«La mia vita senza Amoura? Va avanti»

È stata una partita speciale. Anche per Fares Oueslati. Esattamente due anni fa, gli arrivi di Amoura e Belhadj a Lugano avevano cambiato la sua vita. A Cornaredo serviva un traduttore e lui, nativo di Tunisi, aveva colto l’occasione al volo. Da allora il trio è diventato inseparabile. In campo, dove Fares si è adoperato in tutti i modi per cercare di trasmettere i messaggi del Crus, e pure fuori. Un’amicizia, sì, che negli scorsi giorni ha subito uno scossone per certi versi inevitabile. «Ma sono contento del passaggio di Amoura all’Union Saint-Gilloise» sottolinea Fares con il sorriso. «Si è meritato questa nuova esperienza». Quella in bianconero del suo oramai ex traduttore, invece, proseguirà? «Certo. La mia avventura va avanti anche senza Mohammed. Da qualche tempo sono stato integrato nello staff allargato della prima squadra. Qui mi chiamano “Fares tutto fare”» osserva divertito il nostro interlocutore. «Belhadj, oltretutto, ha imparato bene l’italiano. Può camminare sulle sue gambe, insomma. Rimango comunque a sua disposizione e a disposizione del team in caso di necessità». Amoura, invece, l’italiano non l’ha mai metabolizzato veramente. «Poco, in effetti; diciamo che aveva iniziato a comprendere qualche parola» ammette Fares.
A Bruxelles, dove si parla francese e la componente musulmana è marcata, dovrebbe andare meglio. «Nella capitale belga gli arabi sono numerosi, sarà sicuramente più semplice» conferma l’amico, per poi raccontarci dell’immediata «réunion» ai margini del playoff di Europa League. «Ci siamo incontrati prima e dopo l’incontro. L’ho visto sereno e al contempo contento di riabbracciare subito i vecchi compagni». Dei primi giorni all’Union Saint-Gilloise, invece, che cosa ha raccontato Amoura? «È stato accolto bene. Presentandolo allo spogliatoio, il tecnico Blessin ha affermato: “Ecco a voi Speedy Gonzales”. Insomma, le sue qualità sono riconosciute. Mi ha parlato anche di alcuni magazzinieri marocchini che potranno facilitare il suo inserimento a livello linguistico. Non so, per contro, se il club ha previsto una figura simile alla mia per il lavoro quotidiano sul campo». Ecco, appunto. Fares Oueslati non è stato tentato di seguire il suo ex assistito e caro amico? «Amoura ci ha provato scherzosamente, ma - ripeto - il mio centro d’interessi è in Ticino, dove vivo da diversi anni. Mohammed mi mancherà e mancherà al Lugano. Le separazioni, però, fanno parte del calcio».