Hockey

«La chiamata a sorpresa di Fischer e la mia vita con una campionessa»

Il difensore leventinese Dario Wüthrich è reduce dalla sua prima esperienza con la nazionale maggiore: «Ho imparato tanto» - La sua compagna è Sophie Hediger, stella emergente dello snowboardcross rossocrociato: «Stare con un’atleta è fantastico, ci capiamo al volo»
© Keystone/Alessandro Crinari
Fernando Lavezzo
16.02.2024 06:00

C’eravamo lasciati in una domenica d’inizio febbraio, con l’Ambrì Piotta battuto 5-4 in casa degli ZSC Lions e la pausa per le nazionali all’orizzonte. Dario Wüthrich non aveva fatto progetti per i quattro giorni liberi concessi dallo staff tecnico biancoblù. Ad occupargli il tempo ci ha pensato Patrick Fischer, convocandolo per i Beijer Games in sostituzione dell'infortunato Inaki Baragano. «Eravamo appena partiti da Zurigo con la squadra, quando mi è arrivata la sua telefonata. È stata una sorpresa enorme. Al tempo stesso, ero molto felice e orgoglioso di volare in Svezia con la selezione rossocrociata. È stata un’esperienza bellissima. Mi sono goduto l’ambiente e sono tornato a casa arricchito. Sul ghiaccio mi sono sentito bene sin dalla prima gara. A quei livelli tutti giocano ad alta velocità e in modo intelligente. Come difensore non è stato facile, ma ho imparato molto. Fischer, che avevo conosciuto quando ero nella Nazionale Under 20, ha saputo trasmettermi tanto».

Media e tifosi si sono interrogati sul senso di una nazionale così giovane e sperimentale, ma questo non ha turbato la settimana di Dario e compagni: «Non ho dato peso a ciò che si diceva all’esterno sulle scelte del coach. Ho solo pensato a sfruttare l’occasione per migliorare, con il sorriso stampato in faccia. Non ho neppure chiesto a Fischer perché mi avesse voluto. Ero semplicemente contento di essere lì».

Minutaggio in crescita

La scorsa stagione, arrivato in prestito dallo Zugo, Wüthrich giocò 18 partite con l’Ambrì Piotta, con un «time on ice» di 9’43’’ a incontro. Un anno fa, di questi tempi, l’HCAP aveva poi annunciato il suo ingaggio fino al 2025. Nelle 42 gare disputate nell’attuale campionato, il suo utilizzo è salito a 14’13’’ di media. È diventato il sesto difensore nelle gerarchie di Luca Cereda, davanti a Simone Terraneo, Isacco Dotti e Kilian Zündel, non lontano da Tobias Fohrler e Rocco Pezzullo. «Sono molto felice dello spazio che mi viene concesso. Sto giocando più di quanto mi aspettassi a inizio stagione e sento che la fiducia dello staff mi ha permesso di progredire. Cereda e i suoi assistenti stanno facendo un grande lavoro con me e mi fanno sentire a mio agio».

Quel titolo dalla panchina

Prima di approdare in Ticino, il 24.enne Wüthrich si è diviso tra la EVZ Academy e la prima squadra dello Zugo. Con questa ha anche festeggiato due titoli nazionali. Nella storica finale del 2022 contro lo Zurigo (rimonta dallo 0-3 al 4-3), Dario è andato in panchina quattro volte, compresa gara-7, senza però scendere sul ghiaccio: «Dentro di me coltivavo la speranza di effettuare almeno un cambio o due. Non è capitato, ma mi sono comunque gustato la serie da una posizione privilegiata, vivendo le emozioni della panchina e dello spogliatoio. Sempre meglio che stare a guardare in tribuna».

Aspettando la prima rete

Tra i giocatori ancora attivi con almeno 100 presenze in National League, Dario (che ne conta 122) è l’unico, insieme al ginevrino Giancarlo Chanton, a non aver ancora segnato un gol nel massimo campionato. «I miei parenti mi prendono in giro dopo ogni partita. Spero di riuscirci entro la fine della stagione, ne sarei molto felice, ma non voglio che il gol diventi un’ossessione. Di certo non mi metterò a forzare le giocate. Sono un difensore che deve prendersi cura della sua zona, lasciando ad altri determinate responsabilità offensive. Però qualche occasione mi capita, quindi voglio e devo imparare a sfruttarle. Ho ancora in testa quella sprecata nell’ultimo derby, all’inizio del terzo tempo. Sarebbe stata la partita perfetta per sbloccarmi».

Una coppia affiatata

Il giorno di quel derby, vinto dall’Ambrì all’overtime, la ragazza di Dario, Sophie Hediger, ha conquistato il suo primo podio in Coppa del mondo di snowboardcross, chiudendo al secondo posto la gara di St. Moritz. «Condividere la mia vita con una sportiva d’élite è il massimo che potessi chiedere», racconta il biancoblù. «Io e lei ci capiamo al volo, comprendiamo le reciproche esigenze, i momenti di stanchezza, riposo, concentrazione. In inverno passiamo del tempo insieme quasi ogni settimana, ma a causa delle concomitanze sportive, solo una volta ho potuto vederla gareggiare. Osservata dall’esterno, la sua disciplina sembra pericolosa, un po’ come succede con l’hockey, ma Sophie mi rassicura. È bravissima, sono fiero di lei. In fondo, il finale di stagione del mio Ambrì ricorda una gara di snowboardcross. Siamo circondati da avversari, davanti e dietro, e bisogna essere pronti a battagliare».

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