«Vi racconto la mia Street Cup, il torneo più pazzo della Svizzera»

Benvenuti alla Street Cup di Pully, il torneo di inline hockey più pazzo della Svizzera. O forse del mondo. Tra una birretta e una salsiccia, qui si scende in pista vestiti in modo assurdo. Con il poncho messicano, il giubbotto salvagente, la camicia hawaiana, la divisa da cantiere, il kilt scozzese. E il casco può essere rimpiazzato da un elmo da gladiatore. La sola regola che conta davvero è divertirsi. E a rendere il tutto ancora più surreale, ci sono i nomi ben noti di alcuni fedeli partecipanti. Qualche esempio? Igor Jelovac, Axel Simic, Mischa Ramel, Kevin Pasche, Inaki Baragano, Floran Douay, i fratelli Vouardoux, Makai Holdener, Nolan Diem, Adrien Lauper. Tutti professionisti (o ex) di hockey su ghiaccio in National League, prevalentemente romandi. Tra loro ci sono pure due degli ideatori della manifestazione, la cui sesta edizione si svolgerà nel weekend: Valentin Pilet, difensore dell’Ajoie, e Johnny Kneubuehler, oggi attaccante del Bienne, ma per tante stagioni protagonista con l’Ambrì Piotta.

È proprio l’ex biancoblù a parlarci della sua creatura: «Già da piccolo non ne avevo mai abbastanza dell’hockey. In estate, in assenza di ghiaccio, giocavo a inline con i miei amici. Crescendo, ho continuato a prendere parte a numerosi tornei fuori stagione. Finché nel 2018, insieme a Valentin Pilet e a Joachim Vodoz, abbiamo deciso di organizzarne uno tutto nostro nella regione di Losanna, cercando di coinvolgere amici e vecchi compagni di squadra in un ambiente conviviale, in cui nessuno si prende troppo sul serio. Si compete, sì, ma non ci sono mai problemi, discussioni o frizioni. Il sabato, giorno dedicato alle qualificazioni, prevale la festa, mentre la domenica, per le finali, l’impegno aumenta, il livello si alza e tutti vogliono vincere. In palio ci sono pur sempre dei trofei e dei premi».

I travestimenti carnascialeschi descritti in precedenza sono diventati un marchio distintivo della Street Cup: «Ma non li abbiamo imposti noi», spiega Johnny ridendo. «Anno dopo anno, sono state le varie squadre, spontaneamente, a presentarsi agghindate in modo sempre più originale e stravagante. Ormai quella del costume è diventata una tradizione. Ci si diverte anche così, ed è questo il bello del nostro evento. Si gioca, si mangia, si beve e si ascolta buona musica. Oltre a giocare con la mia squadra, gli All Blacks, io sono anche impegnato al bar per servire giocatori, familiari e tifosi. La presenza dei pro di National League attira sempre qualche curioso».
In lizza, per il secondo anno, ci sarà anche una squadra di amateur ticinesi, gli Evil Bunny. «Ma non sono ancora riuscito a coinvolgere giocatori professionisti della vostra regione», amette Johnny. «Ci ho provato anche con Fora e Pestoni, ma la trasferta era troppo impegnativa. Chissà, magari l’anno prossimo».
Fino ad oggi, ci garantisce Kneubuehler, nessun direttore sportivo di National League ha mai negato ai suoi giocatori di partecipare alla Street Cup. «Anzi, un paio di loro sono venuti ad assistere al torneo e si sono divertiti. Siamo in giugno, è il periodo giusto per rilassarsi un pochino».