Sekac e il gol con il broncio: «Se segno giocando maluccio non esulto, ma siamo sulla buona strada»

Cornèr Arena, sabato 30 agosto 2025, ultima amichevole pre-stagionale per il nuovo Lugano di Mitell. Una partita speciale soprattutto per Jiri Sekac, protagonista dell’estate bianconera con 4 gol e 2 assist. Di fronte c’è infatti la squadra della sua città natale, il Kladno. Ma non è tutto: nell’attacco avversario, gioca un mito dell’hockey ceco e mondiale, il 53.enne Jaromir Jagr. «Ero abbastanza emozionato, è sempre bello condividere il ghiaccio con una leggenda», ricorda oggi il numero 10 dell’HCL. «Quel giorno io e Jagr non ci siamo parlati, non posso dire di conoscerlo molto bene a livello personale, sebbene avessimo giocato insieme il Mondiale del 2014 a Minsk». A rovinare la serata di Sekac non è stata la mancata chiacchierata con il celebre connazionale, bensì un infortunio alla parte bassa del corpo. Diagnosi: quattro settimane di stop. Farsi male alla vigilia del campionato è molto frustrante, ma oggi il 33.enne può ripensare all’accaduto con un certo distacco: «Il 5 ottobre sono tornato a giocare e questa è la sola cosa che conta. Mi sento bene, anche se è molto diverso iniziare la stagione con una dozzina di partite di ritardo. L’obiettivo è tornare a proporre il mio miglior hockey il prima possibile».
Celebrazione «minimal»
Martedì, dopo aver scontato una giornata di squalifica per il discusso «check» ai danni del davosiano Gross, Jiri ha segnato la sua prima rete stagionale, firmando il 4-1 che ha definitivamente tagliato le gambe agli ZSC Lions. Nonostante l’importanza del gol, però, il ceco non ha esultato. Perché? «A volte mi capita di segnare pur non avendo giocato particolarmente bene e allora sento di non essermelo davvero meritato. Non dico che la mia prestazione contro lo Zurigo sia stata brutta, ma di certo non è stata la mia prova migliore. So di poter fare di più. Ecco perché, visto da fuori, può sembrare che io non mi sia goduto il momento. In realtà sono molto contento per la vittoria e, più in generale, per come abbiamo saputo alzare il livello del gioco nelle ultime due o tre partite. Ora sta a noi proseguire su questa strada e continuare a crescere. Non vogliamo accontentarci, dobbiamo costruire su queste due ultime vittorie e cavalcare i sentimenti positivi di questi giorni, utilizzandoli a nostro vantaggio».
Il nuovo corso
Insieme a Calle Dahlström, Sekac è l’unico superstite tra gli stranieri della scorsa stagione. Pochi giorni fa, il difensore svedese ha dichiarato di sentirsi molto più a suo agio con il sistema di Mitell, rispetto al campionato 2024-25. Un’affermazione che non sorprende l’attaccante ceco: «È più facile per tutti giocare meglio quando il sistema di gioco è chiaro e tutti lo seguono, proprio come sta succedendo adesso. La squadra sta assimilando bene i dettami tattici del nuovo staff tecnico e anche i più giovani hanno fatto dei passi avanti. Hanno avvertito la fiducia, hanno colto l’occasione e giocano con sempre più convinzione nei loro mezzi, consapevoli di poter dare una mano alla squadra e anche lanciare o rilanciare le loro carriere. Grazie a loro, abbiamo più profondità e possiamo sviluppare il nostro gioco anche con la terza e con la quarta linea. L’anno scorso non era sempre il caso, spesso c’erano dei vuoti. Ora c’è anche più competizione interna, più energia positiva».
I meriti del ds
Tra i segreti del nuovo Lugano, c’è quello di non essersi fatto prendere dal panico dopo le prime difficoltà, contrariamente a quanto è successo nel recente passato. Per Sekac, il merito è anche di chi ha assemblato il gruppo: «Janick Steinmann ha costruito la squadra puntando su giocatori dalla forte personalità. È stato il suo approccio sin dall’inizio. Quando le cose vanno bene è tutto più facile, ma nei momenti complicati hai bisogno di uomini che sappiano rimanere uniti. Nel primo mese abbiamo già vissuto dei momenti difficili, ma nessuno ha smesso di credere nel processo. Siamo consapevoli del lavoro fatto e di essere sulla buona strada. Nelle ultime gare abbiamo raccolto i primi frutti».
Il piacere di giocare
Come scritto all’inizio, Jiri Sekac è stato uno dei giocatori più produttivi nelle partite di preparazione, quasi a voler esorcizzare l’ultima disastrata stagione e ripartire su nuove basi: «Sinceramente, non ho la minima idea di quanti gol e assist ho totalizzato durante l’estate. Non era quello il mio intento. Avevo semplicemente una gran voglia di divertirmi sul ghiaccio e di giocare un buon hockey. È questo che mi motiva. Come ho detto prima parlando della mia mancata esultanza, preferisco disputare una bella partita senza segnare piuttosto che firmare gol e assist giocando male. Lasciatemi aggiungere un’ultima cosa: io la stagione scorsa non voglio dimenticarla. Anzi, spero di ricordarmela per sempre, con l’obiettivo di fare del mio meglio affinché una cosa simile non si ripeta più».
