Calcio

La mano di Szczesny non è il capolinea di Messi

L’Argentina surclassa la Polonia, nonostante il rigore parato alla Pulce dal portiere della Juventus - I sudamericani chiudono il girone in testa e volano agli ottavi - Lewandowski e compagni festeggiano a discapito del Messico: decisiva la differenza reti
Szczesny neutralizza il rigore di Messi con una parata spettacolare: l’Argentina, però, segnerà comunque due volte. © REUTERS/Peter Cziborra
Massimo Solari
30.11.2022 23:10

Non è stata la mano di Szczesny a spezzare i sogni dell’Argentina. E, di riflesso, a far calare definitivamente il sipario su Lionel Messi. Nella notte in cui superava Diego Armando Maradona per numero di presenze ai Mondiali - 22 a 21 - la Pulce ha per un attimo intravisto il tramonto all’orizzonte. Gettando nello sconforto il 974 - dipinto in ogni angolo di bianco e di celeste - e un’intera Nazione. Il rigore fallito dal 10, o meglio parato con un guizzo spettacolare dall’estremo difensore polacco, non ha però compromesso il torneo della Selección. Già, perché la selezione di Lionel Scaloni ha offerto una prestazione maiuscola. A tratti straripante. Insomma, nulla a che vedere con le prove opache osservate contro Arabia Saudita e Messico. A non capirci niente, va da sé, è stata la Polonia.

Alvarez fa scordare Lautaro

Tenuti a galla dal portiere della Juventus, Lewandowski e compagni hanno limitato un passivo che avrebbe potuto essere decisamente più pesante. E così, per un attimo a fronte del numero inferiore di cartellini gialli e infine proprio grazie alla differenza reti, i polacchi hanno comunque staccato il biglietto per gli ottavi di finale. Il sussulto tardivo del Messico con l’Arabia Saudita non è bastato. Se la Polonia se la vedrà con la Francia, gli argentini - primi del gruppo - si sono conquistati il diritto di sfidare la sorprendente Australia. Rispetto all’inizio del torneo, suggerivamo, la fiducia dell’Albiceleste ha tuttavia riacquistato vigore. Eccome. E il merito va senz’altro attribuito a un paio di giocatori che non hanno fatto rimpiangere le (presunte) prime linee. Davanti, per dire, il talento del Manchester City Julian Alvarez ha impressionato per dinamismo e pericolosità. Un gol bellissimo e tanti cari saluti a Lautaro Martinez, entrato solo a partita in corso. In mezzo è per contro emerso prepotentemente Enzo Fernandez. Il centrocampista del Benfica ha apparecchiato il citato 2-0, diventando - a 21 anni - il secondo argentino più giovane a fornire un assist in una Coppa del Mondo.

Il paradosso di Leo

Il primato - e a chi sennò - continua ad appartenere a Leo Messi, nel 2006 autore di un suggerimento decisivo a 18 anni. Il fantasista del PSG, ieri, è parso più mobile e ispirato rispetto alle due curve iniziali di Qatar 2022. Addirittura, nel finale, si è concesso di sbeffeggiare e poi ignorare Lewandowski. «Il Barcellona sono io» è parso di leggere nel suo sguardo. Il paradosso? Il 35.enne di Rosario non ha partecipato né al vantaggio di Mac Allister, né al raddoppio. Ma, per ora, non è stata la mano di Szczesny a spezzare i suoi sogni.

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