Ville contro Jesper e Aleksi: è la notte della famiglia Peltonen

Un ultimo test, un’ultima fatica prima di concedersi qualche giorno di riposo e preparare poi la seconda fase della stagione. Il Lugano – chi l’avrebbe mai detto, un mese fa? – è la squadra del momento: ha vinto le ultime cinque partite disputate ed è primo nella classifica degli ultimi dieci incontri, nei quali ha ottenuto ben 23 punti. Tanti quanti ne ha incamerati il leader Davos, che dopo una partenza a razzo è stato sconfitto due volte in 24 ore, dal Ginevra prima e dal Losanna dopo.
No, nessuno ha fatto meglio della truppa di Tomas Mitell, nelle ultime dieci partite. Nemmeno il Losanna secondo in classifica, che battendo i grigionesi mercoledì sera è forse uscito da una mini crisi che ha portato ad una media di 1.3 punti nelle ultime dieci uscite. Pochi, per i vicecampioni svizzeri.
Del Losanna al Lugano oggi – anzi, domani – importerà poco. Alla Cornèr Arena – per l’unico impegno dei bianconeri nel weekend – arriverà infatti il Ginevra, croce e delizia dei suoi tifosi. Chissà, in casa Lugano – il popolo bianconero faccia gli scongiuri – potrebbe essere anche l’ultima di Linus Omark. Che - guarda un po’ gli scherzi del destino – anni fa aveva fatto sognare proprio i tifosi del Servette. Il contratto dello svedese scade proprio in questo weekend.
Croce e delizia
È croce e delizia dei suoi tifosi, si diceva analizzando il cammino del Servette. È stato, quello ginevrino, uno dei tre club di NL ad aver e fin qui cambiato l’allenatore, insieme a Berna (Ehlers per Tapola) e ovviamente Ambrì Piotta (Landry/Matte per Luca Cereda. Ad iniziare il campionato in panchina in qualità di head-coach era stato – un po’ a sorpresa – Yorrick Treille, ma il francese ha pagato a caro prezzo l’incostanza della sua squadra nella prima fase del campionato e un paio di scoppole clamorose. Il 16 settembre il Ginevra perdeva addirittura per 11-0 a Losanna, prima di beccarne 5 (a 1) in casa con il Lugano il 3 ottobre e 8 (a zero…) due giorni più tardi a Bienne.
Della serie, quando una squadra vuole far fuori il proprio allenatore... Sì, il direttore sportivo Marc Gautschi non ha potuto fare altro che esonerare Treille. In un primo momento ha affidato la squadra a Ville Peltonen ad interim, prima di confermare il finlandese fino al termine della stagione. Dalla prossima – secondo una strategia già messa in atto dal Friburgo – sulla panchina del Ginevra ci sarà lo svedese Sam Hallam. Non sono solo voci o speculazioni, il club delle Vernets lo ha confermato circa due settimane fa. «Siamo convinti – ha spiegato Gautschi – che grazie alla sua grande esperienza e alle sue competenze tecniche e sociali, Hallam saprà far crescere il club. Questo annuncio così precoce ci permette di chiarificare la situazione per quanto riguarda l’allenatore del futuro, cosa fondamentale per la pianificazione del Ginevra».
Futuro incerto
Che ne sarà di Ville Peltonen nella prossima stagione nessuno lo sa, insomma. Sì, forse il solo Marc Gautschi, lo sa. Eppure anche nella Svizzera romanda il finlandese è spesso presentato come una leggenda vivente dell’hockey. Più per quanto fatto da giocatore che da allenatore, a dire il vero. Ancora pochi giorni fa, un quotidiano con sede sulle rive del Lemano parlava di lui come di una «leggenda del Lugano».
Chi ha i capelli grigi se lo ricorda bene, i più giovani hanno forse bisogno di un piccolo ripasso. Tre stagioni a Lugano, due da capitano, e la storica conquista del titolo svizzero nel 2006 dopo l’ormai celeberrimo quarto di finale contro l’Ambrì Piotta. I numeri in bianconero? Impressionanti: 91 reti e 128 assist in 169 presenze
Sì, domani alla Cornèr Arena sarà la notte dei Peltonen. Papà Ville in qualità di allenatore principale del Ginevra, dall’altra parte – con la maglia del Lugano – i figli Jesper e Aleksi. Tutto in famiglia.
La trasformazione
Ci sarà però poco tempo per baci e abbracci: solo al termine della partita, con ogni probabilità, i tre trascorreranno qualche minuto insieme. Lugano contro Ginevra è ormai diventata una classica dell’hockey elvetico, in particolare dopo le sfide dei playoff tra McSorley e Fischer e dopo il play-in che vide proprio McSorley – sulla panchina del Lugano – eliminare il Ginevra di Jan Cadieux. Il lanciatissimo Lugano farà bene a diffidare – nonostante i suoi alti e bassi – del Ginevra. Un Servette che negli scorsi giorni ha tra l’altro battuto 6-0 il Bienne e poi 7-0 il Davos, prima di doversi però arrendere di misura (1-0), in casa, allo Zugo.
