Una storia d'amore mai veramente sbocciata

LUGANO - Un fulmine a ciel sereno. Oppure no, a pensarci bene. Perché la storia d'amore tra Damien Brunner e il Lugano non è purtroppo mai davvero sbocciata. Arrivato in Ticino dopo un'esperienza dolceamara in NHL, l'attaccante in bianconero – capace di garantire comunque un buon bottino di punti – non è mai riuscito a rendere secondo il suo potenziale.
Bisogna essere sinceri: il Brunner ammirato con la maglia dello Zugo, alla Resega a Lugano non lo si è mai visto. Sicuramente i tanti, tantissimi infortuni con i quali ha dovuto fare i conti non lo hanno aiutato: sfortunatissimo, ha trascorso quasi più tempo in infermeria che sul ghiaccio. E anche nella stagione appena conclusa, quando sembrava entrare finalmente in forma, la malasorte lo ha bloccato per l'ennesima volta.
Ma c'è senza dubbio di più. Brunner – che non è comunque sbarcato in Ticino per fare vacanza – non è un giocatore facile da gestire. Il gruppo, a cominciare da Greg Ireland – e non ci riferiamo alla "litigata" tra il tecnico e l'attaccante durante la stagione – non ha mai accettato alcuni suoi atteggiamenti. Sono stati tollerati, ma dopo la cavalcata bianconera nei playoff il bubbone è esploso. Brunner è lontano anni luce dalla filosofia hockeistica – e da quella mentale - di Ireland, che esce ancora più rinforzato da questa situazione.
Permettere a Brunner di trovarsi un'altra squadra – in altre parole, il giocatore è stato scaricato – fotografa bene la nuova via intrapresa dal club bianconero: tutti per uno e uno per tutti. Con Ireland nelle vesti di un moderno moschettiere. Chi non segue questa strada – come ha invece fatto Linus Klasen, rimasto vicino alla squadra anche nei momenti più difficili – può accomodarsi altrove. E, ce lo auguriamo per lui, anche Brunner a Bienne potrebbe trovare nuovi stimoli. Sembra insomma finita l'epoca in cui alla Resega – pardon, alla Cornèr Arena – il palmarès dell'individuo aveva la meglio sull'allenatore.
Il merito di Vicky Mantegazza e di Roland Habisreutinger è stato quello di aver capito che il Lugano – per tornare ad avere successo – doveva staccarsi dai miti di un passato che non esiste più. Sfumato l'affare Suri e partito Brunner (con il suo pesantissimo stipendio) il popolo bianconero ora si attende però almeno un paio di colpi di mercato. Più facile a dirsi che a farsi, ma d'altra parte lo stesso Habisreutinger negli scorsi giorni aveva manifestato il desiderio di allargare la rosa della prima squadra bianconera. Per ora il direttore sportivo – scottato dall'affare Suri – non si sbilancia. Ma è difficile pensare che abbia permesso a Brunner di accasarsi altrove senza avere tra le mani una valida alternativa.