La grande paura nei Paesi Baschi e l'Inferno del Nord della Roubaix

Il gruppo dei migliori che affronta una discesa in apparenza nemmeno troppo pericolosa. Una leggera curva a destra, larga, e al Giro dei Paesi Baschi si scatena l’inferno. «La strada era molto accidentata», diranno in seguito alcuni dei protagonisti coinvolti. Si sono fatti male Remco Evenepoel, Primoz Roglic e Jay Vine. Ma ad avere la peggio - ormai è noto - è stato Jonas Vingegaard. Il danese - due volte vincitore del Tour de France - è rimato a terra a lungo prima di essere trasportato in ospedale. Ha la clavicola e parecchie costole rotte e ulteriori esami hanno evidenziato pure una contusione polmonare e uno pneumotorace, ossia la presenza di aria nella pleura. Il suo stato non desta però particolari preoccupazioni, ed è ciò che più conta.
Per il ticinese d’adozione - da qualche mese vive nel Luganese - da oggi inizia una corsa contro il tempo: la difesa della maglia gialla alla Grande Boucle è in dubbio. Lo aspettano tutti, anche il suo più grande rivale. Tadej Pocagar è rimasto scioccato dall’incidente. Dalla Sierra Nevada, dove si sta preparando per il Giro d’Italia, lo sloveno ha inviato il suo personale messaggio via social: «Non vorremmo mai vedere cadute nel ciclismo. Auguri a tutti quelle che sono stati coinvolti per un veloce recupero dopo una botta così dura».
Una botta che riporta alla ribalta il problema della sicurezza dei corridori, in una settimana caratterizzata pure dall’infortunio di Wout van Aert e da quello, in allenamento di Lennard Kämna.
La chicane della discordia
In attesa di notizie ancora più rassicuranti riguardo a Vingegaard, lo show deve continuare. E si passa dall’inferno dei Paesi Baschi a quello del Nord. In programma c’è la Parigi-Roubaix, con i suoi 260 km, 56 dei quali sui terribili settori in pavé. Si parte da Compiègne e si arriva al Velodromo di Roubaix.
Una gara caratterizzata da qualche accenno di polemica, per una chicane inserita prima della foresta dell’Arenberg per ragioni di sicurezza. Sua maestà Mathieu Van der Poel non l’ha presa bene: «Ma è uno scherzo?», ha dichiarato l’olandesone su X. «È una buona cosa provare qualcosa di diverso, ma non penso che la chicane sia la soluzione giusta. L’Arenberg è uno dei passaggi più pericolosi di tutta la stagione, ma cambiare solo per provare qualcosa di nuovo non porta a nulla».
Come sempre, sarà proprio il pavé a fare la differenza, con i tre settori che appartengono alla leggenda del ciclismo. A spaccare le gambe, per prima, sarà proprio la foresta dell’Arenberg: 2’300 metri terribili dopo 164 km di corsa. Poi, a 50 chilometri dal traguardo, il gruppo affronterà il tratto di Mons en Pévèle: altri 3’000 metri di pura sofferenza. E per finire ecco il Carrefour de l’Arbre, con i suoi 2 km e 100 m, a soli 15 chilometri dal Velodromo di Roubaix.
A caccia della doppietta
L’uomo più atteso, il grandissimo favorito della gara, è ovviamente Mathieu Van der Poel. Reduce dall’impresa in solitaria che gli ha regalato per la terza volta il Giro delle Fiandre, il campione del mondo in carica cercherà di bissare il trionfo conquistato lo scorso anno. Sulle corse di un giorno, al momento, il nipote di Raymond Poulidor sembra non avere rivali. Al Fiandre ha lasciato tutti a bocca aperta per la superiorità dimostrata. Con il grande rivale Wout van Aert fuori dai giochi, a cercare di contrastare il fenomeno della Alpecin-Deceuninck ci sarà soprattutto Mads Pedersen, capace di imporsi in stagione alla Gand-Wevelgem. Il danese della Lidl-Trek ha fatto il mea culpa al termine del Giro delle Fiandre, per un attacco piuttosto sconsiderato ad un centinaio di chilometri dal traguardo e ha tanta voglia di rivincita, dopo essersi tra l’altro rimesso da una caduta nel corso della Attraverso le Fiandre. Anche stavolta non ci sarà Pogacar, finora mai al via della prova: «Un giorno mi vedrete, ma bisogna procedere passo dopo passo. Vedremo come andrà la stagione, poi inizieremo a pensare ad altri obiettivi, tra i quali la Roubaix».
Da Fabian a Stefan
Per gli appassionati svizzeri, la Parigi-Roubaix riporta alla mente dolcissimi ricordi legati ai successi di Fabian Cancellara. Ai suoi tre trionfi datati 2006, 2010 e 2013. Oggi le speranze rossocrociate riposano sulle spalle di Stefan Küng, già terzo nell’edizione del 2022 vinta da Dylan van Baarle. L’elvetico è reduce da un terzo posto alla Attraverso le Fiandre. Chissà, in una giornata di buona vena…