Mondiali di hockey

Svizzera, tutti promossi fino a una finale giocata con il freno a mano tirato

Diamo i voti ai rossocrociati dopo l'amaro epilogo contro gli Stati Uniti: dagli exploit di Genoni alla «migliore versione» di Fora
©Magnus Lejhall
Fernando Lavezzo
26.05.2025 12:00

Due sole sconfitte, entrambe all’overtime. Una indolore, all’esordio contro la Cechia, una lancinante, in finale contro gli USA. Nel mezzo, la Svizzera ha giocato con autorità, segnando tanto e concedendo poco, complice il modesto valore di alcuni avversari. Nelle valutazioni finali, abbiamo tenuto conto di tutto questo. E di una sfida per l’oro affrontata con il freno a mano tirato.

Leonardo Genoni 6

Qualche incertezza nell’esordio contro la Cechia, poi torna il portiere sicuro e affidabile di sempre. Due shutout nella fase a gironi, altri due tra quarti e semifinale. Tutti abbastanza facili, ad essere onesti. Arriva a quota 12 shutout ai Mondiali, eguagliando il record di Jiří Holeček, portiere ceco degli anni ’60 e ’70. In una finale giocata magnificamente, tiene in piedi la Svizzera per 62 minuti. Chiude con una percentuale di parate del 95,33% e viene eletto MVP del Mondiale. A 37 anni resta l’indiscusso numero uno elvetico.

Stéphane Charlin 5

Tre partite per rompere il ghiaccio a livello internazionale e tre vittorie, con tanto di shutout contro la Norvegia e una percentuale di parate del 93,02%. Non è sempre pulitissimo negli interventi, perché non ha la calma di Langnau. Ora avrà una stagione per crescere ulteriormente (a Ginevra o in Nordamerica) e guadagnarsi i gradi di titolare.

Sandro Aeschlimann s.v.

Non scende mai sul ghiaccio.

Dean Kukan 5,5

Sempre pulito con il disco, solido anche nel lavoro difensivo. È l’anima del power-play sulla linea blu, dove fa valere l’ottima intesa con Malgin e Andrighetto, suoi compagni allo Zurigo. Un gol, 9 assist e un bilancio di +9. In finale è tra i pochi davvero lucidi.

Michael Fora 5

Per 9 partite offre la miglior versione di sé, giocando con sicurezza, solidità e serenità. In finale va un po’ fuori giri, subendo la velocità e l’aggressività degli statunitensi. Vanta però il miglior bilancio +/- del Mondiale con un notevole +13. Nei suoi primi quattro tornei iridati aveva totalizzato 1 gol e 4 assist. Tra Herning e Stoccolma si rende utile anche nella manovra offensiva collezionando 5 passaggi decisivi.

Jonas Siegenthaler 5

Dai giocatori di NHL ci si attende sempre la luna, ma il difensore dei Devils bada al sodo. Perfetto partner per il più propositivo Kukan, mostra carattere e personalità. Ci fa dimenticare di essere reduce da un lungo infortunio e che la sua stagione sembrava finita.

Christian Marti 5

Carismatico, amato dai compagni, svela un’inedita verve offensiva con un bottino di 7 punti. Ma la sua qualità resta il duro lavoro difensivo.

Andrea Glauser 5-

Gli vengono riconosciute doti di leader tali da farlo diventare il nuovo capitano dopo l’infortunio di Nico Hischier. Non si risparmia mai.

Janis Moser 4,5

Impiega un paio di partite per riprendere confidenza con le piste europee, poi alza il livello. Pulito dietro, lo si aspettava più incisivo nella manovra. Non è Josi e lo sapevamo.

Tim Berni 4,5

Al debutto, accetta il ruolo di settimo difensore e lo svolge con ordine e disciplina.

Dominik Egli 4+

Gioca solo tre partite e fa sempre la sua parte quando viene chiamato in causa, firmando pure una doppietta contro la debole Ungheria.

Denis Malgin 5

Playmaker di razza purissima, non riesce purtroppo a incidere nella finale, pur sfiorando il gol all’overtime. Segna una sola rete, ma dispensa assist a profusione (10) confermandosi micidiale in coppia con il fido Andrighetto, soprattutto in power-play.

Sven Andrighetto 5-

Il suo poker alla Germania resterà negli annali. Dopo un’eccezionale stagione con i Lions, inizia sulla scia anche al Mondiale, in particolare grazie al suo tiro dalla destra. Chiude con un bottino di 7 gol, rimanendo però a secco nei quarti, in semifinale e in una finale giocata con il freno a mano.

