Tschumi e Fair dall'Ambrì al Lugano, un polverone di 30 anni fa

Quando un giocatore passa dall’Ambrì Piotta al Lugano, o viceversa, i tifosi non restano mai indifferenti. Il recente trasferimento di Michael Joly in Leventina sta facendo discutere, come era già capitato con molti illustri predecessori, da Peter Jaks a Hnat Domenichelli, da Ryan Gardner a Dario Bürgler. Trent’anni fa, nell’estate del 1995, ben due simboli biancoblù si accasarono insieme alla Resega: Rick Tschumi e Keith Fair.
Chi se l'aspettava?
È il 24 marzo 1995, vigilia di gara-1 della finale playoff tra Kloten e Zugo. Le due squadre ticinesi, eliminate ai quarti di finale, sono ormai in vacanza da un paio di settimane. All’improvviso, una «bomba» di mercato scuote la quiete di Derbylandia: «Il vecchio Ambrì va a Lugano!», titola il Corriere del Ticino. «Manca ancora l’ufficialità – si legge nell’articolo di Alcide Bernasconi –, ma è soltanto una questione di ore: Rick Tschumi, 32 anni, fino a ieri capitano leventinese, e Keith Fair, 27 anni, l’attaccante che non si arrende mai, giocheranno la prossima stagione con la maglia bianconera». I sostenitori leventinesi non credono ai loro occhi, quelli bianconeri si fregano le mani. «È una notizia che sorprende, che scuote i tifosi di entrambe le squadre», aggiunge il cronista. I due svizzero-canadesi arrivarono ad Ambrì ancora ragazzini. Tschumi, difensore, debuttò in biancoblù a 19 anni, nella stagione 1982-83, sotto la guida dell’allenatore Jean Cusson. Fair, attaccante, assaggiò la prima squadra a 18 anni, nel 1986-87, quando in panchina c’era Roland von Mentlen. Tornò poi definitivamente alla Valascia a partire dal campionato 1988-89, dopo aver concluso gli studi oltre oceano.
Bandiere ammainate
Stiamo parlando di due simboli, «diventati negli anni la bandiera dell’Ambrì Piotta, citati molte volte come esempio per l’impegno e il cuore con cui si sono quasi sempre battuti», si legge sul CdT. «Tschumi e Fair sono cresciuti insieme alla squadra, conquistando le simpatie dei tifosi e il riconoscimento dei tecnici grazie a quel loro modo di giocare sempre con il massimo impegno, stringendo i denti senza mai mollare, arrivando a conquistare così un posto in Nazionale». E ancora: «Tschumi e Fair sono l’emblema di questa famiglia degli swiss canadians, guardata dapprima con sospetto ma poi rispettata, che ha impresso il suo marchio nella storia dell’Ambrì».
Le ragioni biancoblù
Il Corriere del Ticino sottolinea la portata dell’evento: «Il popolo leventinese insorgerà, ne siamo convinti». E poi si interroga: «Era giusto lasciare partire ora (e in questo modo) due giocatori che la maglia biancoblù l’avevano scolpita sulla pelle?». Criticato per aver rinunciato a due suoi pilastri, l’HCAP organizza subito un incontro informale con la stampa per spiegare le ragioni del doppio addio. «Non potevamo agire altrimenti», spiegano il presidente Tiziano Gagliardi e il direttore sportivo Sergio Gobbi. «A Tschumi – leggiamo sul CdT del 25 marzo 1995 – era stato proposto un nuovo contratto, per una sola stagione, ma il capitano voleva almeno un’offerta per due stagioni. Per Fair si è fatto avanti il manager, dopo che l’Ambrì Piotta aveva proposto una sensibile riduzione dello stipendio». «Con i due giocatori – precisa Gagliardi – non c’è stata nessuna rottura, ma non intendiamo assolutamente fare la fine dell’Olten o del Bienne (il riferimento è ai loro problemi finanziari, ndr.). Ci spiace perdere questi due giocatori, ma non accetto che si dica che in qualche modo li abbiamo messi alla porta».
Alla corte di Slettvoll
Comunque sia, alla porta c’è il Lugano. Il 27 marzo 1995, il club bianconero ufficializza l’ingaggio di Rick Tschumi e Keith Fair per due stagioni. Due giorni dopo, in conferenza stampa, il presidente Fabio Gaggini spiega che con l’Ambrì Piotta non vi è stato nessun tipo di guerra politica o finanziaria. Dal canto suo, il direttore sportivo John Slettvoll (che ha affidato la panchina al finlandese Timo Lahtinen) commenta così la spesa fatta in Leventina: «Che Tschumi fosse sul mercato l’abbiamo saputo tardi, eravamo convinti che rimanesse ad Ambrì. In marzo il suo agente, che è lo stesso di Fair, ci ha detto che lo si poteva considerare libero. Non credo proprio che a 32 anni sia da considerare vecchio. È un giocatore validissimo e di esperienza, è duro, gioca con grande cuore e ha una mentalità vincente. Sia lui, sia Keith, portano ulteriore personalità alla squadra. Con Fair, che ho già avuto alle mie dipendenze in Nazionale, avevamo già avuto dei contatti un anno fa, ma dato che era sotto contratto per un altro anno non se n’era fatto nulla. Nel 1987, in un famoso match pugilistico, sconfisse Bertaggia ai punti. Ora dobbiamo solo insegnargli a non confondere il nero con il blu».
Dopo tre stagioni poco fortunate, nel 1999 Tschumi e Fair vincono il loro primo campionato proprio alla Valascia, in gara-5 della storica finale ticinese. Rick si ritira nel 2002, a 39 anni, mentre Keith conquista un altro titolo nel 2003, per poi chiudere la carriera nel 2005 a 37 anni. Eroi dei due mondi. Anzi, di uno solo: Derbylandia.