L'analisi

Trenta secondi di amnesia e la serie comincia in salita, «ma rimaniamo fiduciosi»

A lungo in partita in gara-1 dei playoff, il Lugano paga a carissimo prezzo un black-out nelle fasi iniziali del terzo periodo – Il Ginevra, quando spinge, si conferma impressionante, ma i bianconeri sanno che possono e devono migliorare
L’attaccante finlandese Teemu Hartikainen ha firmato così il provvisorio gol del 2-1 sul finire del primo tempo. © Keystone/Salvatore Di Nolfi
Flavio Viglezio
14.03.2023 23:45

Benvenuti nei playoff, dove ogni errore e ogni calo di tensione viene pagato a carissimo prezzo. Ne sa qualcosa il Lugano, protagonista di una gara-1 dei playoff per lunghi tratti generosa, ma non sufficientemente attenta sull’arco di tutti i sessanta minuti per sperare di tornare in Ticino con il break in entrata. A punire i bianconeri è stato in particolare un inizio di terzo periodo da incubo: poco concentrato, il Lugano ha dapprima lasciato filare via tutto solo Filppula, che non ha avuto problemi a superare Koskinen. E 28’’ più tardi è stato Miranda a far esplodere di gioia le Vernets. I bianconeri hanno insomma gettato alle ortiche quanto di buono avevano saputo fare in precedenza. Il quarto di finale contro il Servette - nettamente superiore al Friburgo - è così iniziato in salita, per capitan Thürkauf e compagni.

Il tarlo del dubbio

Peccato, perché nei primi quaranta minuti di gioco il Lugano era riuscito ad insinuare il tarlo del dubbio nella mente dei ginevrini. Certo, la formazione di Jan Cadieux è quasi sempre stata in grado di tenere in mano il pallino dei gioco, ma i bianconeri hanno risposto colpo su colpo. Nonostante le troppe penalità subite - quasi tutte in fase offensiva - e nonostante la frittata combinata da Mikko Koskinen in occasione del primo vantaggio ginevrino firmato da Teemu Hartikainen. In fiducia, il Lugano - anche con un po’ di fortuna, va detto, visti i pali colpiti dai padroni di casa - ha lottato con le sue armi: grinta, cuore, carattere. Riuscendo anche a trovare con Andersson e Carr le reti che avrebbero anche potuto far male al Ginevra. Stavolta è però venuta a mancare la disciplina. E sono bastati meno di trenta secondi, per rovinare tutto.

Più coraggio

Forse, in generale, al Lugano è mancato un po’ di coraggio offensivo nei primi quaranta minuti. Più facile a dirsi che a farsi, contro un Ginevra maestro nella gestione del disco. E comunque impressionante, quando spinge con tutti i suoi terzetti offensivi. O meglio: solo la linea di Granlund è di fatto stata in grado di creare pericoli costanti dalle parti di Descloux. «Noi però rimaniamo fiduciosi - ha dichiarato il difensore Elia Riva al termine del confronto, ai microfoni di Teleticino -. Certo, il Ginevra è forte e lo ha dimostrato una volta di più. Ma la serie è ancora lunga e siamo consapevoli che avremo la possibilità di dire la nostra nelle prossime partite. Dobbiamo solo rimanere sereni e concentrati». Appuntamento a gara-2, allora. Che può e deve essere diversa.