Zgraggen: «Abbiamo concesso troppo spazio»

Voleva conferme dopo la pausa, l’Ambrì Piotta. Un Ambrì che si è presentato a Zugo senza l’ammalato René Matte, ma con Manuele Celio e Corsin Camichel in panchina. E, per la prima volta in stagione, con capitan Daniele Grassi nelle vesti di 13. attaccante. Voleva conferme dopo i due successi consecutivi contro Ajoie e Bienne prima della sosta, la squadra di Eric Landry. Ebbene, i leventinesi tornano da Zugo a mani vuote e tanti rimpianti. Già, perché dopo un primo periodo da sogno era difficile immaginare il calo che i biancoblù hanno pagato a carissimo prezzo.
Dominio e distrazione
Cercava conferme, l’Ambrì Piotta. I biancoblù le hanno trovate subito, in un primo tempo dominato in lungo e in largo e chiuso in doppio vantaggio grazie alle reti di Zgraggen – con la complicità di Wolf – e di Joly. Un periodo in cui i leventinesi non hanno concesso praticamente nulla allo Zugo, lanciando così al meglio il resto della sfida. Una partita che si è però riaccesa nel periodo centrale – dopo una penalità fischiata a Samuel Guerra la difesa biancoblù è incappata in una distrazione collettiva che ha permesso a Herzog di ridurre le distanze.
Un’altra partita
Lo Zugo si è allora preso il momentum e ha messo parecchio sotto pressione i biancoblù. Che hanno però avuto il merito di non lasciarsi prendere dal panico. I Tori hanno spinto tanto, ma l’Ambrì Piotta è stato in grado per lo meno di difendere lo slot, obbligando lo Zugo a tirare spesso e volentieri da posizione scomoda. Impossibile però pensare di farla franca alla OYM Hall – il nuovo nome della Bossard Arena – senza disciplina difensiva. Ed allora l’Ambrì Piotta può recitare il mea culpa per aver di fatto regalato il gol del vantaggio dello Zugo a Gregory Hofmann. Con la difesa leventinese totalmente scoperta, per il nazionale rossocrociato e Wingerli è stato quasi un gioco da ragazzi andare a superare Senn.
Nessuna reazione
Purtroppo i biancoblù – colpiti nel morale – non sono stati in grado di reagire. Hanno provato ad attaccare, pasticciando però parecchio. Ed allora, quando Senn ha lasciato la sua gabbia per l’assalto finale, Wingerli ha chiuso definitivamente i conti. Con il Friburgo, alla Gottardo Arena, servirà più attenzione. E una maggiore disciplina. «Nel primo tempo – ha analizzato Jesse Zgraggen – siamo partiti molto bene. Purtroppo in seguito abbiamo concesso loro troppo tempo e troppo spazio e l’abbiamo pagato a caro prezzo».

