Hockey

Zach Sanford, un leader silenzioso: «Preferisco dare l'esempio»

Il Lugano attende il Langnau, la parola all'attaccante americano
Zach Sanford in azione. ©Keystone/Andrea Branca
Flavio Viglezio
10.10.2025 06:00

«Sì, probabilmente lui si è abituato più velocemente rispetto ai suoi compagni nordamericani allo stile di gioco europeo. A volte segnare una rete o fornire un assist aiuta ad aumentare il capitale di fiducia nei propri mezzi. In generale stiamo ancora lavorando con i nostri nordamericani, vogliamo che si sentano sempre più a loro agio e ritengo che stiano andando nella giusta direzione. Ci vuole un po’ di tempo, ma sono soddisfatto degli sforzi che stanno facendo per crescere». Parole e musica di Tomas Mitell, allenatore bianconero. Il «lui», colui che si è integrato più rapidamente rispetto ad altri, è Zach Sanford. Quattro reti e cinque assist in 12 partite, e una statistica individuale di +3, sono numeri positivi e che fanno ben sperare per il futuro. Come sempre più positivo è il contributo che il 30.enne americano sta in generale dando alla causa bianconera: «Sì – spiega Sanford – le differenze sono tante rispetto al Nordamerica, sia a livello di stile di gioco, sia di dimensioni delle piste. Io cerco di svolgere al meglio il mio dovere, di fare le cose giuste con e senza il disco sul bastone. Lo staff tecnico e i compagni mi sono stati e mi sono di grande aiuto: mi hanno dato e ancora mi danno consigli preziosi. Ho la possibilità di discutere con loro di ogni aspetto del mio lavoro in pista».

Di tempi e di spazi

Non è però ancora totalmente soddisfatto del suo rendimento, Sanford: «Sento di essere ancora in una situazione di lavori in corso, perché tutto è davvero molto diverso rispetto a dove ho giocato in passato. Ogni giorno si tratta di imparare cose nuove e di portarle poi sul ghiaccio. È soprattutto una questione di tempi e di spazi. Con il puck sulla paletta l’hockey è piuttosto semplice, qui in Europa – con le piste più grandi – è però fondamentale farsi trovare sempre al posto giusto al momento giusto».
Alle parole Sanford preferisce allora i fatti. È quel che in gergo viene definito un leader silenzioso: «Sono una persona che preferisce essere leader dando l’esempio, più che a parole. Comunque, quando c’è bisogno di me, non mi tiro indietro. Se qualche giovane mi chiede un consiglio, glielo do volentieri. Non mi dispiace discutere delle diverse situazioni di gioco, degli scenari che possono presentarsi. Ma, mi ripeto, essenzialmente amo maggiormente dare l’esempio con il mio lavoro in pista».

Felici ma realisti

Intanto il Lugano ha conquistato cinque punti nelle ultime due uscite. La speranza è che abbia finalmente trovato la necessaria continuità: «È sempre bello vincere e mettere in cassaforte punti pesanti per la classifica. Sappiamo però che ad attenderci c’è ancora una grossa mole di lavoro, ne siamo coscienti. Siamo felici di aver ottenuto cinque punti nelle ultime due partite, ma non possiamo fermarci qui. L’obiettivo è migliorarsi sempre di più e per questo, come ho detto, c’è bisogno di lavorare parecchio».
Soprattutto alla Cornèr Arena. I bianconeri sembrano infatti più a loro agio in trasferta che tra le mura amiche: «In trasferta giochiamo un hockey semplice e questo sta portando buoni risultati. In casa, invece, vogliamo a volte fare troppo e questo è controproducente. Si tratta di trovare la giusta continuità di rendimento, quando scendiamo sul ghiaccio davanti ai nostri tifosi. Anche questo è un aspetto che fa parte del nostro processo di crescita».

Fan di Schlegel

A proposito del processo di crescita, l’efficacia in fase offensiva sembra migliorata: «Ci sono state partite in cui abbiamo in effetti faticato a trovare la via della rete, ma ritengo che la situazione stia migliorando. Anche perché sfruttiamo meglio le “seconde occasioni”, dopo i rebound per esempio siamo più attivi davanti alla porta avversaria. Abbiamo parlato molto di questo tra di noi e ci siamo concentrati parecchio per svolgere questo tipo di lavoro: andare più diretti sulla porta e sfruttare al meglio i rimbalzi o i dischi che rimangono nello slot». Nel frattempo Zach Sanford sta imparando a conoscere sempre meglio i suoi nuovi compagni: «Chi mi ha impressionato maggiormente in positivo? Se dovessi fare un solo nome, direi Niklas Schlegel. È davvero un ottimo portiere, in ogni partita compie interventi importanti. Per tutta la squadra, quando si è impegnati in fase difensiva, è fondamentale avere a disposizione un estremo difensore che possa infondere fiducia e sicurezza a tutti. Anche negli allenamenti è difficile segnare contro di lui. Sinceramente mi diverto a vederlo giocare».

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