrale, con il 2-3 di Zwerger che ha riacceso la Gottardo Arena. Ma gli errori individuali hanno affossato ogni speranza di rimonta: «Lo Zurigo è stato bravo a sfruttarli», ci dice Bürgler. In questo inizio di stagione, solo a tratti l’Ambrì Piotta riesce a giocare un hockey semplice e diretto. Troppe volte si complica la vita, spesso con superficialità. «Ci sono errori che nascono sotto pressione e altri dovuti a decisioni sbagliate. Ora la priorità è eliminare i secondi. Poi, certo, sarebbe meglio crescere sotto ogni aspetto».

Chiudiamo con un episodio: il 3-1 di Weber a 2 secondi dalla prima sirena ha fatto infuriare la panchina biancoblù. La rete è nata da un ingaggio che forse non doveva esserci, visto che un linesman aveva già segnalato un precedente fuorigioco di Riedi, salvo poi cambiare idea: «Non so se sia stato giusto o sbagliata - conclude Dario - ma non dovevamo subire un gol in quel momento. Stavolta sì che il dito va puntato su di noi».

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