Ambrì Piotta

Zaccheo Dotti e le storie di famiglia: «Nel rapporto tra i fratelli Landry, rivedo quello tra me e Isacco»

Il difensore ticinese parla anche del distacco da un punto di riferimento come Luca Cereda e dal direttore sportivo Paolo Duca: «All'inizio, avendo il contratto in scadenza, mi sono chiesto con chi avrei dovuto parlare per un rinnovo, poi ho smesso di preoccuparmi»
© Keystone/Andrea Branca
Fernando Lavezzo
21.10.2025 06:00

Zaccheo e Isacco Dotti tengono botta, con la grinta e l’abnegazione di sempre. Ma sotto i riflettori, in Leventina, c’è ora un’altra coppia di fratelli. I Landry. Sabato scorso, con un gol a testa, Manix e Lukas hanno steso il Kloten, rendendo fiero papà Eric in panchina. «Una bella storia all’interno di una vittoria importante», osserva Zaccheo Dotti. «Lo sport si nutre di narrazioni, di aneddoti, e quando si verificano episodi simili – come due fratelli che segnano nella stessa partita, sotto gli occhi del padre allenatore – ne beneficia tutta la squadra. Viviamo di forti emozioni. Belle o brutte che siano, lo spogliatoio deve attraversarle insieme. Fortificandosi nei periodi difficili e cavalcando le energie positive nei momenti positivi».

Quando si tratta di ghiaccio e famiglia, «Zack» sa benissimo di cosa parla: «Nel rapporto e nelle dinamiche tra i due fratelli Landry, rivedo quello che è successo a me e a Isacco nel corso delle nostre carriere. Lui è arrivato a giocare in National League con l’Ambrì Piotta due anni prima di me, aprendo una porta. La stessa cosa, e con le stesse tempistiche, l’ha poi fatta Manix con Lukas. Io mi rivedo nel fratello minore, che osserva le conquiste di quello più grande e pensa: ‘‘Se ce l’ha fatta lui, posso farcela anch’io’’. All’inizio il più piccolo cerca sempre di rubare il mestiere a chi lo ha preceduto, poi inizia a metterci del suo, per distinguersi e magari fare ancora meglio. È un continuo stimolarsi e incitarsi a vicenda che può far progredire la coppia di fratelli».

Stagione di cambiamenti

Da otto partite, Zaccheo Dotti fa coppia con Jesse Virtanen. Una stabilità che il ticinese si è guadagnato con il sudore, dopo un inizio di stagione un po’ complicato. «Ogni estate si riparte da zero e io mi preparo sempre al meglio, consapevole di dover lottare ogni giorno per conquistarmi un posto in squadra. Le prime giornate di campionato non sono andate come volevo, ma poi sono riuscito a rimettermi sui binari. Non ci sono tanti segreti: lavoro, lavoro e ancora lavoro».

Una frase, quest’ultima, che sembra uscita dalla bocca di Luca Cereda, punto di riferimento importantissimo nella carriera di «Zack», che lo ha avuto come capo allenatore negli juniores biancoblù, nel Biasca in Prima Lega, nei Ticino Rockets in Swiss League e infine in prima squadra ad Ambrì, dal 2020 fino a due settimane fa: «La notizia del suo addio mi ha colto all’improvviso, ma sono andato avanti. La squadra ha girato pagina e personalmente continuo a fare quello che ho sempre fatto negli ultimi cinque anni. Con Eric Landry e René Matte mi sono sempre trovato bene e tutto il gruppo ha risposto al meglio. Anche dopo la sconfitta di venerdì contro il Langnau, siamo stati bravi a ritrovare subito la via del successo. Le squadre che vogliono muovere la loro classifica fanno così: dimenticano le serate storte e si rimettono subito in carreggiata, evitando le strisce negative».

Un nuovo ds da convincere

Zaccheo non ha dovuto metabolizzare soltanto il distacco da Cereda, ma anche quello da Paolo Duca. Per un giocatore in scadenza di contratto, quei giorni di incertezza sul direttore sportivo non sono stati facili: «Non dico di essermi sentito smarrito, ma ci ho pensato. Il futuro va sempre pianificato, a maggior ragione dopo i 30 anni (ne ha compiuti 31 pochi giorni fa, ndr.), quando la vita ti presenta nuove sfide, anche familiari. Dopo la partenza di Duke, mi sono chiesto con chi avrei dovuto parlare per l’eventuale rinnovo. Ma poi mi sono detto di non preoccuparmi e di concentrarmi sul mio lavoro, un giorno dopo l’altro, dando il meglio di me in ogni partita e in ogni allenamento. La mia parte la devo fare sul ghiaccio. Il resto, se deve arrivare, arriverà, indipendentemente da chi sia il mio interlocutore».