Timo Meier 4,5

Ce lo aspettavamo più sniper, invece segna solo 3 reti. Si fa però notare come uomo assist (7) e per il lavoro fisico. Ma sparisce nella gara per l’oro.

Kevin Fiala 5-

Il solo fatto di essere venuto al Mondiale in un periodo per lui difficile è lodevole. Ha immediatamente un buon impatto sulla squadra, ogni tanto cerca la giocata esagerata, ma la sua fantasia e la sua tecnica rendono la Svizzera imprevedibile. Non in finale, però, dove subisce la fisicità degli americani. Per lui 3 gol e 7 assist.

Nico Hischier 5

Gioca solo tre partite e un tempo con la Germania, poi il suo Mondiale finisce. Per sostituirlo Fischer sperimenta diverse soluzioni, ma in finale, quando il livello si alza, la sua assenza pesa come un macigno. Resta con la squadra fino alla fine, da capitano e leader vero.

Andres Ambühl 5,5

A 41 anni segna la sua prima tripletta in Nazionale, contribuendo ad affossare l’Ungheria. Segna anche nei quarti contro l’Austria, alimentando la sua leggenda. Parte da tredicesimo attaccante, finisce al centro di Niederreiter e Fiala. Tutti volevano l’oro per lui, ma l’ultima partita della carriera finisce con tanta tristezza.

Nino Niederreiter 5-

Raggiunge la Danimarca appena eliminato con i Winnipeg Jets. Ci si attende un esordio nei quarti, invece gioca già contro il Kazakistan, poche ore dopo l’atterraggio. L’impegno per la causa è totale. Domina lo slot e indirizza la semifinale con una doppietta. In finale crea un paio di pericoli davanti alla porta. Ma anche lui, sul più bello, manca di lucidità.

Damien Riat 5

Aveva già tre Mondiali alle spalle, ma questo è stato il primo da titolare fisso. Lo interpreta bene, da protagonista, accettando ogni ruolo e lasciando spesso il suo marchio. Va a segno in ognuna delle prime quattro partite, poi altre due volte, per un totale di 6 reti. In finale il livello si alza parecchio e lui si vede poco.

Ken Jäger 4,5

In una squadra con pochi centri puri (soprattutto dopo l’infortunio di Hischier), il grigionese del Losanna si fa apprezzare soprattutto in fase difensiva, portando ordine. Ma anche per lui gli americani sono un osso troppo duro.

Simon Knak 4,5

Una piacevole sorpresa. Al suo primo Mondiale porta energia, fisicità e personalità. Con il passare delle partite, cresce a livello tattico e prende decisioni sempre migliori.

Christophe Bertschy 4,5

La duttilità di sempre. Il friburghese è un giocatore carismatico che mette sempre la squadra davanti a tutto. Zero punti nella fase a gironi, ma poi sblocca il quarto di finale con l’Austria segnando l’1-0, come aveva già fatto l’anno prima contro la Germania.

Tyler Moy 5

Per personalità e qualità, sembra che giochi i Mondiali da anni. Invece è al debutto. Lo svizzero-californiano si rende utile giocando sia all’ala, sia al centro. Cambia spesso compagni di linea, ma trova sempre il modo per finire sul tabellino. È il nostro topscorer con 4 gol e 8 assist.

Sandro Schmid 5

Un altro esordiente senza paura. Veloce, dinamico e tecnico, segna all’esordio e prende subito fiducia. Chiude con un bottino di 3 gol e 4 assist.

Gregory Hofmann 4+

Reduce da alcune stagioni condizionate dagli infortuni, non è ancora tornato ad essere l’attaccante devastante che ha fatto le fortune di Lugano e Zugo, ma anche di Fischer. Finisce spesso in sovrannumero o in panchina, aiutando la squadra come e quando può.

Nicolas Baechler 4+

Energia, fisicità e duttilità nel suo debutto mondiale. Da comprimario fa la sua parte.

Patrick Fischer 5-

Fino alla finale tutto bene. La Svizzera mostra maturità nel ruolo di favorita, ha un gioco propositivo e una solidità difensiva notevole, al netto del valore non irresistibile di molti avversari. Nella partita più importante, però, il coach non riesce a infondere coraggio ai suoi.

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