Hockey

Zwerger: «Sto bene e sono pronto ad aiutare l’Ambrì»

L’attaccante austriaco dei biancoblù spazza via i dubbi sul suo stato di forma e suona la carica
L’attaccante dell’Ambrì Piotta Dominic Zwerger in marzo era stato eletto giocatore dell’anno in Austria. (Foto Putzu)
Flavio Maddalena
05.09.2019 06:00

Aveva suscitato un po’ di preoccupazione tra i tifosi, durante l’estate, l’impiego a intermittenza di Dominic Zwerger nelle prime apparizioni sul ghiaccio dell’Ambrì. Due sole amichevoli disputate (su 5) e un’unica sfida di Champions League (su 2). Che succede? Come sta, davvero, il 23.enne austriaco? Interrogativi fugati in parte già settimana scorsa da Luca Cereda: il numero 16 ha seguito un programma di allenamenti ad hoc, in seguito ad un periodo di stop accusato al termine dei Mondiali. E ieri, lo stesso diretto interessato ha voluto spazzare via ogni dubbio riguardo al suo stato di forma: «Sto bene, e sono pronto, al 100%, per aiutare la squadra in questo inizio di stagione». Con il giovane attaccante biancoblù ci siamo quindi intrattenuti al termine dell’allenamento per riavvolgere il nastro di questi ultimi mesi un po’ movimentati e per dare un’occhiata a ciò che ha in serbo in futuro prossimo.

Dominic Zwerger, partiamo dalla stretta attualità. Oggi l’Ambrì disputa il suo terzo incontro europeo. Come state vivendo questa competizione?

«La stiamo vivendo in maniera senza dubbio positiva, con tanto entusiasmo. Abbiamo l’occasione di disputare delle belle sfide contro alcune delle migliori squadre europee. Senza contare che questo genere di partite è sicuramente di maggiore aiuto, in ottica campionato, rispetto alle tradizionali amichevoli di preparazione».

Dopo due partite, l’Ambrì insegue ancora la prima vittoria in Champions. Cosa vi manca per riuscirci?

«Cosa manca? Le reti. Perché di occasioni ce ne creiamo parecchie, però finora abbiamo stentato a buttare il disco in porta. Ci occorrerà magari qualche rete sporca. Ma non dobbiamo lasciarci andare. Le prime due prestazioni sono state buone, anche se è certo che ora vogliamo fare un ulteriore passo avanti e conquistare la vittoria: faremo di tutto per riuscirci in casa».

La stagione 2018-19 è stata memorabile per i colori biancoblù. Che cosa vi aspettate, e che cosa dobbiamo aspettarci, da quella oramai alle porte?

«Beh, per quanto ci riguarda, noi prendiamo davvero una partita alla volta, e non guardiamo né troppo avanti né all’indietro. Di quello che è stato l’anno scorso siamo tutti orgogliosi, però ora abbiamo voltato pagina e vogliamo continuare sulla stessa strada, con un’altra buona stagione. Particolari obiettivi personali? No, io penso soltanto a fare del mio meglio ogni giorno e a dare il mio contributo alla squadra, per ottenere più vittorie possibili».

In estate, l’Ambrì ha dovuto salutare il suo topscorer, e tuo compagno di linea, Dominik Kubalik. Quanto mancherà?

«Abbiamo perso un grande giocatore, su questo non ci piove. Ma Kuba se l’è meritata, questa occasione in NHL. Siamo rimasti in contatto con lui, e tutti noi gli auguriamo il meglio in questa sua nuova avventura. Se ci mancherà? È difficile affermare il contrario. Era il miglior giocatore del campionato. Ci ha aiutato molto l’anno scorso. Allo stesso tempo però dobbiamo ricordarci che tutte le nostre soddisfazioni le abbiamo ottenute come squadra. L’Ambrì non è un giocatore, o due, o tre. Per raggiungere traguardi come quelli della passata stagione è stato necessario l’apporto di tutti. È questo che ci porta ad essere competitivi, ed è quello che amano i nostri tifosi. Il loro supporto è incredibile. Non possiamo che ringraziarli. A proposito, in Germania e in Svezia sono stati pazzeschi!».

L’Ambrì riparte però anche da uno zoccolo duro di giocatori fedeli al progetto biancoblù, come te.

«E come si fa a non amare il progetto Ambrì? C’è una pista nuova in arrivo, abbiamo una buona squadra, tutti lottano per i propri compagni, e si dà spazio a chi se lo merita. È per tutte queste ragioni che ragazzi come me, Müller, Novotny e via dicendo hanno rinnovato con piacere negli scorsi mesi».

In Austria, a fine marzo sei stato eletto «giocatore dell’anno». Con che occhi ti vede, la gente, in patria?

«Quello che conta, per me, è ciò che pensano la mia famiglia e i miei amici. Loro mi guardano sempre alla stessa maniera, e mi vogliono bene a prescindere dai riconoscimenti e da tutto il resto. Da loro ricevo complimenti, ma mi ricordano che tutto ciò non cambia la persona che sono. Mi dicono di rimanere umile. E io cerco di seguire i loro consigli».

Grazie alla Champions League, settimana scorsa hai potuto mostrare la tua città natale, Dornbirn, alla squadra.

«Sì, in effetti sapendo che saremmo passati di lì sulla strada verso Monaco ho chiesto a Duca se fosse possibile prevedere una fermata. Siccome Dornbirn si trova circa a metà strada, ho proposto una pausa pranzo. Duca ha accettato di buon grado e allora ho organizzato un pranzetto in un buon ristorantino che conoscevo. È stato apprezzato da tutti. E chissà che non si possa rifare in futuro».

Con l’Austria hai vissuto un’amara retrocessione, ai Mondiali...

«Sono cose che succedono, purtroppo, nello sport: ci sono alti e bassi. L’anno scorso avevamo fatto buone cose, salvando la categoria. Stavolta non ci siamo riusciti. Ma siamo professionisti. Lavoreremo duro per riscattarci al più presto».

Dopo i Mondiali hai avuto qualche problema di salute che ha ritardato la tua preparazione. Ti sei ripreso?

«Non è stato nulla di grave, e, sì, adesso è tutto a posto. Sto bene e sono pronto ad aiutare l’Ambrì. Quest’estate ho anche prestato servizio militare: anche questo mi ha tenuto un po’ lontano dalla squadra. Ma ora ci sono, al 100%».

Sabato scorso non hai preso parte alla sfida contro il Färjestad. Da fuori, che Ambrì hai visto?

«Ho visto una squadra vera, che ha lottato fino all’ultimo. Abbiamo mostrato a tutti di che pasta siamo fatti. Ci è mancato davvero poco. Ora vogliamo rifarci».