HC Lugano

«Viviamo nel presente»

Reduci dalla secca sconfitta contro gli ZSC Lions, i bianconeri cercano l’immediato riscatto a Zugo
– Coach Luca Gianinazzi non perde la serenità: «Dobbiamo concentrarci più sulla prestazione che sui risultati»
© Keystone - ATS / Ti-Press
Flavio Viglezio
26.09.2023 06:00

Non perde facilmente la calma, Luca Gianinazzi. E nemmeno il sorriso. La sconfitta contro gli ZSC Lions - pesante nel risultato e per come è maturata - sembra non aver lasciato troppe cicatrici nell’anima del coach bianconero. È già proiettato alla sfida con lo Zugo, il Giana, che torna però su quanto accaduto domenica alla Cornèr Arena: «La mia analisi - spiega - ricalca quella fatta a caldo pochi minuti dopo la fine dell’incontro con lo Zurigo. La verità è che ci siamo preoccupati troppo di loro e siamo entrati in pista con un eccessivo spirito da «underdog». Abbiamo pensato soprattutto a difenderci e a cercare di portare a casa il risultato in qualche modo, invece di giocare come avremmo dovuto. Questa non è la nostra identità. Abbiamo passato troppo tempo a cercare di rimanere in partita, quando invece avremmo dovuto farla. In questi casi si tende poi a strafare e chi è in pista deve costantemente adattarsi a ciò che fanno i compagni».

Un fattore mentale

«Non abbiamo avuto la necessaria personalità», diceva a caldo Luca Fazzini. «Ci siamo preoccupati troppo di loro», afferma Gianinazzi. Parole che, tra le righe, sottolineano la necessità di compiere un salto di qualità a livello mentale: «Sì, sappiamo tutti quanto sia importante la testa, nello sport, e lavoriamo ogni giorno in questa direzione. Nelle amichevoli estive, quando il risultato conta poco o nulla, eravamo più liberi mentalmente. Il messaggio che abbiamo voluto dare alla squadra è di concentrarsi più sul gioco che sul risultato. Se fai del tuo meglio e poi perdi, è lo sport e lo si può accettare. Ma, come dico sempre, è la prestazione che porta al risultato».

La partita di domenica sera ha mostrato quanta differenza ancora ci sia tra il Lugano e una squadra di vertice come gli ZSC Lions: «Dobbiamo concentrarci su di noi, non sullo Zurigo. Domenica non eravamo al loro livello, è inutile nasconderlo, ma vedremo cosa accadrà nella prossima sfida contro di loro».

A colpire - tra le altre cose - è stato il numero incalcolabile di passaggi sbagliati dal Lugano in uscita dal proprio terzo di difesa: «È stato un problema di esecuzione. Losanna e Zurigo esercitano lo stesso tipo di pressione. Alla Vaudoise Arena abbiamo saputo gestire bene queste situazioni e ci siamo creati tante occasioni per andare a segno. Con i Lions non siamo stati bravi, ma ritengo che sia un fattore - come detto in precedenza - più che altro mentale».

La giusta chimica

L’obiettivo del Lugano - e quello della sua dirigenza - era quello di iniziare bene la stagione. Ora si tratta già di reagire e di conquistare punti pesanti per non perdere il contatto con le zone nobili della classifica. «In questi momenti bisogna sapersi estraniare dai risultati. Tutti noi vogliamo vincere a Zugo, ma nessuno di noi sa quello che accadrà alla Bossard Arena. Bisogna quindi concentrarsi sulla preparazione e vivere nel presente».

Il presente dice allora che Gianinazzi sta ancora cercando i terzetti offensivi ideali. La linea composta da Joly, Ruotsalainen e Granlund, per esempio, non ha convinto: «Si lavora quotidianamente per trovare la chimica giusta. Inoltre quando si hanno a disposizione sette stranieri, tra i quali un portiere, è normale che il line-up possa cambiare tra una partita e l’altra».

Resta il fatto che diversi elementi, per un motivo o per l’altro, non sono di certo al massimo della forma. Sarà il gruppo a dover fare la differenza nelle prossime uscite: «La prestazione di squadra è in un certo senso la somma di quanto riescono a dare le individualità per il bene del gruppo. Ma non vedrei la situazione in modo troppo negativo: nonostante tutto con lo Zurigo siamo rimasti a lungo in partita e nel terzo tempo abbiamo avuto una grossa occasione per pareggiare i conti».

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